“Vado avanti in un clima ostile però partiremo a metà settembre con i bandi per le opere a terra”. Oggi su Repubblica, nella cronaca di Napoli, la giornalista Tiziana Cozzi intervista Francesco Karrer, nominato tre mesi fa commissario straordinario dell’Autorità Portuale di Napoli e fa il punto sui bandi già indetti e su quelli in arrivo, e sulle criticità di un’area da anni bloccata. “Ci sono criticità tecniche come il dragaggio e altri cambiamenti che il porto di Napoli ha subito. Ma ci sono anche debolezze – dice Karrer a Repubblica -. La debolezza della governance ha determinato una perdita di strategie e di conseguenza ha portato ad un generale sbandamento della macchina. Ho trovato eccellenze e vischiosità. Ci resterò sei mesi ma non sto lavorando come un commissario ad acta, lo faccio al meglio”.
A tre mesi dal nuovo incarico, Karrer, professore di urbanistica ed ex presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici fa il punto sulla situazione che ha trovato al Porto di Napoli: “il porto va bonificato, è altamente inquinato”. E ancora “nel prossimo nuovo piano regolatore bisognerà prevedere un interporto collegato al porto”. “E poi il piano regolatore dovrà prevedere che le concessioni demaniali possano essere revocate”, ce ne sono più di 300 “purtroppo – dice Karrer – non tutti pagano il condominio e i grandi non lo fanno da anni”.
In quest’area, nel 2005, un team internazionale guidato da Michel Euvé aveva vinto il progetto per il Porto Monumentale: una maxi operazione di trasformazione urbana che prevedeva la riqualificazione urbanistica, architettonica e funzionale del porto e che aveva coinvolto decine di professionisti. Un'operazione modello nata negli anni dove i concorsi internazionali di architettura sembravano poter aprire un nuovo capitolo per le città italiane, finita però come tante in anni di ricorsi e continui stop&go.
Il concept del piano, sviluppato dallo studio francese con un team che contava tra gli altri i romani T Studio e Rosario Pavia, prevedeva la realizzazione di una “filtering line” per separare i flussi portuali da quelli urbani, creando un sistema-filtro con un mix di funzioni dedicate alla complessità di una città d’acqua. In questa situazione di criticità descritta dal commissario, dov'è finito il grande progetto? “Il comitato portuale nel chiudere la società Nausicaa ha articolato il progetto in due fasi e la prima riguarda il molo Beverello” spiega Karrer dicendo anche che è stato ottenuto il via libera proprio in questi giorni per un bando da 3 milioni per una prima sistemazione del molo. “Ho dato incarico ai progettisti – aggiunge Karrer a PPAN – di verificare la sostenibilità economica di tale stralcio. Cercando di individuare un mix di funzioni capace di “pagare” l’investimento. Da qui deriverà anche la scelta della migliore procedura amministrativa per la sua realizzazione”.
In dieci anni, dal concorso ad oggi, Napoli ha investito molte risorse nella strategia e nei progetti di trasformazione di quest’area. “Il mio, e non solo, problema è proprio quello di non perdere i soldi spesi per la progettazione. Ecco perché ho chiesto di fare una verifica sulla fattibilità e appetibilità dell’intervento. Servono veri studi di fattibilità e seri test market”.
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