“Anche una legge per l’architettura, ma sicuramente forse meglio delle norme, delle linee guide da fare in tempi rapidi, per migliorare il lavoro dell’architetto”. Alberto Bonisoli, neo-ministro del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, è intervenuto all’VIII Congresso Nazionale degli Architetti, dando la massima apertura al dialogo e alla definizione di un percorso condiviso con i professionisti. Attenzione alle città e all’integrazione dei saperi, questi i due temi rilevati dal Ministro che per la prima volta dall’inizio del suo mandato si è rivolto alla platea degli architetti, ricordando un messaggio di Andy Warhol, e sottolineando che la missione dei professionisti è quella di impegnarsi “a non rovinare la terra, la più bella forma d’arte che si possa desiderare, consegnandola alla società migliore di come si sia trovata”.
Bonisoli ha detto che “è importante che ogni singola scelta si faccia con attenzione, nell’ambito della propria professione. Ricordando qualche dato sul consumo di suolo, 5-6 mq al secondo, è chiaro che i professionisti - ha spiegato - devono avere una grande capacità di immaginare come riqualificare il patrimonio esistente e rigenerare il costruito, per restituire qualcosa di valido dal punto di vista estetico, ma anche con un alto valore educativo, economico e sociale”.
Ma che ruolo hanno gli architetti? “E’ fondamentale l’interdisciplinarietà. L’architettura è una professione che evolve - ha aggiunto il ministro Bonisoli - e l’architetto deve saper leggere i cambiamenti, interagire con gli altri esperti, detentori di competenze specifiche, e sintetizzarle in progetti e mega progetti al passo con i tempi”.
Sicurezza del territorio, diritto alla bellezza, multidisciplinarità, abitare. “Basta iniziative puntuali scollegate” ha ricordato Maurizio Savoncelli, presidente del Consiglio nazionale dei Geometri. “Serve una legge che va verso un uso intelligente delle risorse. Il tema delle città non può non passare attraverso una risistemazione delle competenze. Lo Stato deve prendere delle decisioni” ha aggiunto Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri. “Il tema della qualità è centrale per tutti e lo sviluppo sostenibile - ha aggiunto Andrea Sisti, presidente Conaf - dovrà permeare tutte le professioni”.
Il Ministro Bonisoli ha ricordato che la città, il tema sul quale tutte le professioni tecniche vogliono convergere, con un messaggio univoco alla Politica, “non è più l’Urbe, limitata entro confini chiari. Le città sono realtà multipolari con trasporti presenti e altri futuribili, con servizi che si potranno erogare in modalità che oggi non possiamo ancora immaginare. Entriamo in un’ottica - ha ribadito il Ministro - di nuovi spazi urbani diversi da quelli che abbiamo conosciuto finora. L’obiettivo è dare valore all’essere comunità”.
Ma oggi le città non danno risposte necessarie. “Oggi si parla di co-working, co-housing. Si parla di inclusività, sicurezza, degrado. Le periferie - ha ricordato Gabriele Buia, presidente ANCE - sono entrate dentro le città. Dobbiamo saper fare rete e sviluppare le nostre singolarità italiane. Serve un percorso normativo congiunto sulla rigenerazione urbana, anche con la demolizione e ricostruzione. Non basta la legge sul consumo di suolo. Non abbiamo più tempo, dobbiamo razionalizzare il processo normativo”. Il Presidente dei costruttori, con gli applausi degli architetti, ha riepilogato i passi da fare: fare in modo che la rigenerazione urbana sia di interesse pubblico; creare un’agenzia nazionale che razionalizzi i finanziamenti (ad esempio copiando quello che ha fatto la vicina Francia, ad esempio per il recupero del retroporto di Marsiglia) anche con una virtuosa partnership tra pubblico e privato. “Non c'è più tempo per i convegni, facciamo politiche univoche: oggi ci servono strumenti concreti”. L’appello della filiera è chiaro: qualità, concretezza e rapidità.
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