Da Expo Milano 2015 a Dubai 2020. I protagonisti della kermesse italiana valorizzano la competenza maturata e si organizzano per esportare il proprio know how ed intercettare concrete opportunità oltre confine. Quattro studi italiani e uno studio di Dubai hanno siglato un accordo per presentare progetti comuni per l'Esposizione del 2020 e in questi giorni si sono qualificati tra i progettisti internazionali per Expo Dubai. I protagonisti di questa iniziativa sono gli studi italiani Abad Architetti Srl, Maurizio de Caro Architects and Planners, Nexiar Srl, Aegis (Cantarelli and Partners) e lo studio di Dubai BD & S Middle East Engineering.
Maurizio De Caro è uno degli architetti che per Expo Milano è stato particolarmente impegnato con le architetture di servizio, il padiglione della Coca Cola e alcuni cluster. Come è nata l'idea di questa alleanza?
Abbiamo costituito un consorzio stabile tra studi quattro studi di progettazione italiani ed emiratini (Abad Architetti, Maurizio De Caro Architects & Partners, Aegis-Cantarelli e Associati, Nexiar Srl, BD & S Middle East Engineering), con sedi in Italia e a negli Emirati, finalizzato alla partecipazione ai concorsi di Expo 2020, e non solo. Il gruppo dispone di una forza operativa di 80/100 professionisti specializzati in tutti i campi della progettazione. Il team è in grado di fornire chiavi in mano qualsiasi tipologia di opera: paesaggistica, infrastrutturale e architettonica, di qualsiasi dimensione.
Ho avuto questa idea insieme ad Alessandro Bianchi, vista la nostra collaborazione per progetti in Italia e all’estero. Flessibilità, velocità, comunicazione, know-how sull’IT (e-portals, e-procurement) e conoscenza dei mercati, fanno di questo gruppo un riferimento per il real estate internazionale.
In quali opportunità concrete si traduce questo accordo?
La prima opportunità è stata quella di essere selezionati per l'albo fornitori ufficiali di Expo 2020 Dubai per tutte le gare di progettazione, la prima delle quali, in corso, riguarda l’Exbition Complex (CoEx), una infrastruttura di 180.000mq che comprende una Exhibition Hall, Visitor services e facilities.
Dal tuo punto di vista, Expo Milano per chi ci ha lavorato, è un biglietto da visita per relazioni internazionali?
Sicuramente, anche perché il nostro team si è occupato delle architetture di servizio (55.000 mq, 55.000.000 euro), del cluster del caffè, frutta e legumi, spezie e mercati (10.000 mq e 13.500.000 euro), del padiglione della Coca Cola (1000 mq, 2.000.000 euro, del padiglione del Nepal (2.000 mq, 3.000.000 euro), del padiglione dei partner Expo 2015 (4.200 mq, 6.000.000 euro). A livello internazionale stiamo ricevendo inviti per partecipare alle più interessanti gare di design.
Qual è l’eredita che il mondo dei professionisti ha portato a casa da questa esperienza?
Molto bella ed entusiasmante anche per i tempi compressi di sviluppo e realizzazione di tutti i progetti. E’ il modo di lavorare che il nostro team vuole sviluppare per i prossimi anni, evitando le pastoie burocratiche e l’indifferenza in cui il nostro lavoro creativo, così importante per lo sviluppo della società, versa.
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