Per mettere in sicurezza e migliorare l’efficienza energetica del nostro patrimonio residenziale edilizio servirebbero 140 miliardi, uno sforzo che da solo lo Stato non è in grado di sostenere. Da queste due considerazioni è partito il seminario che si è svolto ieri presso la sede dell’Associazione Costruttori Edili di Roma e provincia (Acer), alla presenza di esponenti del settore delle costruzioni e non solo. Fra loro Flavio Monosilio e Rudy Girardi dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance), Antonio Piciocchi, partner studio tributario e societario della Deloitte e l’ingegnere Gianluca Loffredo del laboratorio di progettazione ArchLivIng.
Obiettivo duplice dell’iniziativa da un lato quello di far conoscere il funzionamento di Sismabonus, Ecobonus e della piattaforma nata dalla joint venture Ance-Deloitte, dall’altro la sensibilizzazione di imprese, professionisti e amministratori di condominio, sulle opportunità derivanti dagli incentivi. Nella legge di bilancio del 2017, è stato infatti inserito l’incentivo del credito d’imposta per gli interventi realizzati entro il 2021 sulle parti comuni di edifici condominiali compresi nelle zone sismiche 1, 2 e 3. Stesse agevolazioni riguardano le spese sostenute per la riqualificazione energetica.
“Due elementi mettono in luce l’opportunità di Ecobonus e Sismabonus. Gli edifici - ha evidenziato Flavio Monosilio, direttore Affari Economici e Centro Studi dell’ANCE - sono responsabili del 40% delle emissioni climalteranti e il 65% degli immobili è antecedente alle prime norme antisismiche. Ciò dovrebbe far capire l’importanza di una prevenzione seria. In questo senso aiuta il processo di acquisizione della consapevolezza da parte della popolazione, iniziato in seguito al terremoto del centro Italia. La casa ha una sua rischiosità naturale, non dura per secoli a meno che il proprietario non se ne prenda cura. Come ANCE stiamo distribuendo una guida con domande e risposte frequenti, e a seguire dialogheremo direttamente con i condòmini, il target di riferimento verso cui è orientata una campagna mirata di comunicazione. Le imprese - ha ribadito Monosilio - dovranno essere al centro di un percorso che, attraverso un processo associativo, possa offrire ai condomini un prodotto chiavi in mano”.
“L’idea alla base di questo nuovo strumento - ha raccontato Antonio Piciocchi -, che sarà operativo entro la fine di aprile, è quella di facilitare il compito a tutti gli attori coinvolti dall’operazione di riqualificazione edilizia realizzata tramite Sismabonus ed Ecobonus. Verranno quindi coinvolti gli amministratori di condominio, le imprese, i soggetti bancari e quelli assicurativi, insomma tutte le categorie interessate ad utilizzare gli incentivi fiscali o ad ottenere il credito d’imposta. Lo Stato, da parte sua, ha interesse affinché questi vengano utilizzati e il motivo è presto detto: la rigenerazione del patrimonio immobiliare riduce i costi per la collettività. Un edificio energivoro - ha specificato Piciocchi -, oltre a portare ad una spesa superiore del 60% in bolletta per gli inquilini, produce più inquinamento e, conseguentemente, un aumento della spesa sanitaria nazionale. Idem per quanto riguarda la prevenzione antisismica degli edifici”.
“Il costo di ricostruzione di un edificio in classe sismica A+ in seguito ad un terremoto - ha rilevato Loffredo -, è di molto inferiore rispetto a quello necessario per una struttura residenziale vetusta. La mole dei lavori di messa in sicurezza può essere più o meno impattante, dipende dalla tipologia costruttiva. Gli interventi attivati con i bonus fiscali, vista la loro complessità operativa e finanziaria, dovrebbero essere governati da un unico soggetto e sicuramente la piattaforma ideata da Ance e Deloitte va in questa direzione. A mio avviso però - ha ribadito più volte l’ingegnere di ArchLivIng - il terremoto del 2012 in Emilia Romagna ha insegnato che un evento simile costa molto anche all’economia industriale. Per questo credo sarebbe necessaria una ricaduta degli incentivi anche sui settori produttivi del secondario e del terziario”.
Secondo Rudy Girardi “l’operazione potrebbe portare ad investire in totale 140 miliardi fra Ecobonus e Sismabonus, ma il Governo ha accettato di consentire la demolizione e ricostruzione solo in zona 1. Entro l’anno speriamo di ottenere lo stesso per le zone 2 e 3”.
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