In Italia è partita la rivoluzione BIM. Lo dicono i dati del secondo Rapporto OICE sulle gare pubbliche che prevedono l’utilizzo delle metodologie BIM e che evidenziano che dopo la crescita del 2017 (+ 70% sul 2016), nel 2018 si è registrato un balzo del 219%. Nel 2018 il confronto tra i bandi per servizi di ingegneria e architettura con richiesta di BIM (o appalti di servizi o concorsi di progettazione) e il totale del mercato dei servizi di ingegneria e architettura rilevati, vede i bandi BIM al 4,6% del totale.
Dal punto di vista degli importi i bandi BIM per servizi di ingegneria e architettura posti a base di gara nel 2018 (l’importo delle opere spesso non è previsto) mostrano come l’apporto principale provenga dalle gare sopra soglia, il 57,1% del totale in numero e il 91,9% in valore. Le gare sotto la soglia dei 100mila euro arrivano al 18,7% in numero e all’1,7% in valore, e quelle comprese tra i 100mila e i 221mila raccolgono il 24,3% in numero e il 6,4% in valore.
Tra le stazioni appaltanti nel 2018 al primo posto sono le Amministrazioni dello Stato (centrali e periferiche) che hanno pubblicato 145 gare, il 54,1% del totale, seguite dai Comuni, 47 bandi pari al 17,5%, da Università e ricerca, 21 il 7,8%, dalle Concessionarie, 19 bandi il 7,1%, dalle Province, 15 bandi il 5,6%, Ospedali USL ASL, 11 bandi il 4,1%, e altri Enti insieme, 10 bandi pari al 3,7%.
Dal punto di vista della tipologia di interventi, i bandi per ristrutturazione sono 199, pari al 74,3% del totale, quelli per nuove realizzazioni sono 69 e sono riferibili al 25,7% del totale.
“Dal punto di vista dell’analisi qualitativa sui contenuti degli atti di gara, pur considerando la diversa entità del numero delle gare fra un anno e l’altro, anche quest’anno – spiegano dall’OICE - emerge l’incompletezza e l'indeterminatezza del quadro regolatorio, non ancorato a un corpo di conoscenze definito, che fa da cornice all’operato delle stazioni appaltanti. Non è un caso – si sottolinea - che siano in sensibile aumento i bandi che citano il BIM genericamente senza punteggi specifici, ma solo come elemento contrattuale della prestazione: si passa dal 3,5% del totale delle gare registrate nel 2017 al 13,8% del 2018”.
Non mancano stazioni appaltanti che fanno riferimento al BIM per selezionare gli operatori economici, ammettendo alla gara soggetti che devono dimostrare la loro capacità tecnica e professionale attraverso pregresse esperienze in BIM (sia come servizi svolti nel decennio, sia come servizi di punta).
Esperienze pregresse e competenze. Sono nettamente in aumento, rispetto allo scorso anno, i bandi in cui il BIM è richiesto sotto forma di esperienza pregressa, necessaria per l’accesso alla gara: una pre-condizione. Si aggiungano i casi in cui la stazione appaltante, al fine di provare la capacità tecnica del concorrente, inserisce nel bando o nel disciplinare di gara un requisito di idoneità professionale (esperti BIM, BIM manager, BIM coordinator), generalmente richiesto a pena di esclusione, al pari degli altri requisiti minimi di accesso alla gara.
In generale il BIM ha assunto in molti casi (nel 77,2% delle gare) un particolare rilievo quale elemento di premialità attribuito all’offerente nell’ambito dell’utilizzo del criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa per l’affidamento di servizi di ingegneria e architettura di importo pari o superiore a 40mila euro.
La lettura dei dati da parte del Centro Studi Cnappc e Cresme
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