In Italia negli ultimi sette anni il 31% delle imprese del settore Legno-Arredo ha investito in prodotti e tecnologie in grado di assicurare un risparmio energetico e di ridurre l'impatto ambientale. Con 39 tonnellate di Co2 (equivalente a un milione di euro prodotto) le imprese italiane del settore fanno meglio di quelle di altri paesi come Germania, Francia e Spagna. Sembra ormai avviato il passaggio delle aziende italiane verso un economia attenta al consumo di energia e materia prima e questi sono alcuni dei numeri del rapporto curato da Fondazione Symbola e FederlegnoArreado. Dai vecchi modelli produttivi legati all’economia lineare, sintetizzati dallo slogan “produci, consuma, butta”, a quelli di un’economia più sostenibile, efficiente e circolare, per la quale valgono invece i tre verbi “produci consuma, recupera”.
Ad illustrare la ricerca è stato Domenico Sturabotti, direttore Fondazione Symbola. “Un lavoro di collaborazione della durata di tre mesi – ha spiegato - che intende analizzare sia in termini quantitativi che qualitativi i processi e le dinamiche generati dalla nuova fase economica dei nostri giorni, raccontando attraverso numeri e storie le principali linee di innovazione attuate da imprese italiane del settore e le leve decisive per accelerare la transizione: prestazioni ambientali, design, bellezza e qualità sono i fattori che contribuiscono a fare del legno arredo uno dei pilastri del made in Italy".
Al centro dell’intervento dell’Onorevole Simona Bonafè, relatrice delle misure Circular Economy, Commissione Ambiente Parlamento europeo, la proposta dell’Europa, “che potrà essere operativa dalla fine del 2017 e che mira a cambiare il paradigma produttivo del sistema italiano attraverso la messa a sistema dell’economia circolare, intesa non soltanto come politica dei rifiuti e ambientale, ma come un vero e proprio indirizzo industriale capace di mettere in moto una nuova filiera".
Per Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola, "il made in Italy ha radici antiche: nasce dai territori, da una ricchissima sapienza artigiana, dalle tradizioni e dalle nostre radici culturali. L’Italia è un paese povero di materie prime, che per questo ha dovuto contare più sull’intelligenza e sulla qualità e che da sempre produce eccellenze e bellezza in un contesto di scarsità".
Le conclusioni sono state affidate a Roberto Snaidero, presidente FederlegnoArredo. “Per le nostre imprese l’economia circolare è già una realtà, ma dobbiamo fare di più puntando a diventare il settore di riferimento per l’Italia e il resto del mondo, attraverso la cura del dettaglio e l’attenzione a processi produttivi sostenibili e virtuosi".
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