È stato pubblicato ieri da Green Building Council (GCB) il Manifesto “Un ambiente costruito sostenibile per l’Italia del futuro: le proposte di GBC Italia”. Indirizzato alla classe politica italiana, il piano programmatico della sezione italiana del network internazionale World GCB, la più grande organizzazione internazionale al mondo, attiva sul fronte dell’edilizia sostenibile, vuole sottolineare e far riconoscere il ruolo che il settore delle costruzioni a emissioni zero e basato sull’economia circolare avrà nella ripresa del nostro paese.
Un piano d’azione che, anche senza fare riferimenti espliciti alla pandemia di Covid-19, viene inviato al Governo Conte in un momento di grande difficoltà per tutto il comparto dell’edilizia e che si va ad aggiungere ai numerosi appelli di professionisti e costruttori, alcuni dei quali raccolti da PPAN nei giorni scorsi su thebrief, affinché le istituzioni adottino efficaci e tempestive misure a sostegno dei professionisti del settore. Tuttavia, il documento di GCB va in una direzione opposta rispetto a primi, presentando un piano d’azione per il futuro, presumibilmente a emergenza rientrata, che ha l’obiettivo di diminuire le emissioni di CO2 e quindi l’inquinamento nelle nostre città. E secondo GCB, per contrastare le conseguenze del cambiamento climatico sarà necessario partire dagli edifici stessi, i quali si stima siano responsabili del 36% di tutte le emissioni, del 40% di energia, del 50% di estrazione di materie prime nell'UE, del 21% del consumo di acqua.
Due i documenti emanati negli scorsi mesi dalla Commissione Europea da cui il piano riprende le fila: il Piano d'azione per l'economia circolare (11 marzo 2020) e il Nuovo Green Deal europeo (11 dicembre 2019) per il clima, che ha l’obiettivo di eliminare le emissioni di CO2 entro il 2050 e che recepisce gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite; ai quali si va ad aggiungere l’Atto di indirizzo sulle priorità politiche per l’anno 2020 e il triennio 2020-2022, recentemente pubblicato dal Ministero dell’Ambiente, che delinea le direttive e gli obiettivi di investimento del governo in materia ambientale.
Tre le aree di intervento indicate da GCB: un “forte partenariato tra le istituzioni e la filiera del mercato”, una “gerarchizzazione degli obiettivi e delle politiche, basata su valutazioni tecniche multicriteri” e infine “un’estesa campagna di informazione e formazione per creare una nuova cultura”, azioni che dovrebbero facilitare e veicolare la transizione ecologica. Sette sono invece le azioni cardine sui quali si fonda il Manifesto: decarbonizzazione, economia circolare, efficienza idrica, uso del suolo e biodiversità, resilienza, benessere e salubrità, giustizia nella transizione.
Come ha dichiarato Giuliano Dall’Ò, presidente di GBC Italia, «con questo Manifesto non si vuole semplicemente dare degli stimoli al mondo della politica, ma ci si mette a disposizione per collaborare in modo costruttivo affinché le politiche già messe in campo possano essere rafforzate nell’interesse di tutti: dai cittadini agli attori coinvolti nella filiera delle costruzioni e delle infrastrutture, molti dei quali fanno già parte della comunità di GBC Italia».
Infine, il documento contiene strumenti legislativi, normativi e finanziari che puntano ad una trasformazione del patrimonio edilizio per azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050.
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