Al volume dedicato al futuro della portualità europea va il premio Trasporti & Cultura 2014, assegnato a dicembre da una giuria di specialistici e universitari a Roma e giunto all’undicesima edizione. Scritto a due mani da Paolo Costa, Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, e da Maurizio Maresca, Ordinario di diritto dell’Unione Europea nell’Università di Udine e già Presidente dell’Autorità Portuale di Trieste, il saggio intitolato “Il futuro europeo della portualità italiana”, edito da Marsilio Editori (2013), ruota intorno alla tesi che il futuro della portualità italiana sia legato in modo decisivo al ruolo che saprà conquistarsi nel quadro della portualità europea.
Così come ogni altra “industria” del nostro Paese, anche la portualità si trova di fronte alla necessità di rispondere alle sfide dell’innovazione tecnologica e organizzativa della sua filiera produttiva e alla globalizzazione dei suoi mercati. Globalizzazione che, nel settore marittimo portuale, si presenta sotto forma di gigantismo navale e gigantismo portuale, che tendono a escludere dal mercato dei traffici transoceanici i porti che non riescono ad adattarsi alle nuove tendenze. Il futuro è quindi di quei porti che, ubicati lungo le rotte che collegano i grandi mercati mondiali, saranno capaci di trattare grandi volumi di traffico con crescente efficienza, integrando sistemi logistici complessi ed articolati intorno a retroporti e interporti e raggiungendo, attraverso i corridoi multimodali, i mercati mondiali.
Ad oggi, nessun porto italiano corrisponde a queste caratteristiche ed è quindi nelle condizioni di contendere i traffici mondiali da e per l’Europa ai porti del Mare del Nord.
Questa condizione di minorità potrà essere superata soltanto riordinando i porti in pochi sistemi multiportuali, come peraltro previsto dalla nuova strategia di costruzione della rete trans-europea dei trasporti, Ten-T, entro il 2030. Per far questo, è necessario quindi che l’Italia riformi radicalmente in chiave europea il proprio quadro normativo: riducendo e gerarchizzando le sue autorità portuali, aprendo a una maggior concorrenza i mercati dei servizi portuali e di quelli tecnico-nautici, allineando al diritto europeo l’affidamento delle concessioni e il lavoro portuale, riformando il regime di esercizio del traffico ferroviario merci e dell’autotrasporto in un’ottica di maggiore sostenibilità ambientale.
Il caso di NAPA-North Adriatic Port Association, il multiporto-corridoio dell’Alto Adriatico, è il più “europeo” in questo senso, esemplare nel dimostrare quali siano i vantaggi conseguibili con quest’approccio: per necessità funzionali “transfrontaliere”, i porti italiani di Ravenna, Venezia e Trieste operano in un regime di competition (cooperazione e competizione) con il porto sloveno di Koper e quello croato di Rijeka. Ampio spazio viene dedicato infine nel volume descrizione del progetto di porto integrato offshore-onshore di Venezia, oggi in corso di avanzato sviluppo, proprio per il suo contributo di innovazione tecnologica e organizzativa che lo “scalo” di Venezia al raggiungimento degli obiettivi alto adriatici comuni.
Il volume è completato da prefazioni di Romano Prodi e di Luciano Violante. Il premio indetto dalla rivista Trasporti & Cultura riconosce opere di saggistica sul tema delle infrastrutture nel paesaggio, con lo scopo di sottolineare la loro complessità e meglio indirizzare la realizzazione delle nuove opere, al servizio della società. Il premio si articola in due sezioni, saggistica e narrativa. L’edizione 2014, per la sezione saggistica, ha premiato anche, insieme al volume di Costa e Maresca, Ingegneria e paesaggio. Un progetto per le valli e le coste, a cura di M. Besio, Donzelli editore, 2014; mentre, per la sezione di narrativa, ha assegnato il Premio Letterario Paesaggi Futuri al romanzo di Giuseppe Furno, Vetro, edito da Longanesi 2014.
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