Studio Boeri Architetti con Comieco e Symbola: un modo diverso per sottolineare l’uso sociale del mondo delle professioni. In questo caso analizzando e sviluppando un dialogo fra architettura e corretta gestione del recupero dei materiali, per una progettazione degli ambienti e degli spazi. È stato presentato a Roma, nella sede dell’Anci, il lavoro messo a punto sul tema dei rifiuti e delle città, una via di mezzo tra un atlante e un manuale, una lettura di pratiche per la gestione dei rifiuti e qualche suggerimento. «L’abitare del futuro - racconta Stefano Boeri - non può prescindere dal tema della gestione e dello smaltimento dei rifiuti. Una necessità che va ripensata e integrata nella realtà domestica come un passo essenziale nell’ottica di un approccio olistico alla sostenibilità».
Dalle cucine che separano, ai sistemi pneumatici condominiali a scomparsa per la movimentazione e raccolta dei rifiuti. L’analisi guarda all’ambito della cucina, del condominio e del quartiere, inquadrandosi nel contesto delle smart cities. «Milano, insieme a Vienna, sono particolarmente felici per la raccolta differenziata a scala domestica e di condominio - raccontano i co-firmatari del rapporto - ci sono casi come quello di Oslo e San Francisco in prima linea sul riciclo, con una semplificazione delle forme di differenziazione».
Dall’Anci, con la voce del presidente Enzo Bianco, si alza l’osservazione sulla scissione di competenze nelle Pa, dove assessorati all’ambiente e all’urbanistica gestiscono separatamente le questioni legate al disegno delle città e alla ‘pulizia’ con la gestione dei rifiuti. «Si può comunque sognare e realizzare una migliore integrazione di competenze. Per dare una risposta adeguata ad una questione centrale per la qualità della vita degli ambienti urbani bisogna lavorare sulla prevenzione (riduzione dei rifiuti) - spiega Bianco - servono strumenti economici per mettere a punto prodotti durevoli, riparabili o riciclabili con incentivi e regole severe. Sulla differenziata si gioca una partita importante: necessario informare i cittadini, attivando soggetti aggreganti dal punto di vista sociale. Ancora, gli stessi produttori vanno ulteriormente responsabilizzati».
L’Italia ha dei primati nell’economia circolare, svetta per performance a livello europeo ad esempio in termini di raccolta differenziata e riciclo di carta e cartone: più di 3,3 milioni di tonnellate di materiale raccolto dai Comuni italiani nel 2017 e ben 10 tonnellate di macero riciclate al minuto. «Se l’Italia è un fanalino di coda per il riciclo, per quanto riguarda le materie prime - commenta Ermete Realacci - recuperiamo il doppio della media degli altri paesi europei: abbiamo da sempre filiere efficienti e sono un fattore competitivo vero. Tutto il comparto dell’edilizia, invece, deve crescere: siamo indietro anche per i decenni della storia recente. E lì c’è il massimo delle opportunità per fare economia». Gabriele Buia, presidente Ance Nazionale rilancia dicendo che «a partire dai temi della circolarità si può fare innovazione di impresa. Oggi si parla di nuovi prodotti e abitudini, si parla di co-working, co-living, nuovi modi di essere cittadini in una società che cambia, e questo ha delle ricadute nel mondo delle costruzioni». Dall’Ance si sottolinea anche l'importanza del tema della sostituzione edilizia, «con nuove norme che favoriscano la demolizione e la ricostruzione nell’interesse pubblico».
La sfida dell’economia circolare non interessa solo le filiere produttive, ma interesserà nel futuro sempre più gli spazi urbani, gli stili di vita e le abitudini dei singoli cittadini. Gli spazi pubblici e privati saranno sempre più un campo di sperimentazione per progetti che favoriranno il miglioramento del recupero dei materiali. Guardando a un futuro che è già iniziato, architettura e design diventano pilastri nella transizione verso un modello di economia dove il recupero è parte integrante dello spazio: arredi, ambienti domestici, edifici e interi quartieri hanno bisogno di essere realizzati o adattati all’esigenza dell’economia circolare.
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