Un team di 200 persone e un fatturato di 21milioni di euro in constante crescita. E’ la società di ingegneria 3TI Group che dal 2012 ha fondato un “laboratorio” di sperimentazione denominato 3TI_LAB dedicato all'architettura e alla ricerca nei campi delle scienze sociali e della costruzione. Il team è guidato da Antonello Stella (ex partner di n!studio) e da Paolo Rossi (35 anni, ex n!studio con esperienza internazionale) con una quindicina di architetti che lavorano negli uffici di Roma e con un'unità operativa anche a Ferrara. Obiettivi? Superare la dicotomia tra architettura e ingegneria; puntare sull’internazionalizzazione non in modo saltuario; diventare competitivi investendo sulla qualità del progetto. “Dopo la mia lunga esperienza in n!studio dove per anni abbiamo investito oltre confine dalla Francia al Vietnam - racconta Stella - mi sono reso conto che nonostante l’impegno non riuscivamo mai a raggiungere i risultati desiderati: per fare il salto era necessaria l’integrazione tra qualità architettonica e struttura aziendale solida. Ecco allora l’idea della partnership con 3TI che ho condiviso con Rossi che nel frattempo aveva maturato un’esperienza a Londra nella struttura di SOM”.
“3TI è una società solida - spiega Stafano Luca Possati, direttore tecnico del gruppo -. E’ tra le poche strutture italiane indipendenti con capitali propri. Lavora in oltre 30 paesi con più di mille clienti”. Nel corso dei suoi 17 anni di attività il gruppo ha maturato competenze significative nel settore delle infrastrutture, con particolare interesse per le ferrovie e le autostrade, dallo studio di fattibilità al dettaglio di cantiere, più recente l’impegno nel settore aeroportuale. “Due anni fa abbiamo deciso di investire nell’architettura forti dell’idea che il progetto di qualità sarebbe stato un valore aggiunto per la nostra attività” aggiunge Possati.
3TI si sta allenando per lavorare con un approccio olistico come da decenni fanno le grandi società di ingegneria e management di tutto il mondo “ma in Italia manca il cliente. Qui ancora si ragiona in termini di progettista unico - commentano da 3TI -. Il committente ideale potrebbe essere l’investitore che arriva dall’estero e che richiede un unico punto di riferimento. In ogni caso ci stiamo attrezzando per quando la situazione italiana si stabilizzerà”.
Antonello Stella ha iniziato la sua attività all’inizio degli anni ’90, come ha fatto 3TI. “Siamo la generazione post Tangentopoli - commenta l’architetto romano - siamo arrivati in questo mercato quando in Italia è crollato il mondo delle costruzioni. E una volta affacciati all’estero, e visto che gli investimenti là sono possibili, abbiamo deciso di unire le forze. Siamo entusiasti dell’avventura, i frutti si misureranno nel tempo lungo ma già stiamo lavorando a decine di progetti”.
Bilancio 3TI Group. “Negli ultimi quattro anni abbiamo raddoppiato il nostro fatturato e nel 2014 abbiamo raggiunto il risultato di 200 nuovi progetti iniziati, così che nella nostra storia abbiamo completato con successo 2500 progetti” racconta Alfredo Ingletti, presidente 3TI Progetti. 3TI punta tutto sulle alleanze e la scorsa settimana ha firmato un importante accordo a scala internazionale acquisendo il ramo italiano di URS Corporation, recentemente annessa in AECOM, colosso che ad oggi conta centomila ingeneri in tutto il mondo.
"Non si può più pensare alle attività dell'architettura e dell'ingegneria senza investire nella costituzione di uno staff multidisciplinare. I grandi progetti - continua Ingletti - impongono una forte capacità produttiva che necessita di un'organizzazione competitiva con i colossi stranieri, con i quali capita anche di dover fare delle alleanze". Organizzazione e interdisciplinarietà sono le due carte che Ingletti si gioca anche quando parla con il cappello di vice-presidente dell'Oice. "Non si può negare ormai l'esistenza di società di ingegneria e di società interdisciplinari, nel nostro gruppo non tutti i soci sono architetti o ingegneri. Per fare investimenti oltre i nostri confini bisogna rafforzare la massa critica. Se in Italia ci sono solo una ventina di Società di professionisti - commenta Ingletti - significa che il modello proposto non è compatibile con il mercato di riferimento né italiano né internazionale. Serve maggior flessibilità".
Oggi l'architettura per 3TI pesa solo qualche punto percentuale, "ma l'investimento in questo senso nasce prima di tutto da un progetto culturale e dall'idea di unire le competenze, di allargare lo spettro anche quando si progetta una diga o una metropolitana. Con questo spirito - racconta il presidente di 3TI - dopo aver coinvolto gli architetti guardo con interesse ad un'alleanza con gli analisti del mercato, i pubblicitari, i geografi e tutte le altre discipline che in qualche modo potrebbero arricchire e dare valore alle proposte progettuali".
3TI e l’architettura. Fin dalla sua costituzione 3TI ha collaborato con numerosi studi di architettura, principalmente romani: da Francesco Cellini ad ABDR, anche n!studio era uno degli studi-partner.
Da quando è nato 3TI_LAB l’architettura si fa in casa “ma quando serve la potenza di fuoco dei requisiti, partecipando a grandi gare, puntiamo ancora una volta sulle alleanze - spiega Stella -. Al concorso del museo Guggenheim di Helsinki stiamo partecipando con una grande società di ingegneria di Stoccolma e per il museo della musica di Liget a Budapest ci siamo classificati nei primi 15 posti su 250 partecipanti. Ci capita però di coinvolgere studi italiani, nostri colleghi, per sviluppare operazioni più complesse dove serve una regia unica ma dove l’apporto di più mani può dare valore aggiunto. A Budapest abbiamo coinvolto ad esempio Daniele Durante dello studio BV36 e Ocra architetti associati”.
Nel team di LAB con Antonello Stella e Paolo Rossi ci sono tra gli altri Valerio Rompietti, Florindo Ricciuti, ex Zaha Hadid Architects e Carla Gerundino, fondatrice di AWR. "La nostra è una sfida - commenta il trentacinquenne Rossi - vogliamo gestire progetti complessi di qualità, progettare edifici che possano essere costruiti senza stravolgere il concept, e proporre un'alternativa alla griffe delle archistar trasferendo piuttosto l'idea di un brand che produce qualità fino al dettaglio". Nel nuovo LAB il metodo di lavoro prevede che architetti, ingegneri, esperti dell'ambiente, project manager ed esperti di brand identity possano lavorare insieme riconoscendo il valore aggiunto di ogni expertise. Rossi importa in 3TI la sua preziosa esperienza con SOM dove la prima regola, come vale per tutte le società internazionali di successo, è che il progetto si gestisce controllando costi e tempi all'interno di un budget prestabilito. "Il designer è la pedina fondamentale in un meccanismo perfetto, interagisce collaborando senza entrare in competizione con le altre attività specialistiche. Lavorando in SOM sembrava - aggiunge l'architetto - di contribuire alla progettazione di quella che in Inghilterra si chiama Timeless Architecture: specialisti di tutto il mondo entrano in cortocircuito ogni volta che serve un aiuto, una consulenza, non ci si rifiuta mai".
Lo scorso anno 3TI lavorava per il 30% all’estero, ora per oltre il 40% e le proiezioni per l’anno prossimo sono crescenti. La ricetta 3TI è chiara: “Per penetrare i mercati internazionali stiamo costruendo un network globale con partner affidabili in tutto il mondo”.
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