Cultura, valorizzazione e versatilità. Tre le parole chiave del progetto "La cité des Cultures d’Italie” firmato dal giovane studio romano stARTT che ha vinto il concorso "Le ali ritrovate dell'Hotel de Galliffet".
La gara nata da un’idea della direttrice dell'Istituto italiano di Cultura a Parigi, Marina Valensise, riguarda l’ampliamento dell’Hotel de Galliate e prevede la ricostruzione delle due ali dell’edificio storico, sede dell’Istituto. Due gli obiettivi dell’iniziativa: valorizzare lo strumento del concorso per ottenere la migliore proposta progettuale e promuovere allo stesso tempo l'architettura italiana a Parigi.
“L’Italia è sempre stata vista come un grande contenitore multiculturale – spiega Dario Scaravelli, dello studio stARTT - e questo emerge come grande valore aggiunto in molti progettisti italiani. La nostra provenienza culturale ci supporta nel mettere in campo una capacità di leggere le stratificazioni, di entrare con competenza nel contesto e di privilegiare interventi che dialogano e rispettano gli edifici preesistenti”. Ed è con questo valore aggiunto che si sono distinti i quattro architetti under 40 di stARTT, che hanno concepito il loro progetto come un luogo pubblico articolato su due piani: una grande piazza al piano terra ed il foyer des cultures in un piano interrato.
L’ampliamento della struttura prevede una suddivisione delle aree in blocchi funzionali: la struttura centrale dell’hotel verrà destinata a ruoli di rappresentanza e direzione; l’ala est per corsi ed uffici; ed infine l’ala sud per il ristorante e l’Hotel d’Italie. “Il contributo italiano – continua Scaravelli - si esprime nel portare un’architettura capace di relazionarsi con l’ambiente circostante, uno processo che vuole realizzare strutture integrate nel contesto politico e sociale”.
La sinergia tra elementi moderni e tradizionali si realizza nel progetto in questione grazie al foyer, cuore innovativo della proposta. “Questo spazio –spiega l’architetto - è stato progettato per essere flessibile e riconfigurabile, adattandosi così alle esigenze dei nuovi edifici”. Da area per ospitare fiere ad atrio coperto per l’Istituto e la biblioteca Italo Calvino. Un centro di promozione della cultura italiana potenzialmente attivo 24 ore su 24, per porzioni edilizie indipendenti. Infine la scelta del nome: Cité des Cultures d’Italie vuole essere un omaggio al modello della città italiana, organizzata intorno ai suoi spazi pubblici, luoghi di condivisione e produzione dei saperi.
L'architettura italiana fa breccia in Francia, attraverso i concorsi. Dopo Renzo Piano e Fuksas, altri come 5+1AA, Scape, Mab Arquitectura sono emersi nel panorama parigino. Per quest'ultima gara, per l’ampliamento dell’hotel, hanno partecipato anche Baukuh, Diverserighe, Studio Errante, Sara Gangemi e Francesca Cesabianchi, Tomas Ghisellini, Margine, PioveneFabi, Tierstudio.
A sceglierli un gruppo di esperti dell'architettura italiani e francesi: Pippo Ciorra (senior curator architettura Maxxi), Jean-Louis Cohen (storico dell'architettura, Collége de France), Margherita Guccione (direttore architettura Maxxi), e Cino Zucchi (architetto, curatore del Padiglione Italia nella 14esima edizione della Biennale di architettura di Venezia). La scelta del vincitore è stata affidata invece alla giuria composta da Massimo Alvisi, Luca Molinari e Carlo Olmo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tag: arte; città; cultura; italiani all’estero; spazi pubblici; uffici