Come possiamo ri-immaginare le istituzioni culturali? Architetture fisiche, ambienti digitali, rete di individui e relazioni che li popolano? Commissionato da Teresa Mavica, direttrice della fondazione V-A-C, e a cura di Ippolito Pestellini Laparelli dell'agenzia di architettura e design 2050.plus di Milano, il Padiglione della Federazione Russa esplorerà il tema dei videogiochi in Russia e il potenziale sociale degli spazi digitali. L'edificio presente alla 17. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, si propone una risposta parziale e non definitiva alla provocazione lanciata da Hashim Sarkis e dalla Biennale: “How Will We Live Together?”. Il padiglione russo continua a esplorare il ruolo pubblico e la rilevanza sociale della cultura in un’era di crisi globale. La scena gaming russa, che spunto di riflessione porta, vista da prospettive architettoniche, filosofiche e sociali?
Progettato dall'architetto Alexey Shchusev, l'edificio del padiglione della Federazione Russa è stato aperto al pubblico nel 1914 e da allora rappresenta una sede fondamentale della cultura del grande Paese nel contesto della Biennale di Venezia. Il progetto di ristrutturazione è stato sviluppato dallo studio di architettura russo-giapponese KASA (fondato da Alexandra Kovaleva e Kei Sato), selezionato attraverso una open call per giovani studi russi, a cui hanno partecipato oltre 100 gruppi. Il progetto, realizzato sotto la supervisione di 2050.plus, ha come scopo quello di riportare alla luce lo spirito originale di apertura verso la Laguna e i Giardini dell'architettura di Shchusev, rispondendo al contempo alle necessità di uno spazio culturale contemporaneo e a diverse questioni strutturali. Infatti, durante una ristrutturazione degli Anni ’50, nel padiglione si erano oscurati tutti i punti luce e spezzata la relazione con l’esterno. Gran parte degli spazi del padiglione rimarrà vuota, così da mettere in mostra l’intervento stesso di ristrutturazione. Il lavoro sarà valorizzato anche da una serie di disegni realizzati da KASA, volti a far emergere le ambizioni e le intenzioni del progetto di conservazione.
Una delle caratteristiche principali del padiglione rinnovato sarà la possibilità di attivare uno spazio a doppia altezza dove verrà installato il progetto del collettivo Electric Red. Al piano terra, una postazione per videogiochi avvierà una riflessione sugli ambienti di gioco digitali e sul loro significato sociale, in particolare nel contesto russo – uno dei più grandi mercati al mondo in questo campo. I videogiochi offrono la possibilità di immaginare altri futuri possibili, popolando ambienti digitali e creando mondi fittizi – un esercizio dal forte potenziale di sperimentazione per la creazione di nuove istituzioni. I visitatori potranno giocare a tre videogame di artisti russi: Sanatorium Anthropocene Retreat, chapter II (2021) di Mikhail Maximov; It's Winter (2020) di Ilia Mazo e Yuha's Nightmare (2021) di Yulia Kozhemyako (aka Supr). I tre giochi saranno accompagnati da sette contributi teorici.
Il progetto si svilupperà a partire dall’eredità di Open, e si proietterà ben oltre la tradizionale cronologia della Biennale grazie a un programma online (iniziato a maggio 2020 e che continuerà durante le edizioni successive della Biennale attraverso la piattaforma digitale pavilionrus.com), che estenderà il padiglione al di là del perimetro dei Giardini.
In copertina: Pavilion Renovation_Facade © KASA
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