Design, contenuti e servizi. Le edicole sembrano essere disposte a cambiare tutto pur di rimanere al passo con i tempi. Al bando sentimentalismi nostalgici, che guardano al tradizionale chiosco come luogo esclusivo per la vendita di quotidiani e riviste, oggi si punta su innovazione e multifunzionalità. Dopo l’accordo sottoscritto lo scorso 2 ottobre tra l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) e la Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg) per rendere questi spazi nuovi centri che elargiscono servizi, dalla prenotazione di visite mediche alle spedizioni di corrispondenza e pacchi, a Milano nei giorni scorsi è stato lanciato “Ambrogio”.
Nato dalla collaborazione tra Società Umanitaria, istituto filantropico fondato nel 1893 nel capoluogo lombardo e Faen Consulting, il progetto mira ad affiancare alla normale attività una capillare rete multiservizi capace di far evolvere la figura dell’edicolante in un moderno e fidato portiere di quartiere a disposizione dei bisogni e delle necessità degli abitanti. L’iniziativa si concretizza in una piattaforma informatica che funziona come social network e motore di ricerca, dove porter trovare idraulici, elettricisti, baby sitter, ecc e a cui si può accedere da smartphone, tablet e pc o recandosi direttamente presso una delle tante edicole presenti in città.
Se da una parte c’è la spinta dell’amministrazione pubblica dall’altra però ci sono le iniziative che non nascono da accordi burocratici ma direttamente dai privati, che hanno bisogno di tenere viva un’attività che trova sempre più in difficoltà, come confermano le parole di Ermanno Anselmi di Fenagi, tra i principali sindacati di categoria. "Il fatturato complessivo della vendita di prodotti editoriali negli ultimi dieci anni è sceso da 5,5 a 2,8 miliardi di euro - ha spiegato Anselmi - e il 65% passa dai 18mila punti vendita specializzati, le edicole”.
Si moltiplicano quindi i casi di chioschi che si trasformano in spazi multifunzionali per target diversi. È il caso per esempio di Amalia Guzzon che a Valdagno, in provincia di Vicenza, oltre a vendere giornali ha scelto di iniziare ad affittare costumi per Carnevale, o di Gianni e Francesca Gucci, edicolanti fiorentini che nel negozio in piazza Giorgini organizzano eventi per bambini, incontri con autori di libri, e anche mostre di reperti fossi o fotografie, per esempio, in una tenda montata all’esterno.
Il cambiamento non passa però solo attraverso i contenuti ma è anche nella forma. Negli ultimi 15 anni infatti sono numerosi i casi di rivisitazione architettonica delle edicole.
In Italia, Set Architects ha realizzato un’installazione all’interno della Casa dell’Architettura a Roma dal 24 al 26 settembre 2017. Una press box, che trasforma la struttura tradizionale dell’edicola in un archetipo dell’era contemporanea, una costruzione trasparente e leggera in acciaio e cartongesso, assemblata velocemente in quattro ore, contenente sugli scaffali numerose pubblicazioni internazionali e con un’area interna dedicata alla lettura.
E ancora in Europa, a Londra, è stata installata nel 2002, nelle municipalità di Royal Kensington e Chelsea, la Paper House di Heatherwick Studio. Un piccolo chiosco in legno e acciaio, un bozzolo che si apre facendo scorrere lateralmente le pareti, come una sorta di sipario che svela il contenuto, totalmente richiudibile la sera. “Abbiamo voluto creare uno spazio che ogni mattina potesse essere allestito velocemente, in poco più di 10 minuti, dai commercianti che tendenzialmente impiegano almeno un’ora per sistemare tutti i nuovi arrivi della giornata” hanno spiegato i progettisti.
Spostandoci oltreoceano, tra le più note la contestatissima struttura firmata dallo studio americano Grimshaw Architects per New York nel 2007: un design essenziale in vetro e acciaio, da alcuni definita l’“edicola di Ikea” per il suo stile anonimo, privo di dettagli caratterizzanti, che ricorda i prodotti del brand svedese. La struttura fa parte di un set proposto dallo studio per alcune aree della città, comprendente oltre al chiosco per i giornali, anche il format per un bagno pubblico e per una banchina d'attesa per la fermata dell'autobus. Tre prodotti di importanza diversa accomunati in un unica linea, che inevitabilmente spersonalizza gli spazi.
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