«Spendere da subito le risorse che sono nei cassetti dello stato, razionalizzare e avere una cabina di regia unica per la rigenerazione urbana, prorogare immediatamente il Superbonus 110 per cento». Questo l'appello del presidente dell’Ance, Gabriele Buia, al Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi, come priorità per il comparto delle costruzioni, messo ulteriormente in ginocchio dagli effetti della pandemia da Coronavirus.
Un settore dove tra il 2008 e il 2018 si sono perse 137mila imprese, e tra quelle rimaste in piedi oltre il 60% ha un solo addetto. È chiaro quindi che, se la crisi continuerà, ha continuato Buia, non si potrà far fronte a quella richiesta di costruzione e manutenzione delle opere infrastrutturali alle quali andrà destinato – se la bozza rimarrà quella del 12 gennaio – oltre il 50% delle risorse del Recovery Plan e del Next Generation EU. Un totale di circa 225 miliardi, che arriverebbe come una boccata d’aria per il settore.
Ma i dati presentati dall’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, sebbene abbiano evidenziato un trend in continua discesa con un crollo del 10% degli investimenti lo scorso anno, hanno anche sottolineato l’effetto positivo che il Superbonus potrebbe avere nel prossimo futuro. E anche su questo punto dall’Ance esortano ancora una volta il legislatore a prorogare la misura fino al 2026, viste anche le difficoltà che la pubblica amministrazione si sta trovando ad affrontare nella gestione di questa misura «che piace molto alle famiglie», oltre ad una sua semplificazione.
Secondo i dati dell’Osservatorio, infatti, da agosto ad oggi sarebbero già stati raggiunti 340 milioni di euro per gli interventi registrati – «un dato che mi fa ben sperare» ha detto Buia – ma che in totale potrebbero arrivare a 6 miliardi di spesa aggiuntiva, se verranno confermate le intenzioni delle famiglie. Con un impatto positivo sul Pil di quasi 21 miliardi di euro, oltre che un aumento di 60mila unità nel numero di occupati, 100mila considerando anche l’indotto.
Ma la priorità dell’associazione dei costruttori rimane comunque lo sblocco dei cantieri e la partenza delle opere bandite nelle gare dal 2017 in avanti, misure che se non verranno intraprese, metteranno a rischio la crescita del comparto anche per quest’anno, le cui previsioni parlano di un +8,6% degli investimenti in costruzioni e di un effetto positivo sul Pil nazionale del 2%, trainato da un +7,7% nelle opere pubbliche e da un +14% nella manutenzione degli edifici per effetto del Superbonus. E le risorse? «Ci sono ma rimangono nei cassetti dello Stato – ha poi aggiunto Buia –. Non è solo l’Ance che lo dice, anche l’allora Ministro Tria aveva denunciato che c’erano 80 miliardi inutilizzati. Questa incapacità di spendere si ripercuoterà sicuramente sull’utilizzo delle risorse del Recovery fund» ha chiosato.
E rivolgendosi ancora a Draghi, Buia ha detto «Credo che il presidente Draghi potrà veramente centrare quegli obiettivi di cambiamento sostanziale per vincere quelle sfide che sono all’ordine del giorno e che l’Europa ci chiede – ha sottolineato ancora il numero uno dell’Ance, riguardo alle riforme – ci vuole molto coraggio, dovrà essere molto coraggioso» ha poi concluso.
Immagine di copertina ©Gabriele Tirelli via Unsplash
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