“Serve che l’architettura entri nelle scuole per generare una cultura della domanda di questa disciplina, per ridurre l’assuefazione all’ordinarietà di una edilizia mediocre e superare definitivamente lo stereotipo secondo il quale all’architetto ci si debba rivolgere solo quando si voglia ottenere l’effetto stupefacente di una costruzione ardita o una sequenza armonica di grigi nel design di un interno all’ultima moda”. Giuseppe Cappochin, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori spiega così l’obiettivo del Progetto “Abitare il Paese - la cultura della domanda - i bambini e i ragazzi per un progetto di futuro” che si avvale della collaborazione della Fondazione Reggio Children - Centro Loris Malaguzzi. Un progetto innovativo, ambizioso, lanciato nel corso del recente Congresso Nazionale degli architetti italiani e ribadito durante il recente incontro in Campidoglio per la firma di un protocollo con il Comune e l'Ordine degli Architetti di Roma. Coinvolti 3mila bambini e ragazzi e oltre 70 scuole.
Urbanistica, architettura e politiche urbane hanno passato gli ultimi 80 anni a costruire piani, regole e modelli perdendo però di vista la ragione fondamentale di tutto questo: migliorare la vita delle persone. Parte da questa considerazione il CNAPPC per pensare la città del futuro prossimo in cui si giocherà il destino dei bambini e dei ragazzi di oggi e di quelli che verranno.
La prima tappa del progetto si è appena conclusa ed ha riguardato l’attività di formazione per gli architetti che saranno protagonisti di questo “viaggio nella scuola italiana”. Insieme ai ragazzi delle scuole, saranno coinvolti anche i loro insegnanti e dirigenti scolastici che interagiranno con gli architetti e le comunità locali puntando a “ragionare insieme” sulla strategia per la città del futuro. Gli istituti scolastici sono distribuiti su tutto il territorio nazionale (anche se si tratta di un progetto pilota) e includono le città metropolitane e le aree interne, ma anche quelle periferiche e aree di particolare complessità.
“Siamo particolarmente contenti di aver avviato questo significativo progetto in collaborazione con il Consiglio Nazionale degli Architetti - sottolinea Carla Rinaldi, presidente di Fondazione Reggio Children - perché quello del rapporto tra pedagogia e architettura è un tema particolarmente caro all’esperienza educativa di Reggio Emilia. Ma il progetto assume un valore particolare perché ribadisce la centralità dei bambini e dei ragazzi come cittadini dell’oggi e non solo di domani. Ed è quindi da oggi, da subito, a partire dai desideri, visioni e sogni di bambini e ragazzi, che può partire un ripensamento delle città presenti e future, ambizioso obiettivo del progetto Abitare il Paese”.
Il progetto prevede incontri e tavoli di lavoro che saranno sviluppati, in forma coordinata, a livello territoriale e i cui risultati saranno presentati in una serie di eventi che saranno organizzati nei singoli territori.
È previsto anche un evento conclusivo a livello nazionale al termine dell’anno scolastico 2018/2019 e, tra le varie iniziative, sarà realizzata una mostra itinerante mirata a descrivere come deve essere, dal punto di vista dei bambini e dei ragazzi, la città del futuro.
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