Abitare sociale e temporaneo. La residenza per studenti realizzata a Barcellona in Sant Cugat del Vallès dallo studio H Arquitectes+DataAE ha vinto la decima edizione del premio Ugo Rivolta promosso dagli Architetti di Milano per selezionare le migliori costruzioni di housing sociale in Europa.
Tra i 14 progetti finalisti provenienti da 5 diversi paesi tre architetture erano italiane. “In questa edizione del Premio Ugo Rivolta – ha spiegato la giuria - si è deciso di premiare la soluzione che mette al centro il tema della temporaneità dell’abitare sociale, per rispondere a esigenze specifiche quali, ad esempio, la residenza studentesca e altre forme di nomadismo urbano”.
Gli studi H Arquitectes e DatAE hanno realizzato 57 alloggi temporanei su una superficie lorda totale di 3.100 mq (90% residenziale, 8% attrezzature pubbliche, 2% spazi comuni/collettivi) distribuiti su due livelli lungo due blocchi paralleli alla strada. Il secondo piano è stato concepito in modo da assecondare la topografia del luogo, senza l’utilizzo di ascensori e con una riduzione del 50% delle superfici adibite a scale e corridoi. Il patio centrale è stato concepito per ospitare eventi e incontri, così come tutto il concept è stato elaborato per permettere facili connessioni e interazioni immediate tra gli studenti.
Gli alloggi sono costituiti da un modulo prefabbricato in calcestruzzo privo di pareti divisorie interne e dotato degli elementi fissi essenziali, con finiture a secco. Ogni prefabbricato ingloba nella struttura portante gli elementi di isolamento e gli impianti, in fase di cantiere i moduli sono stati affiancati in successione. Da non trascurare il tema dei temi: i lavori, iniziati il 31 agosto 2010 si sono chiusi nove mesi dopo, nel maggio 2011.
“Il progetto è stato premiato – secondo le parole dei giurati - per il suo valore dimostrativo di innovazione e domesticità applicato al sistema costruttivo prefabbricato in calcestruzzo armato, perseguite attraverso il controllo della qualità degli spazi di distribuzione, del giardino/patio collettivo e dei dettagli architettonici. Si riconosce, inoltre, il valore insediativo nel contesto in relazione alla topografia, al rapporto con l’infrastruttura ferroviaria e ai percorsi di ingresso connessi a differenti livelli. Si apprezza altresì l’attenzione posta ai temi della sostenibilità ambientale ed energetica. La soluzione evidenzia l’inaspettata adeguatezza e potenzialità di questa metodologia costruttiva, per rispondere ai nuovi bisogni dell’abitare temporaneo”.
“Il ricorso all’industrializzazione edilizia e alla tecnologia a secco – dichiarano i vincitori - ha giocato un ruolo chiave nell’incremento della sostenibilità dell’edificio per diverse ragioni: la riduzione degli scarti di produzione, l’utilizzo di materiali locali, l’uso di calcestruzzo riciclabile e l’applicazione di altri materiali riciclati o riciclabili. Sempre in tema di sostenibilità, il progetto ha previsto un sistema di riutilizzo delle acque meteoriche (dal tetto-giardino) e reflue”.
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