Intervista al presidente Alessandro Maggioni: "le cooperative non devono copiare il mondo dell’immobiliare, tornare all’identità originaria e dare risposta ai bisogni"

Ecco cosa fa Confcooperative per rianimare il mercato della progettazione

di Paola Pierotti | pubblicato: 19/06/2014
"Gli architetti si associno, non c’è più spazio per gli individualismi: parcellizzare le competenze e creare gruppi forti di un sistema di specializzazione. I professionisti dovrebbero anche essere più capaci di proporre iniziative a quei soggetti che sono in grado di sviluppare operazioni, a partire da un primo concept fattibile. Troppi architetti non sanno dove va il mondo, non sono strutturati per capire gli strumenti urbanistici calati nel tempo"
Alessandro Maggioni
Ecco cosa fa Confcooperative per rianimare il mercato della progettazione
"Gli architetti si associno, non c’è più spazio per gli individualismi: parcellizzare le competenze e creare gruppi forti di un sistema di specializzazione. I professionisti dovrebbero anche essere più capaci di proporre iniziative a quei soggetti che sono in grado di sviluppare operazioni, a partire da un primo concept fattibile. Troppi architetti non sanno dove va il mondo, non sono strutturati per capire gli strumenti urbanistici calati nel tempo"
Alessandro Maggioni

Alessandro Maggioni, architetto milanese quarantenne è al terzo mandato come presidente regionale di Federabitazione-Confcooperative, e da qualche settimana è stato eletto anche presidente nazionale. È lui uno dei motori del concorso dedicato agli architetti under35, AAA architetticercasi, arrivato ormai alla terza edizione. Maggioni da anni lavora all’interno della struttura delle cooperative per promuovere le giovani generazioni e premiare il merito. Tra le più recenti attività di Maggioni per rilanciare gli studi emergenti c’è il sostegno a CityLife e al Comune di Milano nella promozione del concorso privato promosso a maggio 2014 per la progettazione preliminare dell’asilo pubblico che sorgerà nell’area di trasformazione dell’ex storico quartiere fieristico. In gara c’erano cinque studi di architettura che avevano vinto le ultime edizioni del concorso AAA architetticercasi promosso appunto da Federabitazione Lombardia-Confcooperative con la partnership di Euromilano e Generali.

Un concorso privato, ristretto, dedicato ai studi giovani, che in meno di tre mesi ha portato alla scelta del vincitore. Come è stata questa esperienza?
Assolutamente positiva. Con Citylife e con la giuria del concorso AAA architetticercasi abbiamo ragionato su chi coinvolgere e abbiamo scelto di invitare cinque studi che avevano vinto le diverse edizioni del premio under35 (il vincitore del 2008, del 2010, e i tre migliori del 2013). Abbiamo fatto una scrematura meritocratica con l’obiettivo di dare una possibilità concreta ai giovani che si erano distinti nel concorso.

C’è un'attenzione particolare del mondo delle cooperative nei confronti dell’architettura?
Con questo impegno al fianco di CityLife e del Comune abbiamo voluto dimostrare, come movimento cooperativo, che possiamo essere propositivi nel mondo del progetto, ci hanno chiesto un supporto e siamo stati contenti di aver messo in campo il marchio e le risorse di AAA architetticercasi.
Voglio portare innovazione attraverso le giovani generazioni dentro Confcooperative, voglio riuscire a dimostare che l’investimento sulla qualità del progetto fa piacevolmente quadrare i conti.

A CityLife sarà costruito un asilo nido in legno, i progettisti vincitori hanno vinto 20mila euro quale anticipo dell’incarico, fino a che fase del progetto saranno coinvolti?
Ci sarà un approfondimento su questa questione. Trattandosi di un’opera a scomputo cercheremo di guidare il processo, anche in collaborazione con l'Ordine degli Architetti di Milano, in moto tale che a fronte di tanto entusiasmo non si incorra in qualche procedura che non valorizza la centralità del progetto.

Quali sono le opportunità concrete che hanno i giovani professionisti che vincono AAA architetticercasi?
Due dei gruppi vincitori nelle diverse edizioni hanno fatto squadra. Il team vincitore del 2014 ha fatto una cooperativa di professionisti, integrando competenze non usuali; un altro ha creato uno studio associato subito dopo il concorso. Mi sembra un buon esito: dimostare con i fatti che non esiste più la figura dell’architetto demiurgo solo al comando. I saperi complessi vanno strutturati in rapporti di collaborazione.
Tra i vincitori c’è anche un architetto che è diventato consigliere nazionale di Federabitazione, chi ha avuto prime connesse, chi ancora è stato coinvolto nel progetto del Villaggio di Cascina Merlata in zona Expo per conto di Euromilano.

Da neo-presidente nazionale, qualche proposta concreta dal suo manifesto di intenti?
Con la crisi le cooperative stanno riscontrando una forte selezione naturale: è necessario chiedersi quale sia il nostro ruolo, senza "scimmiottare" il mondo dell’immobiliare: abbiamo un'identità, quella di dare risposta ai bisogni e da lì dobbiamo partire.

Nuova architettura per l'abitare a Milano, oltre al noto caso di via Cenni, ha qualche esperimento interessante da segnalare?
Via Zoia che inaugureremo il 13 settembre. È stata una scommessa del Consorzio Cooperativa Lavoratori che ha contato sulla forza economica dei soci e ha realizzato 46 alloggi a 2100 euro/mq per la vendita di case di proprietà, 44 alloggi in affitto, di cui una quindicina con affitto sociale puro: 10 euro/mq, e altri 10 in affitto convenzionato a 450 euro al mese. Tutte le case sono in classe A.

La crisi miete vittime, il mercato cambia, cosa chiedete voi agli architetti?
Di mettersi insieme, non c’è più spazio per gli individualismi. Bisogna parcellizzare le competenze e creare gruppi forti di un sistema di specializzazione. Gli architetti dovrebbero anche essere più capaci di proporre iniziative a quei soggetti che sono in grado di sviluppare operazioni, a partire da un primo concept fattibile. Troppi architetti non sanno dove va il mondo, non sono strutturati per capire gli strumenti urbanistici calati nel tempo.
 

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