Sono passati 40 anni dalla Legge sull’architettura in Francia, in Italia invece la questione è sempre sotto i riflettori: ogni ministro che si alterna al Governo ne fa cenno, senza riuscire finora a darne seguito concreto. Prima dell’estate un gruppo di architetti italiani guidati dai soci di Labics, Ma0, 5+1AA, Abdr con Gabriella Raggi, Luca Molinari, Andreas Kipar, Stefano Casciani, Francesco Cellini e Luca Montuori tra gli altri, avevano scritto una lettera a Matteo Renzi e al ministro Dario Franceschini per invocare, per l’ennesima volta, una legge sull’architettura. Un appello che iniziava con “non possiamo sottrarci all’architettura”, “L’architettura è un bene comune… è l’espressione del tempo in cui viviamo ... è la forma di una visione politica per la trasformazione di un Paese” e tra le urgenze segnalava la necessità di “riconoscere che il progetto è un’opera di ingegno e un servizio” e di “favorire tutte le azioni per una migliore promozione della cultura architettonica”. Ancora, tra le altre richieste, si ricordava la necessità di “affermare che il concorso è lo strumento ordinario e obbligatorio per l’attuazione degli interventi cui sono tenute tutte le Amministrazioni Pubbliche”.
L’appello: “fate una legge per l’architettura” aveva portato ad un incontro tra i promotori e il ministro Franceschini con Federica Galloni della Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane, ma poi tutto si è arenato, per l’ennesima volta. La questione è passata dal Mibact al nuovo Consiglio Nazionale degli Architetti che fa sapere che “c'è un gruppo di lavoro interno al lavoro su questo, sarà oggetto a breve di passaggi interni prima che esterni”. Intanto gli architetti si sono affidati al web e ora la petizione è anche online.
Nell’attesa di una definizione normativa più evoluta e puntuale sui temi della progettazione e della qualità dell'architettura, si va avanti costruendo la letteratura con singole storie, più o meno virtuose. Non mancano negli ultimi mesi iniziative di successo come la sfida promossa dagli Architetti di Milano con la piattaforma Concorrimi, giù adottata da molte pubbliche amministrazioni, o la stagione di concorsi annunciata e promossa da Cdp Investimenti sgr. Più in generale, committenti e progettisti vanno via via perdendo la fiducia in questo strumento: è già un primo passo importante indire concorsi, ma come e con quale seguito resta il punto cruciale.
Tra le iniziative più recenti, guardate con interesse dai professionisti italiani e non, c’è stata quella per una cinquantina di scuole innovative in tutt'Italia, maxi-concorso lanciato nel 2016 e scaduto il 31 ottobre, dopo un paio di proroghe per la data di consegna. All'inizio di novembre sul sito dedicato alle scuole innovative (utilizzando tra l'altro proprio la piattaforma Concorrimi) è stato pubblicato un messaggio che informava che "la prima seduta pubblica del concorso di idee fissata per il giorno 8 novembre 2016, alle ore 10.30, è rinviata a data che sarà successivamente comunicata e resa pubblica sul sito internet". Ad oggi il ‘Miur’ non ha ancora convocato la commissione che dovrà giudicare i progetti, 1238 proposte arrivate da tutto il mondo.
Nel frattempo è cambiato anche il ministro e c'è un nuovo sottosegretario all’edilizia scolastica. Inevitabilmente i progettisti cominciano ad interrogarsi sul concorso nato con grandi aspettative, considerando la campagna a sostegno dell'edilizia scolastica promossa nel Paese e ricordando che si trattava di una gara internazionale per la quale l’Inail ha messo a disposione una somma di 350 milioni in conto investimento. Le richieste di chiarimento sono arrivate numerose anche all'Ordine degli Architetti di Milano - avendo messo a disposizione la piattaforma Concorrimi - tanto che nei giorni scorsi il presidente Valeria Bottelli ha scritto alla neo-ministra Valeria Fedeli ribadendo anche che "la straordinaria compresenza di enti locali, di comunità e di progettisti coinvolti richiedono che l'intera procedura, dopo le diverse proroghe dello scorso anno, deve essere comunicata in modo chiaro - scrive l'architetto Bottelli - con una calendarizzazione delle attività che permetta alle amministrazioni selezionate e ai concorrenti la programmazione delle successive fasi di sviluppo dei progetti. Ci permettiamo inoltre di sottolineare l'importanza di condurre con profondità e completezza i lavori di giuria, concependo un meccanismo di valutazione capace di valorizzare lo straordinario sforzo messo in campo dai progettisti".
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