Tema caldo da ormai 10 anni che ha fatto i conti con un’assenza di strategia operativa e con la crisi del settore immobiliare: gli scali ferroviari milanesi sono tornati sotto i riflettori insieme all’urgenza della loro riqualificazione. Un argomento utilizzato anche in campagna elettorale dal sindaco Beppe Sala che ha promesso sarebbe stata una delle priorità della sua giunta. Promessa mantenuta visto che in questi giorni Ferrovie dello Stato e Comune si sono incontrati per discutere le future prospettive delle sette aree per un totale di 1,2 milioni di mq.
"Beppe Sala l’aveva promesso in campagna elettorale: il ridisegno degli scali – si legge nell’articolo di Alessia Gallione su Repubblica - da Farini a Romana, da Porta Genova a San Cristoforo, da Lambrate a Greco, sarebbe stato il primo provvedimento che la sua giunta avrebbe ripreso in mano”. E dopo quasi un mese dalle elezioni qualcosa si è mosso. Obiettivo accendere un faro sui temi di rigenerazione urbana, case low cost e parchi, in linea con le questioni prioritarie dell’agenda nazionale, proporre concrete iniziative per riavviare il mercato dopo il boom degli anni Duemila in cui si sono sviluppate azioni di forte identità simbolica come quelle realizzate da Citylfe a Porta Nuova.
E' opinione ormai condivisa dai diversi attori economici che il futuro di Milano si giochi sul post Expo e sui sette scali che attendono un piano di riconversione.
L’urgenza è ormai manifesta e sia Carlo De Vito che Maran lo riconoscono. Come si legge nell’articolo sul Corriere, De Vito afferma che “l’impegno di Fs è realizzare da subito le opere ferroviarie, le nuove stazioni, i collegamenti stradali”, mentre Maran su Facebook dichiara “abbiamo fretta di fare le cose per bene".
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