«Stiamo provando a fare un investimento sulle persone, noi non siamo solo quelli del ferro e del cemento, siamo quelli che utilizzando il ferro e il cemento per migliorare la vita delle persone», con queste parole, attraverso un video registrato, la ministra alle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli, ha aperto il convegno “Semplificare i lavori pubblici, rilanciando la centralità del progetto” organizzato dal Consiglio nazionale degli architetti. Al centro del dibattito l’opportunità di proseguire il percorso tracciato dal Dl semplificazioni (la legge 120/2020), con un nuovo provvedimento legislativo e con un alleggerimento dell’iter di esecuzione delle opere pubbliche, dalla programmazione al collaudo dei lavori, valorizzando contestualmente la centralità del progetto e la trasparenza negli appalti. In cima all’elenco, l’importanza dei concorsi e la semplificazione delle verifiche sui progetti.
Prima di entrare nel vivo, l’intervento di Giuseppe Cappochin, presidente del Cnappc. Per il numero uno degli architetti italiani «Quello che manca all’Italia è una visione complessiva del Paese. Bene tutti questi miliardi in arrivo, ma sembra più uno spezzatino. Senza visione e senza idee chiare di come dovranno essere le città».
Rino La Mendola, vicepresidente del Cnappc e coordinatore dell’Onsai (nuovo ossservatorio del Cnappc con il Cresme), è entrato a gamba tesa illustrando gli emendamenti proposti al Codice dei contratti pubblici. «Dalla programmazione all’affidamento, dalla progettazione ai concorsi, sono urgenti delle modifiche», ha specificato La Mendola.
Il vicepresidente del Cnappc, inoltre, ha illustrato gli obiettivi del nuovo Osservatorio nazionale sui servizi di architettura e ingegneria (Onsai). «Riteniamo che la semplificazione debba investire tutto il percorso di esecuzione di un’opera pubblica non sottovalutando l’importanza della centralità del progetto», commenta.
«Per prima cosa bisogna sfatare il luogo comune che i concorsi allunghino i tempi. I professionisti sanno che in quattro mesi si fa un progetto. È la situazione migliore sia per il committente che per il progettista. Quasi tutte le Regioni scelgono ormai i concorsi (a due gradi) per fare architettura e per fare delle buone costruzioni», afferma.
Ed è proprio per analizzare la correttezza dei bandi di progettazione e aiutare le amministrazioni che nel 2017 è nato questo Osservatorio che durante il webinair ha snocciolato numeri e percentuali di un sistema sofferente. Quest’anno l’Onsai è diventato il primo osservatorio che, oltre al monitoraggio sistematico, attua una verifica completa ed offre agli addetti ai lavori la possibilità di superare, in corso d’opera, le criticità rilevate nei bandi relativi a concorsi di progettazione ed affidamenti di servizi di architettura e Ingegneria pubblicati su tutto il territorio italiano. Nascendo sulla base del vecchio impianto, estende le attività con l’obiettivo di verificare, attraverso l’uso di un’apposita check-list, la compatibilità, alle norme vigenti e delle procedure. Un’evoluzione di quello che altri Ordini avevano già iniziato a fare ad esempio segnalando ai propri iscritti l’efficacia o meno dei concorsi indetti da Pa e privati.
Tante le cifre e salta subito all’occhio la fragilità del nostro sistema produttivo. «C’è un problema di scarsa capacità di crescita e di conseguenza di scarsa qualità della vita. Perché è diminuita questa nostra produttività? Secondo noi ha a che fare con il sistema infrastrutturale, non è solo causa del settore industriale, ma c’entra con la competitività delle città, con il territorio. Le città, che sono i motori di questo Paese», racconta, prima di illustrare i dati Lorenzo Bellicini, direttore del Centro di ricerche di mercato, servizi per chi opera nel mondo delle costruzioni e dell'edilizia (Cresme). I Comuni hanno perso infatti il 44%, le città metropolitane fino al 60%. «Oggi con la pandemia ci sono tanti soldi in arrivo – sottolinea Bellicini -, ma il problema è come allochiamo le risorse, come le spendiamo? Si fa fatica a trasformare queste risorse in progetti», riprendendo l’introduzione di Cappochin. C’è comunque un segno positivo: il lock-down e la crisi pandemica non hanno fermato la crescita della progettazione. Nei primi nove mesi del 2020, i bandi di gara per servizi di architettura e ingegneria (SAI) e gli altri bandi per servizi tecnici sono stati 5.694 con un incremento dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2019, gli importi messi in gara sono stati pari 1.364 milioni di euro, con un incremento del 35,9% rispetto al 2019. La crescita è sostenuta dai settori ordinari, che crescono del 2,6% nel numero e del 57,6% nell’importo; mentre i settori speciali diminuiscono del 23,7% nel numero e del 19,2% negli importi. Inoltre, va segnalato che è la crescita dei servizi di architettura e ingegneria a trainare il mercato (+12,8% il numero e +107,3% gli importi), mentre si contraggono del 14% il numero e l’importo degli altri servizi tecnici. Per quanto riguarda i concorsi, il numero rimane quello dello stesso periodo del 2019, 88, ma nel 2020 gli importi salgono a 6,2 milioni di euro contro i 4,2 del 2019 (+45,4%). Ora la novità sta che molte regioni del Sud ricorrono ai bandi: la Campania (+76,4% il numero, +65,9% gli importi), la Puglia (+9,6% gli importi e +54,3% gli importi), e la Sicilia che registra una eccezionale crescita del numero di bandi che passano da 237 a 460 (+94,1% e +18% degli importi).
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In copertina: foto tratta dal profilo Facebook del CNAPPC
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