Aprirà le porte al pubblico martedì 17 gennaio la nuova sede triestina del gruppo Eataly. Dopo il Lingotto di Torino, il primo hub dell’azienda realizzato dieci anni fa nell’ex stabilimento del vermouth Carpano, dopo Roma nato invece dalla riqualificazione degli spazi dell’ex stazione Ostiense, e in attesa della conclusione del cantiere di Verona nell’ex fabbrica del ghiaccio in un’area un tempo industriale, la società di Oscar Farinetti taglia il nastro nell’ex Magazzino Vini di Trieste, con un progetto realizzato dallo studio Archea Associati, che rinnova il waterfront del capoluogo giuliano.
Sono serviti più di due anni per mettere d’accordo la Soprintendenza di Trieste e la Fondazione CRTrieste, il committente, sulle ipotesi progettuali dell’intervento di riqualificazione, che ha previsto lo smontaggio e il rimontaggio del muro storico perimetrale e l’inserimento di un corpo architettonico vetrato.
Un’operazione che, come espressamente richiesto dalla Soprintendenza, rispetta le volumetrie originarie dell’edificio per tutelare il contesto urbanistico in cui è inserita la struttura, pensata inizialmente per attività congressuali e poi studiata per una soluzione commerciale.
Rinnovare nel rispetto dell’esistente. A una distanza di circa tre metri dal muro perimetrale, il nuovo manufatto trasparente è collegato con delle passerelle sospese rivestite in pietra, al di sotto delle quali si trova una grande vasca d’acqua che circonda tutto l’edificio. Sono previsti due livelli interrati e due fuori terra: il piano -2 di circa 1.800 metri quadri è adibito a parcheggio, mentre gli altri tre piani, collegati da una doppia scala monumentale in acciaio corten, sono spazi commerciali concessi in locazione a Eataly.
Al piano terra si trova l’atrio, caratterizzato, oltre che dall’imponente scala, anche da due vasche d’acqua e da una grande parete rivestita con blocchetti di vetro retroilluminati che richiamano il rivestimento interno delle vasche in cui veniva conservato il vino. All’ultimo piano "il soppalco supera l’altezza dei muri perimetrali e raggiunge la quota del colmo dell’originario tetto a falde andato distrutto" spiegano dallo studio toscano. Verso il mare, una grande finestra permette una straordinaria vista del porto di Trieste.
"Con questa iniziativa – ha dichiarato Massimo Paniccia presidente della Fondazione – non solo si riqualifica completamente un’importante area delle Rive cittadine, già oggetto di intervento da parte della Fondazione con la ristrutturazione dell’ex Pescheria, ma si promuove anche l’insediamento di quello che potrà risultare un grande attrattore economico per la città, che ha già potuto creare cento nuovi posti di lavoro, in gran parte destinati a giovani locali".
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