Arte pubblica e committenza pubblica. Industria creativa e investimento sui giovani talenti. Dialogo tra arte contemporanea e archeologia, tradotto in un’installazione leggera e trasparente che ricostruisce il volume di una chiesa esistente, evocandone la memoria e ispirando nuovi segni di interpretazione. Nel comune di Manfredonia, il Segretariato Regionale e Soprintendenza Archeologia della Puglia, hanno ultimato un piano di valorizzazione del parco archeologico.
Impiegando fondi europei hanno coperto, protetto e riqualificato il sito archeologico e il lavoro dell’impresa Cobar spa è stato arricchito dal contributo artistico del giovane Edoardo Tresoldi.
“Per una volta, invece della fuga all’estero di una giovane mente brillante siamo riusciti ad imbrigliarla in un passato remoto. È scaturita una sorta di meraviglia, di connubio tra capacità antiche e arte contemporanea. Siamo riusciti nell’impresa non facile di garantire la tutela ad un sito archeologico - spiega Anna Maria Tunzi, direttore scientifico del progetto - proteggendone le parti più fragili e allo stesso tempo fornendo, attraverso non una copertura anonima ma una vera e propria installazione d’arte, la possibilità a chiunque di immaginarsi queste antiche basiliche paleocristiane che si sono nel tempo avvicendate”.
Dopo un’attenta ricerca promossa dal Soprintendente Archeologo Luigi La Rocca, coinvolgendo archeologi, architetti e studiosi, si è deciso di affrontare in modo sperimentale e innovativo il problema della copertura del sito archeologico.
Edoardo Tresoldi, classe 1987, è stato individuato da Francesco Longobardi, progettista e direttore dei lavori. È stata un’illuminazione: le opere realizzate da Tresoldi e pubblicate online sono sembrate fin da subito adatte alle esigenze della Soprintendenza. L’incontro e il dialogo tra archeologi e artista l’hanno confermato. Ad agosto 2015 il giovane, con un background nel mondo della scenografia cinematografica, ha ricevuto l’incarico e in tre mesi ha costruito l’opera.
L’intervento complessivo per il parco archeologico di Santa Maria di Siponto è costato 3,5 milioni di euro di cui sono stati investiti per la sola installazione artistica 900mila euro.
Per raccontare il processo e comunicare un modello virtuoso la Soprintendenza Archeologia della Puglia ha deciso di coinvolgere il mondo dei media, i critici, gli esperti e gli addetti ai lavori per condividere il risultato e mostrare ufficialmente l’opera costruita. PPAN comunicazione e networking per il costruito ha progettato e coordinato un evento in programma l’11 e il 12 marzo 2016 anticipandolo con un coming soon e promuovendo un talk con esperti. È stato realizzato un instant video del processo e la due giorni viene arricchita da un concerto di musiche medievali e da un laboratorio con i ragazzi delle scuole d’arte e di architettura.
Tra gli altri hanno partecipato Margherita Guccione, direttore Maxxi Architettura, Anna Mattirolo, direttore storico dell’arte del MiBACT, Aldo Patruno direttore Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia, Roberto Zancan e Roberto Bosi esperti del mondo della comunicazione e dell’architettura. In questo booklet sono raccolti commenti e riflessioni anche dal mondo della comunicazione con contributi di Costantino D'Orazio e Adriana Polveroni. Sul fronte del restauro un commento del professor Giovanni Carbonara.
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