Innovazione, impegno ed etica, sono le tre parole ribadite da Edoardo De Albertis, uno dei figli di Claudio De Albertis per raccontare il padre e l’imprenditore, l’uomo di associazione e di cultura. Intelligenza, astuzia e onestà, altre tre voci aggiunte da Aldo Mazzocco, presidente di Cdp Immobiliare intervenuto a Roma il 18 gennaio in occasione dell’evento di commemorazione promosso dall’Associazione Nazionale dei Costruttori per ricordare la figura del super-presidente, di Ance e Triennale, mancato alla fine del 2016.
Gabriele Buia, neo-presidente dell’Ance, ha sintetizzato le priorità di De Albertis: le città creative, il rinnovo del mondo delle imprese, l’attenzione alla qualità e all’efficienza con interesse alla sostenibilità ambientale e finanziaria e sempre mettendo la bellezza al primo posto. “Con De Albertis ci siamo allineati in questi mesi nell’intento di prendere per mano le imprese e insegnare loro il cambiamento doveroso. Dobbiamo rilanciare la nostra immagine – ha aggiunto Buia - per colpa di pochi stanno pagando tanti”. L’eredità di De Albertis va valorizzata e corre rapidamente il ricordo ad una delle tante iniziative da lui volute, come quella con le centinaia di caschetti gialli nella piazza della Borsa di Milano.
De Albertis era presidente dell’Ance, ma anche della più importante istituzione culturale di Milano. “De Albertis era sempre presente in Triennale, con discrezione. Lasciava le persone lavorare, discuteva con loro e partecipava”. Lo ricorda così Arturo Dell’Acqua Bellavitis, presidente del Triennale Design Museum, ribadendo la competenza, la visione strategica, la capacità di saper utilizzare la cultura come elemento fondamentale del suo operare. De Albertis alla Triennale ha riacceso un faro sull’architettura e sul dialogo tra questa e l'ingegneria. “Il mondo dell’imprenditoria è centrale, ed è prezioso che sia parte attiva nel mondo delle istituzioni. De Albertis – ha aggiunto il presidente – ha lavorato molto perché il design sia la chiave di veicolazione dell’immagine del Paese e nel prossimo futuro avremo progetti che sono nati con lui, come la giornata, a marzo, dedicata al design, con il racconto di storie imprenditoriali presentate da eccellenze italiane in 120 ambasciate italiane nel mondo”.
Ada Lucia De Cesaris, ex assessore all’urbanistica e ex vicesindaco del Comune di Milano ha condiviso con De Albertis gli anni della crisi del Paese e della rinascita di Milano. “Quando ci siamo incontrati, all’inizio del mio mandato, abbiamo intuito che, nonostante le nostre posizioni diverse, potevamo e dovevamo dialogare per fare il bene della città, attivando un virtuoso dialogo tra pubblico e privato”. L’avvocato De Cesaris ricorda De Albertis “critico e propositivo rispetto alle imprese, ne riconosceva le responsabilità e il valore. Condividevamo con lui il fatto che le regole dovevano essere alla base del nostro rapporto ma si poteva sperimentare. E ancora, per le costruzioni non c’è futuro se non si affronta il problema del vivere, di tutti. Ho sostenuto la scelta di De Albertis alla presidenza della Triennale: ci voleva, un costruttore che sa far di conto, che sa gestire denaro e sa mettere le mani sulle città, capace di tenere insieme idee, progetti e avere coraggio”.
Ricordando De Albertis si guarda al futuro. #Andiamoavanti è l’hashtag che ritorna. “Dobbiamo portare il settore al centro delle politiche industriali del Paese. Dobbiamo essere imprese in modo nuovo, dobbiamo metterci in gioco accanto agli altri operatori - ha dichiarato Buia – Claudio ci ha spronato al cambiamento e dobbiamo andare avanti”. Mazzocco ha lanciato per primo l’amo: Mondo delle costruzioni e dell’immobiliare coprono il 20% del Pil. C’è tanto lavoro da fare, ma non è ammissibile che un quinto del Paese sia escluso dal dibattito nazionale”. In Italia manca un sistema coeso che integri immobiliare e costruzioni.
Aldo Mazzocco ricorda il suo rapporto con De Albertis, “non era un santo né un filantropo ma intelligente, sincero, gli piaceva da morire la vita. Prima pensavamo alle nostre aziende poi al bene comune come arena dove difendere le nostre associazioni. Dovremo avere più Claudi nei posti di comando – aggiunge Mazzocco – senza algoritmi e senza piani strategici, per essere concreti. Con lui non facevamo complicate le cose semplici, non ci prendevamo in giro”. Mazzocco racconta di aver imparato da De Albertis com’è dinamica Milano, cosa sono le associazioni di categoria che devono essere salde per presentarsi alle istituzioni. Mazzocco saluta i costruttori con un invito a fare squadra “Dobbiamo riprenderci la capacità di leadership del paese”.
La figura di De Albertis è stata ricordata anche dalla figlia, Regina, che ha ribadito “l’Ance era la sua seconda casa. Papà si spendeva molto per portare avanti le istanze dell’associazione con passione, dedizione, grinta e spirito combattivo.
È stato Piero Torretta, grande amico e compagno di strada di De Albertis a tracciarne il profilo ricordando alcuni aneddoti e ribadendo gli insegnamenti lasciati nel tempo. “Correva sempre avanti, sempre per arrivare primo”, “Era orgoglioso della sua città ed era consapevole della solitudine della periferia”, “E’ stato lui a spingere per promuovere il dialogo competitivo per mettere in stretta relazione chi pensa e chi esegue le opere” e ancora “Ci ha insegnato il coraggio del cambiamento, invitando a modernizzarsi nella struttura e nella cultura, a servizio del bene comune”.
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