Come la scheda madre di un computer a scala urbana. E' questo il concept del progetto firmato da Arep e Silvio D'Ascia in Cina. Il team italo-francese ha realizzato in otto anni 14 edifici che ospitano il centro di calcolo per i prodotti finanziari derivati della borsa di Shanghai. Un progetto di architettura che ha mosso i suoi passi da un masterplan caratterizzato da un sistema di percorsi che ricorda quello dei circuiti elettronici di un processore.
In un'area di 10 ettari, a sud est della città cinese, i professionisti si sono aggiudicati nel 2005 una competizione internazionale e entro la fine del 2013 hanno costruito il nuovo polo da 120milioni di euro. Al suo interno si organizzano un polo per uffici, tre edifici residenziali, un'area per conferenze, spazi espositivi, un hotel e un centro attrezzato per lo sport.
Ad una ventina di chilometri dai grattacieli di Pudong i progettisti hanno firmato il progetto di un'intervento da 94.000 mq organizzando le diverse funzioni in tre fasce costruite: una contiene 50mila mq di uffici in un volume a base rettangolare tagliato in cinque sezioni dalla lobby di ingresso; una seconda fascia è caratterizzata da edifici destinati all'accoglienza, agli eventi e alle mostre (4.500 mq), al centro sportivo (3.500 mq) e ai data center (10.000 mq). La terza fascia organizza all'interno del parco una serie di piccoli edifici destinati al centro congressi, alla torre hotel (12.500 mq) e alla ricerca e formazione (5.500 mq).
Il trattamento delle facciate rimanda ai trigrammi (rettangoli di lunghezza variabile che formano motivi irregolare) simboli della cultura cinese usati per interpretare le regole dell'universo. Mentre le aperture nella pelle rimandano alla tecnologia digitale ricordando la disposizione casuale dei pixel.
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