Un centro sportivo, uno spazio giovani e un centro psicopedagogico: tre programmi in un’unica architettura. E’ stato inaugurato a Parigi l’edificio polivalente in rue Paul-Meurice progettato dallo studio italiano Scape che nel 2010 ha vinto il concorso ad inviti promosso dal Comune di Parigi attraverso la Direzione del Patrimonio e dell’Architettura (DPA).
“Questo progetto è stato il nostro Caronte verso Parigi - racconta Ludovica Di Falco, socia dello studio Scape -. Abbiamo vinto il concorso, battendo gli altri quattro team in gara. Ci siamo presentanti con una cordata di tecnici e consulenti francesi ma il nostro studio era il capofila. Per il concorso abbiamo dovuto presentare un pre-preliminare, a ottobre 2010 abbiamo vinto la gara e a gennaio 2011 firmato il contratto. Nell’autunno del 2013 sono iniziati i lavori e ora l’opera è completata”.
Budget di 10milioni per l’edificio polivalente che come previsto dal bando rispetta l’ambiente e risponde alle performance richieste dal Plan Climat Ville de Paris (50kwh/mq). L’edificio situato all’estremità sud della ZAC de la Porte des Lilas è stato studiato per approfittare dello spazio libero, immaginare un sistema piastra-edificio e ancora ideare un edificio dall’immagine compatta e unitaria che mantenga l’autonomia delle sue funzioni.
Esternamente predomina il bianco: le facciate sono stare realizzate con pannelli di natura cementizia con fibra di vetro, pochi i giunti per leggere massa compatta; l’effetto vibrazione è stato reso possibile grazie ad una texture ad onda che farà reagire meglio la luce, valorizzandola. Sulla facciate grandi finestre di 4-5 metri di altezza. Anche internamente prevale il colore bianco e grigio, fatta eccezione per alcune zone come la parete d’arrampicata che è sui torni del rosa e per la pavimentazione della palestra in verde. Scape ha lavorato sull’inserimento del progetto nel contesto urbano ma anche sulla materia, con qualche sperimentazione: “nella palestra abbiamo realizzato un controsoffitto acustico di tela che ci ha garantito un risultato di omogeneità e continuità”.
Tre programmi in un edificio di 3.800 mq: 3000 mq ospitano la palestra, lo spazio l’arrampicata, la sala polivalente e i terreni sportivi esterni; 400 mq sono destinati a spazio giovani con sale di prova musicale e spazi multiuso; altri 400 mq sono destinati a uffici e sale di psicomotricità per bambini a 3 a 14 anni. “Questo edificio - spiega Di Falco - è salito in un’area che sarà completata con alloggi per studenti, centri accoglienza per lavoratori immigrati e un ricco piano di attività per lo sport”.
Il committente. “Il Comune di Parigi attraverso l’organismo preposto (DPA) bandisce tutti i concorsi di architettura - spiega l’architetto dello studio Scape - con grande attenzione alla qualità complessiva, al rapporto con il patrimonio esistente e all’energia. Il bando era di un rigore unico - commenta Di Falco - preciso ed esigente: erano dettagliate le dimensioni dei servizi igienici, l’unica licenza poetica ci è stata consentita in termini di layout integrando la nuova costruzione con l’ampliamento sulla piastra esistente”.
Il rapporto con la città. Alla scala di quartiere l’utente percepisce distintamente i tre programmi e i loro accessi. Alla scala urbana invece attraverso il rapporto con la ZAC e con il Boulevard péripherique i tre programmi costituiscono una sola e unica entità compatta le cui grandi vetrature arretrate rispetto al filo della facciata creano il collegamento tra il suolo e il cielo. Internamente l’architettura è dinamica: per le tre strutture è stata realizzata una segnaletica semplice che può orientare gli utenti verso le attività. La palestra è l’elemento di raccordo dalla quale sarà possibile vedere tutti gli altri spazi.
Sostenibilità. “Il nostro studio per scelta non lavora progettando un edificio e apportando poi degli accorgimenti tecnici per renderlo sostenibile. Per noi l’architettura deve nascere sana fin dalla sua concezione - spiega Di Falco - ecco ad esempio che per inserirci con armonia nel resto della ZAC abbiamo scelto di interrare parzialmente la palestra (4 metri su un totale di 7) per impattare il meno possibile e per avere un effetto di continuità nel contesto urbano”. Per raggiungere l’obiettivo della classe energetica imposto, richiesto dal Comune si è deciso di inserire circa 300 mq di pannelli fotovoltaici sulla copertura.
La normativa. “Non è meno restrittiva di quella italiana: è severissima dal punto di vista ambientale - spiega Di Falco - infatti devi dimostrar che raggiunti determinati livelli di performance. Altro tema è quello della sicurezza antincendio: in un’unica operazione abbiamo dovuto rispettare tre diverse richieste dovute ai differenti programmi. Terza questione: l’accessibilità. In Francia non sono meno severi dell’Italia ma le norme sono chiare e anche uno studio estero come il nostro, con molta dedizione, è riuscito ad affrontare il suo primo grande progetto pubblico”. Scape si è presentato alla gara con un team completamente francese: LGX Ingénierie per la struttura e gli impianti, Franck Boutté Consultans come consulente per lo sviluppo sostenibile e Antonio Stignani per il paesaggio. Scape ha firmato tutte le fasi del progetto e ha seguito la direzione lavori. “In Francia non ci sono appalti al massimo ribasso - commenta Scape - e noi siamo stati incaricati dalla committenza di controllare la conformità dell’impresa in cantiere e di assistere il Comune nella selezione delle aziende che avanzavano le offerte”.
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