Lupi al MAXXI con l’hashtag #lecittàvivibili. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha convocato per oggi al Museo di Roma un dibattito pubblico sul nuovo disegno di legge dedicato ai "Principi in materia di politiche pubbliche territoriali e trasformazione urbana" che ridefinisce, integra e rinnova le norme urbanistiche di valenza nazionale, ferme al 1942.
Il Ministero ha avviato anche una consultazione pubblica online. La bozza del testo potrà essere commentata e implementata con spunti critici entro il prossimo 15 settembre.
Lupi ha esplicitato tre proposte per la trasformazione urbana e nuove politiche territoriali. Prima di tutto prevede una Conferenza semestrale del governo del territorio, aperta a tutti gli esperti coinvolti a vario titolo nella materia in modo da non avere solo approcci settoriali all'argomento. Quindi: urbanisti, architetti, ingegneri, agronomi, storici, sociologi, geologi, economisti.
Seconda proposta è una Sessione del Consiglio Informale dei Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti della UE che si terrà a Milano dal 14 al 16 settembre prossimo dedicata a infrastrutture e mobilità delle città a cui interverranno i sindaci delle grandi città europee.
Terzo tema proposto dal Ministro è la predisposizione di un Regolamento edilizio quadro al quale possano riferirsi i comuni per poi adattarli al proprio territorio. “In Italia - ha detto il ministro- abbiamo 8000 regolamenti edilizi comunali, difficile pensare a un governo del territorio in queste condizioni".
Il testo del Disegno di legge è disponibile sul sito internet del ministero.
“Il disegno che abbiamo in mente – ha detto il Ministro Lupi - non si limita alle procedure urbanistiche, ma coniuga procedure e contenuti territoriali e urbanistici, che si chiamano oggi rinnovo/rigenerazione della città esistente, politiche abitative ispirate alla logica del «social housing», riduzione dell'occupazione del suolo”.
Un secondo carattere distintivo della proposta sta nella riconquista dello spazio dello Stato nella politica territoriale. “Nessun riflesso centralistico, ma – al contrario – l'assunzione della responsabilità di misurarsi con l'integrazione delle politiche pubbliche di settore, solidarizzandole in una azione pubblica territoriale unitaria. Senza strutturare questo livello superiore di responsabilità non sarà possibile ridurre quella entropia, percepita come incertezza dagli stakeholders, che è oggi uno dei punti di maggiore debolezza subìto da tutti i sistemi territoriali locali”.
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