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Cantiere a Milano. Molinari: "Fare architettura oggi significa avere ambizione di programma e presenza fisica"

Come scrivere la città contemporanea: Herzog & De Meuron per Feltrinelli

di Paola Pierotti | pubblicato: 19/11/2014
"Il progetto ha preso forma a partire dal 2000 quando Carlo Feltrinelli si è rivolto agli architetti svizzeri, affascinato dalla loro produzione. I lavori sono partiti: è stata scavata una grande buca lunga 220 metri e larga 40. Un edificio di 10mila mq di cui 2500 saranno per la Fondazione, la parte restante per un mix di usi diversi, per Milano e per i suoi cittadini"
Dario Giambelli
Come scrivere la città contemporanea: Herzog & De Meuron per Feltrinelli
"Il progetto ha preso forma a partire dal 2000 quando Carlo Feltrinelli si è rivolto agli architetti svizzeri, affascinato dalla loro produzione. I lavori sono partiti: è stata scavata una grande buca lunga 220 metri e larga 40. Un edificio di 10mila mq di cui 2500 saranno per la Fondazione, la parte restante per un mix di usi diversi, per Milano e per i suoi cittadini"
Dario Giambelli

Scrivere le città. E’ iniziato a Roma il tour della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli con Finival (la società del gruppo Feltrinelli che a partire dal 1989 gestisce tutto il patrimonio immobiliare del gruppo Feltrinelli) per raccontare al Paese il cantiere di Porta Volta a Milano: un grande progetto di architettura firmato Herzog & De Meuron che ospiterà gli archivi della Fondazione, un centro di studio e ricerca a livello mondiale, ma anche un progetto per Milano e per i suoi cittadini. Il progetto è fortemente voluto dal gruppo editoriale per valorizzare quest’area dove originariamente c’erano le falegnamerie Feltrinelli e per realizzare un polmone verde con boulevard e piste ciclabili. A quota zero ci saranno caffetterie, ristoranti, negozi: “quando cadranno le cesate di cantiere - racconta Luca Molinari, critico dell’architettura che curerà un volume sul progetto Feltrinelli per Porta Volta - la città si riapproprierà di un’area riqualificata fruibile e da vivere”.

A Roma il 18 novembre Dario Giambelli, ad Finival, Massimiliano Tarantino, segretario generale della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, lo scrittore romano Paolo Di Paolo e Luca Molinari hanno raccontato il progetto alla libreria Feltrinelli della Galleria Alberto Sordi in via del Corso. A pochi giorni dalla cerimonia ufficiale della posa della prima pietra (nonostante il cantiere sia già partito da alcuni mesi) è iniziato questo giro per l’Italia per far conoscere un'architettura  che ha l’ambizione di essere un centro internazionale per i ricercatori, sui temi delle scienze sociali, un riferimento per la didattica, la conoscenza e la formazione, ma anche un luogo accogliente e ricco di servizi per la città.

“Il progetto di Porta Volta è un progetto storico per il nostro gruppo - ha raccontato Giambelli -. Insiste in un’area di proprietà della famiglia Feltrinelli dove nella seconda guerra mondiale sono stati distrutti i depositi di legname. Per anni è stata una ferita nel centro di Milano, in parte è stata utilizzata come vivaio ma da sempre abbiamo coltivato il desiderio di fare in quest’area un progetto innovativo che ha preso forma a partire dal 2000. Carlo Feltrinelli si è rivolto subito agli architetti svizzeri, affascinato dalla loro produzione. I lavori sono partiti: è stata scavata una grande buca lunga 220 metri e larga 40: in molti si sono domandati cosa stavamo facendo in quest’area e via via abbiamo svelato il nostro progetto. Un edificio di 10mila mq di cui 2500 saranno per la Fondazione, la parte restante per un mix di usi diversi”. L’edificio raggiungerà entro un anno l’altezza definitiva di 32 metri.

Per Feltrinelli quello di Porta Volta non è un progetto immobiliare ma il progetto immobiliare.

“Fare architettura contemporanea oggi significa avere ambizione di programma e presenza fisica - ha commentato Molinari - l’architettura contemporanea non si nasconde, pur dovendo essere delicata nel rapporto con il luogo. Gli architetti devono avere il coraggio di lasciare un segno nella contemporaneità, di non nascondersi dietro una mimesi ipocrita. Servono opere coraggiose per rappresentare questo tempo”. Ed è così che a Porta Volta Herzog & De Meuron hanno studiato una soluzione che prende come riferimento la modernità milanese di Gardella, Figini e Pollini o BBPR, “o meglio delle strutture seriali di Aldo Rossi, di cui gli architetti sono stati allievi tra il ’69 e il ‘72 - precisa Molinari -. Un mix tra il razionalismo italiano fatto di reticoli e astrazioni e la struttura nervosa delle verticali del Duomo di Milano”.

“La nuova architettura oggi deve essere concepita anche per risarcire la città offrendo spazi pubblici e luoghi per la comunità - aggiunge Molinari - ecco che a Porta Volta il piano terra diventa progetto, ed è una risorsa preziosa”. Storicamente Milano è fatta di corti, di relazioni introverse e lo stesso Herzog ha apprezzato “come si vive la socialità in Italia” ha ricordato Massimiliano Tarantino, e l’ha valorizzata in questo progetto. “Vivete negli appartamenti e nei palazzi usando spazi interni ed esterni, così a Milano abbiamo voluto realizzare un edificio trasparente che si apre sulla strada e ne fa un’architettura sociale” ha riportato Tarantino.

Il segretario generale della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli ha ribadito il senso dell’operazione: “dare materia ad un obiettivo di grande respiro, costruire uno spazio per la condivisione della conoscenza e la creazione del sapere critico, mettere a disposizione i fondi archivistici e realizzare non solo un luogo di conoscenza ma anche stimolare un nuovo rapporto tra le istituzioni culturali italiane e non e il Paese, compresa la politica”.

La famiglia Feltrinelli impegnata nel campo dell’editoria, delle librerie e recentemente anche della televisione investe (e per il momento preferisce non far conoscere il quantum dell’investimento) in un’operazione che oltre agli archivi ospiterà una sala polifunzionale da 300 posti, due piani uffici e una libreria dedicata solo alla saggistica. “Nella cuspide - precisa Tarantino - immaginiamo una sala lettura da 80 posti con vista sulla città, direttamente collegata alla sala archivi”.

Come in tutti i progetti di Herzog & De Meuron la materia è protagonista e qui sono il vetro con la sua trasparenza il cemento armato strutturale per il corpo di fabbrica.

Per un’area limitrofe al nuovo progetto di Porta Volta, di proprietà del Comune, Feltrinelli ha fatto sviluppare agli architetti svizzeri il prolungamento del progetto e lo ha donato all’amministrazione comunale. Molto probabilmente ci sarà un’asta per trovare un partner finanziario che dia seguito alla valorizzazione dell’area (per ora con destinazione direzionale). “Speriamo che si trovi un operatore privato - ha precisato Giambelli - interessato a farsi carico del vantaggio e del vincolo che offre questa opportunità, per collaborare con il gruppo Feltrinelli a realizzare un grande progetto culturale” (e non solo immobiliare).

Per approfondimenti il sito del progetto Feltrinelli per Porta Volta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tag: cultura; spazi pubblici; uffici
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