Il recupero di un borgo storico, la trasformazione della piazza di un’abbazia, un nuovo complesso residenziale e un capanno multifunzionale. Da Cuneo a Bolzano, coprono l’intero arco alpino le quattro architetture d'alta quota scelte tra i 22 progetti finalisti (selezionati tra i 246 in gara) del concorso organizzato dall’Associazione Architetti Arco Alpino che riunisce nove ordini provinciali degli architetti, con oltre 14mila iscritti.
Quattro opere realizzate negli ultimi sei anni. Interventi in armonia con il delicato equilibrio del contesto montano, che ridanno vita a spazi preesistenti, da riqualificare o in stato di abbandono.
Minimo intervento e reversibilità per il recupero delle costruzioni della borgata di Paraloup in Valle Stura (Cn), firmata dagli architetti Dario Castellino, Valeria Cottino, Giovanni Barberis e Daniele Regis. "Le rovine e le murature delle baite preesistenti sono state consolidate, e per la la ricostruzione delle parti nuove si è selto il legno, il castagno" spiegano i progettisti.
Nel comune di Novacella (Bz) invece lo studio Markus Scherer Architekt ha ridisegnato la piazza antistante il convento barocco dei Canonici Agostiniani. L’area precedentemente utilizzata come parcheggio e circondata da edifici di valore storico, è stata rialzata di circa 1,5 metri rispetto alla quota originaria, per restituire la corretta dimensione architettonica allo spazio. "L’intervento garantisce inoltre un utilizzo flessibile della piazza anche per feste ed eventi - chiariscono i progettisti - senza la necessità di inserire strutture permanenti che interferirebbero con gli edifici storici".
E ancora, è dello studio Feld72 Architekten il complesso residenziale ad Appiano (Bz), ispirato alla forma dei cosiddetti “Anger”, tipici spazi collettivi, solitamente giardini, attorno ai quali si sviluppano i borghi di campagna. Il ritmo semplice ed essenziale delle facciate dei fabbricati viene scandito dalle finestre a tutta altezza e dalle fasce marcapiano.
Si chiama “Wood and the dog” il capanno multifunzionale progettato dallo StudioErrante Architetture a Paesana (Cn). La struttura in cemento armato e legno, si appoggia sul muro di una costruzione preesistente e nasce come spazio per lo stoccaggio della legna, ma può essere utilizzato anche come zona di riparo o di servizio dell’area esterna della casa.
Queste sono le quattro architetture scelte dalla giuria composta da Bernardo Bader, Sebastiano Brandolini e Quintus Miller. "I progetti finalisti privilegiano la linearità alla complessità, il ragionamento al formalismo, la qualità costruttiva all’appariscenza - spiegano i professionisti -. Tutti cercano il dialogo con lo straordinario paesaggio naturale e culturale alpino, preferendo sempre il coraggio alla timidezza”.
Venerdì 17 marzo alle 18.00 in nove sedi diverse (Aosta, Belluno, Bolzano, Cuneo, Sondrio, Torino, Trento, Udine e Verbania) verrà inaugurata la mostra dedicata ai 22 lavori finalisti, terreno per una riflessione sulle attuali sfide progettuali in ambito montano. “Morfologia, clima, quota, habitat costringono l'architettura ad affrontare situazioni dinamiche, contraddittorie, stratificate - spiegano gli organizzatori del premio -. La montagna, banco di prova duro e imparziale, è sostanza e cornice di queste valide proposte che favoriscono nuovi modelli di sviluppo, e che prefigurano specifiche modalità d’interpretazione e visione. Progettare ad alta quota significa sfidare la montagna, ma con rispetto, assecondarla, ma con personalità e amarla, senza compromessi".
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