Quando si parla di sostenibilità nel mondo delle costruzioni la mente va subito al nord Europa, area geografica ricca di Paesi che, da tempo, hanno deciso di adottare soluzioni finalizzate alla riduzione dell’impatto ambientale dell’edilizia attraverso un’attenta gestione dell’intero ciclo di vita degli edifici. Negli ultimi anni però, anche in Italia sono sempre di più le operazioni che fanno dell’impronta green il loro marchio di fabbrica. E fra queste ce n’è una ancora in evoluzione in provincia di Bergamo, zona fra le più colpite dall’emergenza Covid19. La notizia, sintomo anche della volontà del territorio di non fermarsi nonostante un contesto tutt’altro che facile, arriva dal comune di Bolgare, a meno di 20 km ad est del capoluogo orobico. Si tratta di un bio-quartiere su un’area di 36mila mq e composto da 120 unità abitative. Numeri che, una volta completato, ne faranno uno tra i più grandi d’Europa.
Il progetto, partito nel 2016, conta circa 50 fra appartamenti e ville già completati, per un investimento di circa 10 milioni di euro. Ammonta a circa 14 milioni, invece, il costo stimato per la costruzione delle restanti 70 unità che partirà nei prossimi mesi. A portare avanti l’operazione è la Marlegno, azienda lombarda nata nel 2000 e specializzata nella progettazione e cantierizzazione di edifici prefabbricati in legno. Un’esperienza messa a frutto nel bio-quartiere di Bolgare che ospita villette, trilocali e quadrilocali con giardino e un massimo di due livelli fuori terra. I nuclei residenziali, inoltre, sono personalizzabili e studiati per restituire alte prestazioni sia sotto il profilo termico che acustico.
Sostenibilità, quindi, la parola chiave che si concretizza non solo nell’uso di materiali dotati di certificazione rispetto al loro basso impatto ambientale, ma anche nell’impiego di soluzioni per l’uso di energie rinnovabili. «Il riscaldamento non è a gas ma elettrico – sottolinea Angelo Marchetti, ceo del gruppo Marlegno – e alimentato da pannelli fotovoltaici indipendenti per ogni unità con l’ausilio delle pompe di calore. Utili, queste ultime, anche per il raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria». Per quanto riguarda la ventilazione «un sistema meccanico controllato consente il riciclo h24 dell’aria al fine di garantire un ambiente salubre». Focus anche sui consumi, altro aspetto fondamentale per assicurare un basso impatto ambientale del costruito. «Oltre all’efficienza energetica delle strutture prefabbricate – prosegue Marchetti – sono previsti dispositivi di domotica per la gestione a distanza dell’illuminazione e degli elettrodomestici».
I materiali. Elemento costruttivo principale è il legno, proveniente in particolare da foreste certificate PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes) dove viene garantito il rimboschimento successivamente alle operazioni di taglio. Una scelta green che va anche ad aumentare il benessere dei futuri inquilini grazie agli alti livelli di performance sotto il profilo dell’assorbimento acustico e delle capacità isolanti. A confermare il minor impatto rispetto ai metodi di costruzione tradizionali in calcestruzzo, anche una ricerca del Politecnico di Milano. Confrontando i dati raccolti in cantiere è stato rilevato come la realizzazione di una struttura in legno porti ad immettere circa 100 tonnellate di CO2 in meno nell’atmosfera.
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