Conoscenza e comunicazione delle nuove opportunità e procedure per l’edilizia sostenibile. Queste le tematiche al centro del convegno organizzato da GBC a Roma il 5 ottobre. Un incontro tecnico che ha messo a fuoco punti di vista, criticità e opportunità. “Siamo nel mezzo di una grande crisi del settore che ci sta fornendo però prospettive interessanti e molto stimolanti - ha dichiarato Gianni Silvestrini, presidente di GBC Italia -. L’economia circolare e i cambiamenti climatici saranno i due driver che consentiranno di far evolvere il mercato dell’edilizia. Dopo il rush di Usa, Cina e India per la ratifica dell’accordo di Parigi anche l’Ue ha finalmente deciso di firmare, impegnandosi così a ridurre le emissioni entro il 2030 di almeno un terzo rispetto ai livelli medi attuali. Per fare questo gli strumenti normativi esistenti non bastano”.
Di quali strumenti si sta parlando? Anche delle detrazioni fiscali che funzionano ma su scala ridotta. “Attualmente gli sgravi fiscali non si prestano all’applicazione su interi edifici – spiega Silvestrini - l’efficientamento energetico di un singolo alloggio porta ad una riduzione di circa il 15% dei consumi. Noi dobbiamo arrivare almeno al 50% e questo si può fare solo creando strumenti applicabili su interi stabili”.
Alessandro Cattaneo, presidente della Fondazione Patrimonio Comune dell’Anci, sostiene la necessità di creare una cultura della rigenerazione a partire dalle piccole amministrazioni locali. “I sindaci degli ottomila comuni italiani hanno iniziato a capire che il risparmio energetico e monetario può essere una leva per efficientare il patrimonio esistente. Se prima queste tematiche spaventavano, ora siamo sulla strada giusta per creare maggiore consapevolezza. Dobbiamo investire di più sulle competenze nei piccoli comuni e sull’interazione tra settore pubblico e privato”.
Secondo l’ultimo censimento Istat del 2011 sono oltre 31 milioni le abitazioni in Italia, di cui oltre il 60% costruite prima della legge n.373 del 1976. Tradotto? Gran parte degli edifici presenti nel nostro paese registrano consumi annui in classe energetica G, che vanno da un minimo di 160kWh/mq ad oltre 220kWh/mq all’anno.
“Le barriere agli interventi di efficientamento energetico sono sostanzialmente due: quelle di tipo tecnico che si muovono a livello di pianificazione territoriale e vedono la disomogeneità di applicazione di alcune procedure, e quelle di tipo economico finanziario, a causa ad esempio di alti tassi di interesse applicati su alcune procedure, o alla carenza di finanziamenti a tasso agevolato”. Queste alcune delle criticità spiegate da Amalia Martelli dell’Enea.
Tra le novità nel settore c’è il nuovo Conto Termico. Entrato in vigore il 31 maggio 2016, è uno strumento di sgravi fiscali rivolto alla riqualificazione dell’edilizia pubblica. “Il Conto – ha spiegato Filippo Marcelli di Gestori Servizi Energetici (GSE) - è stato pensato per incentivare interventi che incrementino l’efficienza energetica e la produzione da fonti di energia rinnovabili. Fino ad ora gli incentivi richiesti dalle pubbliche amministrazioni sono in media pari a 21-22mila euro ad intervento”. Le provincie che fino ad ora si sono contraddistinte per processi di efficientamento sono Milano, Brescia, Pordenone, Forlì, Firenze e Cuneo.
Secondo il GBC, il nuovo Conto Termico e il Fondo Kyoto rappresentano per le Amministrazioni Pubbliche l’opportunità di finanziamento per la riqualificazione del proprio patrimonio edilizio, la cui messa in atto dovrà rispettare i nuovi Criteri Ambientali Minimi. L’edilizia scolastica, dove è sempre più forte la ricerca di progetti di qualità, potrebbe essere uno dei casi di applicazione di questi strumenti. “Purtroppo però le linee Anac sulla scelta dei tecnici non vanno in questa direzione – ha dichiarato Roberto Ballarotto del Ministero dell’Ambiente – ci si focalizza più sui fatturati pregressi delle aziende, ostacolando così l’innovazione”.
Risposte progettuali possibili? Ci sono. Alessandro Speccher, architetto e presidente di Progetto CMR affronta il tema ricordando l’audit energetico e la digitalizzazione del progetto. “Grazie ad analisi sul comportamento energetico degli edifici – spiega Speccher - si può capire dove e come agire per riqualificare, evitando di posizionare risorse finanziare nel modo sbagliato”.
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