Contribuire a definire una visione condivisa e nuova dello spazio urbano che passi dalla cultura, fattore cruciale per dar vita a comunità resilienti. Su queste fondamenta poggia la “Call4(urban)Culture” lanciata dall’Ordine degli Architetti di Bologna attraverso la propria piattaforma telematica. Il bando si rivolge ad un ampio spettro di figure legate tanto a discipline scientifiche, quanto artistiche. Architetti e designer, scrittori e insegnanti, ma anche urban writers, performers ed economisti, il contest si rivolge a chiunque sia in grado di partecipare con un contributo che guardi alle nuove forme dello spazio pubblico e privato in un mondo cambiato in maniera irreversibile dal Covid19. La call rientra fra le iniziative comprese nel progetto “Città Come Cultura”, giunto alla terza edizione e organizzato dal Maxxi con il sostegno della Direzione generale creatività contemporanea del Mibact.
Il contesto. Come rilevato in più di un’occasione nei convegni e momenti di approfondimento che si sono svolti negli ultimi mesi, la pandemia ha accelerato cambiamenti giù in atto nella società. Nuovi metabolismi urbani, situazioni determinate dal cambiamento climatico, necessità di città più resilienti e allargamento della forbice fra le fasce più ricche e più povere della popolazione. Queste sono solo alcune delle questioni aperte e che si sono palesate durante l’emergenza sanitaria. Il lockdown, inoltre, ha evidenziato come le disparità già presenti all’interno delle nostre comunità siano derivate da una sottovalutazione delle necessità delle persone e dei loro bisogni, tema centrale fra l’altro per la rassegna d’architettura Spam, in corso in questi giorni a Roma. Motivo che ha spinto l’Ordine bolognese a cercare di trovare proprio nella collettività le risposte a queste sfide, sta nel rinnovato interesse per lo spazio pubblico e privato.
«Nell’ambito del nostro contributo a Città Come Cultura – spiega Pier Giorgio Giannelli, presidente dell’Ordine degli Architetti di Bologna – abbiamo deciso di chiedere un contributo in merito a com’è e come potrà essere la visione della città post pandemica. La call è aperta a tutti coloro che a vario titolo intervengono nei processi culturali delle nostre comunità e si riferisce a chiunque voglia dare suggerimenti, idee e visioni in grado di farci traguardare positivamente i prossimi anni intervenendo nei processi di trasformazione in modo inclusivo e partecipativo e con particolare riferimento alla mitigazione delle disuguaglianze, in qualsiasi forma esse si presentino».
La call, in forma palese, consente ai partecipanti di presentare contributi non solo inediti. Per cercare di incontrare le istanze e le forme espressive appartenenti a diversi ambiti culturali, sono state costituite quattro sezioni.
-Progetti. La prima è dedicata ai contributi grafici relativi a discipline come architettura, design e mondo dell’arte. La tipologia dei materiali dovrà essere analoga a quella prevista per i concorsi di progettazione, con scale grafiche e impaginazione a discrezione dei partecipanti.
-Parole. In questo caso ad essere richiesti sono i contributi di tipo saggistico e letterario, per un testo di non oltre 20mila battute. I testi potranno essere corredati da immagini, riferimenti bibliografici e note. Anche qui impaginazione libera.
- Immagini. Foto artistiche senza vincoli se non la coerenza e la rispondenza alle tematiche della call. Chi deciderà di partecipare a questo ambito della call dovrà condividere tre scatti di dimensione e orientamento a propria discrezione.
- Fotogrammi. Non poteva mancare la parte video e pensata per i contributi di tipo audio-visivo della durata preferibilmente non superiore ai tre minuti. Il file potrà essere condiviso attraverso un link ad un canale personale di una delle piattaforme più note come Youtube o Vimeo.
Commissione e premi. Come per il profilo ideale ricercato per la call, a giudicare i lavori sarà un team multidisciplinare coordinato da Alessandro Marata (Università di Bologna) e composto da Tommaso dal Bosco (Fondazione Ifel), Alessandro “Dado” Ferri (street artist), Laura de Marco (fotografa), Alessandra Landi (sociologa), Davide Rizzo (regista), Emanuele Urso (filosofo) e Simona Vinci (scrittrice). Gli otto componenti della giuria assegneranno un primo premio per ognuna delle quattro categorie in cui si divide la call. I vincitori collaboreranno alla realizzazione di una pubblicazione monografica dotata di codice Isbn, quindi vendibile nelle librerie.
Deadline. Per partecipare alla call, lanciata lo scorso 30 settembre, ci sarà tempo fino alle ore 12.00 del prossimo 20 novembre. Il 10 dicembre si terrà il convegno di chiusura durante il quale verranno premiati i vincitori.
Per tutte le info, vai alla pagina dedicata sulla piattaforma dell'Ordine degli architetti di Bologna.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tag: città; cultura; spazi pubblici