Da periferia del Veneto a fucina della rigenerazione urbana. La città di Belluno, sotto la guida dell’assessore alla rigenerazione urbana Franco Frison ha intrapreso il percorso promosso nel 2016 dal bando Periferie, portandosi a casa 18 milioni di euro e attivandone fino a 35 grazie ai privati.
In queste settimane Belluno sta completando il puzzle della progettazione avendo scelto attraverso distinti bandi per servizi di architettura e ingegneria chi firmerà i progetti per cinque delle operazioni più interessanti, in attesa della firma della convenzione con Palazzo Chigi che darà effettivamente il via ai cantieri.
Il costo totale della progettazione per le prime cinque operazioni è di 1,2 milioni. Per le ex scuole Gabelli, patrimonio riconosciuto per il carattere montessoriano, da tempo in abbandono, l’incarico a 370mila euro è stato assegnato a Mario Cucinella Architects. Per palazzo Crepadona con la trasformazione di una biblioteca in una mediateca delle Dolomiti l’incarico da 273mila euro è stato affidato ad Arteco di Verona. Ancora, per il Salone dei Gesuiti che prevede la riconversione di una chiesa sconsacrata in uno spazio pubblico, Torsello con la Ta srl di Mestre si è aggiudicato l’incarico di 221mila euro. I genovesi di Dodi Moss si sono aggiudicati l’incarico di 79mila euro per la progettazione dell’ex caserma Piave e i vicentini di Archipiùdue si occuperanno del parco fluviale di Belluno con un impegno da 296mila euro.
Frison, riconfermato assessore a luglio, dopo un impegno nel precedente mandato, porta a casa un risultato importante per la città veneta che conta di chiudere i cantieri del progetto Bando Periferie nell’arco di questa legislatura. “In tempi stretti abbiamo lavorato per convogliare su questo treno una serie di progetti cari all’amministrazione – spiega Frison – progettando il recupero e la riconversione di immobili di proprietà pubblica nel centro storico della città. Abbiamo declinato il concetto di ‘periferia’ in modo innovativo, pensando a Belluno come periferia del Veneto, tenendo presente la decrescita demografica e i flussi turistici che vanno gestiti con strategie mirate, anche attraverso la rigenerazione urbana”.
Il piano lavora sugli immobili pubblici, molti sono del Comune ma alcuni anche del Demanio, per i quali l’amministrazione ha chiesto il trasferimento attraverso il federalismo demaniale.
Tre le strategie principali a cui Frison fa riferimento raccontando il piano di rigenerazione urbana della città. “Ambiente, partecipazione e inclusione, giovani e scuola. Riteniamo prioritario – racconta l’assessore – riqualificare il fronte del Piave che lega la montagna e la pianura ed è un prezioso corridoio ecologico. Dobbiamo potenziare il parco e renderlo accessibile con percorsi ciclabili. Nella caserma Piave – continua Frison – con una serie di bandi abbiamo coinvolto associazioni giovanili e start up innovative, nelle ex scuole Gabelli invece realizzeremo un polo della cultura e della formazione, in centro in un palazzo storico realizzeremo una mediateca che deve diventare un hub per tutti i ragazzi che dalla provincia confluiscono qui”.
Per gli edifici, Belluno ha cercato i progettisti affidando i cinque lotti con bandi mirati, e per la piazza della stazione, luogo di accesso alla città, ha indetto un concorso di progettazione in due fasi “che prevede l’affidamento dei diversi step di progettazione e la direzione lavori al vincitore - commenta Frison che è anche consigliere del Cnappc – riprendendo il metodo del Debat Public francese, prevedendo anche una fase di partecipazione e discussione pubblica prima di affidare l’incarico”. Il 4 novembre è previsto un workshop pubblico con i cinque finalisti ed entro l’anno sarà scelto il vincitore.
A Belluno la rigenerazione si fa anche con i privati. “A completamento del lavoro dell’amministrazione sono in fieri anche una serie di progetti privati che riguardano diversi immobili storici, anche con l’obiettivo - commenta Frison - di portare residenzialità in centro storico. Tra le altre iniziative c’è un grande intervento promosso da una società privata per un investimento da 7 milioni, che trasformerà l’ospedale vecchio in un polo mix funzionale”.
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