Un campus universitario nato dalla riqualificazione di un ex ospedale. Un progetto nato da un concorso. Un intervento a consumo zero do di suolo. Sono queste le tre qualità del nuovo polo dell’Università di Bologna firmato dallo studio Lamberto Rossi Associati a Forlì. Nuova architettura per riusare un complesso a padiglioni del primo Novecento in un’area di 9 ettari, un'idea nata da un concorso internazionale vinto nel 2000 dal gruppo di architetti guidato da Lamberto Rossi con Massimo Galletta, Roberto Lazzarini, Marco Tarabella e Paolo Zilli e di un Accordo di Programma con Università e Ministero in base al quale il Comune ha concesso area e immobili.
Il campus è stato concepito come un ponte tra centro storico e la città contemporanea, tra tradizione e innovazione. Una promenade urbana di 250 metri con un mix di padiglioni restaurati e altri nuovi in un parco che apre alla città questo settore urbano prima chiuso in se stesso.
Realizzato a partire dal 2003, in più fasi, il campus ha visto in questi giorni il completamento dell’elemento più ambizioso - il nuovo teaching hub - composto dai tre corpi delle aule e dal “trefolo”, la spina dorsale del sistema: una lunga galleria urbana leggera e trasparente aperta verso il parco. Tre “percorsi intrecciati” di 6x3,5 m in cemento armato, rivestiti da 4.600 mq di lastre di acciaio, che partono dalle tre quote dell’impianto storico e, intersecandosi, definiscono uno spazio mutevole in altezza e in larghezza: il mall.
I percorsi accolgono gli spazi studio singoli e di gruppo (470 posti) per studenti, ricercatori e docenti.
"La metafora del trefolo - spiegano i progettisti - evoca l’essenza stessa dell’università: così come le funi si rafforzano perché formate dall’intreccio dei cavi, così le tre funzioni primarie dell’università – didattica, ricerca e alta formazione – si arricchiscono quando interagiscono tra loro (e con la città) generando luoghi anti-gerarchici, stimolanti, di scambio culturale, scientifico e tecnologico, di confronto interdisciplinare, di commistione tra studenti, docenti, ricercatori e cittadini. Un’interazione troppe volte trascurata negli atenei italiani, fondamentale per favorire un processo di crescita individuale e collettiva".
La geometria irregolare del lungo mall pedonale urbano, la forte permeabilità visiva e fisica con il parco, il sistema di illuminazione che si estende agli spazi esterni e il frangisole di rivestimento dei blocchi aula (23 km lineari in materiale di riciclo) che al contrario entra nello spazio interno, diluiscono il confine tra interno ed esterno, tra spazio collettivo e individuale. L’intero organismo è immerso nel parco che, abbattuto il recinto ospedaliero, entra finalmente a far parte del tessuto urbano. "Il gioco di rifrazioni del rivestimento in acciaio - aggiungono gli architetti - moltiplica la già forte presenza degli alberi registrando l’alternarsi delle stagioni".
Un organismo costruito non per sorprendere ma per incuriosire, un social network urbano, un’agorà universitaria progettata per stimolare senso e sensibilità, senza consumo di nuovo territorio. Il campus sarà inaugurato il 9 marzo dal Ministro all'Istruzione Stefania Giannini.
I NUMERI DEL PROGETTO.
Area totale: circa 9 Ha di cui 3,2 di Parco Pubblico e 1,8 di Corti Universitarie; volume ridotto da 247.000 mc (ospedale) a 238.000 (configurazione finale); 1.270 ml di nuovo percorsi urbani ciclo-pedonali; 2.000 mq di riduzione del consumo di suolo; incremento della superficie permeabile del parco. In totale ad oggi: 22.600 mq di S.l.p. di interventi di recupero e 13.300 mq di nuova costruzione.
Cronologia: masterplan: 2003; esecutivo seconda fase: 2008; cantiere: 2010-2014.
Costo delle due Fasi: 28 milioni di euro
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