Coima si interroga sul futuro delle città e per proseguire nel suo piano di rigenerazione urbana e sviluppo immobiliare ha coinvolto alcuni protagonisti dell’architettura internazionale come Stefano Boeri, Chris Choa, Elizabeth Diller, Gregg Jones, Lee Polisano, Carlo Ratti e Cino Zucchi per dare vita ad un think tank. Nell’ambito dell’ottava edizione del Forum annuale (24 ottobre 2019) Coima ha presentato il primo risultato: “Undertaking for great cities”, una Carta che stabilisce le linee guida per lo sviluppo responsabile dei progetti urbanistici del futuro.
Il documento impegna il gruppo a sviluppare spazi urbani sostenibili e resilienti, dedicati a favorire l’innovazione in Italia. Previsti 5 miliardi di euro di investimenti responsabili nei prossimi 5 anni di cui oltre 2 miliardi già in fase di realizzazione.
«I flussi migratori dei prossimi decenni qualificheranno le città tra le infrastrutture fisiche più importanti del pianeta richiedendo un approccio responsabile alla rigenerazione urbana che sappia conciliare ambiente e comunità, integrando innovazione e affrontando temi fondamentali come l’inclusione sociale. La Carta – commenta Manfredi Catella, fondatore e Ad di Coima – rappresenta un codice di comportamento da adottare per una rigenerazione urbana responsabile che possa partire proprio dalle città italiane come esempio per tutte le città del mondo».
Un approccio responsabile allo sviluppo delle città, «vitale per l'ambiente e per le generazioni future, che – commentano dal Coima City Lab – dovrebbe includere un impegno a lungo termine nei confronti della comunità e prestazioni olistiche sostenibili con obiettivi misurabili».
Le linee guida tracciate dalla Carta prevedono che il disegno e la gestione di progetti di rigenerazione urbana dovranno essere a servizio del bene comune, creare un’identità, generare un senso di “luogo”, integrarsi con il resto del territorio, seguire i cambiamenti e durare nel tempo, contribuire a un ambiente più sano, incoraggiare l’integrazione, promuovere la biodiversità e la cultura green.
«Coima City Lab Charter identifica, per ogni progetto, specifici obiettivi e paramerti ESG misurabili, fornendo una piattaforma di calcolo che porterà alla verifica del rispetto di tali obiettivi. Così – spiegano dal gruppo – per favorire l’integrazione sociale e il benessere, i progetti dovranno prevedere, per una determinata percentuale, soluzioni per le nuove richieste abitative che tengano in considerazione i nuovi flussi demografici (ad esempio student/senior housing), ma anche proporre offerte culturali o per il tempo libero». A titolo di esempio, per promuovere una cultura green e un’economia circolare dovranno essere ridotte le isole di calore, migliorata la qualità dell’aria, utilizzata energia da fonti rinnovabili; i progetti dovranno avere certificazioni che garantiscano tali caratteristiche.
Una sfida per il futuro che va a sostanziare gli impegni già annunciati dal gruppo guidato da Manfredi Catella nel Bilancio di sostenibilità 2019.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tag: città; masterplanning; spazi pubblici