E’ stato inaugurato a Londra il grattacielo per uffici 20 Fenchurch Street, più conosciuto come Walkie Talkie, e il traguardo è stato tagliato anche grazie alla sfida progettuale vinta da Permasteelisa, azienda multinazionale leader nel settore della progettazione, produzione ed installazione di involucri edilizi, con origini in Italia, a Vittorio Veneto (Tv).
Il nuovo landmark della City è finito in un paio di occasioni sotto i riflettori: inizialmente quando l’Unesco e l’English Heritage ne avevano ostacolato la costruzione per la forma avveniristica studiata dall’architetto Rafael Viñoly, e poi nell’estate del 2013 quando i raggi del sole riflessi sulle pareti curve degli ultimi piani avevano raggiunto temperature di oltre 70 gradi sciogliendo specchietti e carrozzerie di alcune auto parcheggiate in strada, compresa una Jaguar. La notizia è rimbalzata ovviamente su tutti i siti con foto e video, e non è stata una buona pubblicità per la proprietà, Land Securities, che è corsa immediatamente ai ripari.
Permasteelisa ha seguito in prima linea la costruzione, l’inconveniente e la ricostruzione essendo stata coinvolta fin da subito nella realizzazione dei 28mila mq di facciate continue per una torre alta 160 metri, avendo contribuito alla ricerca della soluzione per risolvere il problema della facciata-fondente, e poi intervenendo per modificare tutte le vetrate della facciata Sud. L'ingegnere Vittorio Voltan, project manager di Permasteelisa ha spiegato a PPAN l’approccio e la soluzione che ha permesso di sanare, in tempi assolutamente competitivi, un inconveniente dannoso per la committenza, il progettista, la città. Una storia a lieto fine dove la centralità del progetto torna protagonista.
Ingegner Voltan, quando Permasteelisa ha iniziato a lavorare sul progetto del Walkie Talkie e come è stato possibile l’inconveniente della facciata che ha letteralmente ‘sciolto’ pezzi di automobili parcheggiate sotto il grattacielo?
Noi abbiamo sviluppato il progetto e fornito le facciate a partire dal progetto esecutivo. L’inconveniente della riflessione della luce sulle vetrate curve è stato assolutamente imprevisto: sapevamo che l’architetto inizialmente aveva fatto tutte le analisi necessarie ma via via la forma è stata cambiata e non sono state ripetute tutte le verifiche quando il progetto è andato in gara. Probabilmente alcuni dettagli sono stati sottovalutati. Fatto sta che il 2 settembre il Walkie Talkie è finito sui tabloid inglesi e internazionali per un problema legato alle facciate.
Concretamente cosa era successo?
Con particolari condizioni di luce, i raggi che colpivano le pareti curve vetrate riflettevano e si concentravano in un punto preciso della strada causando danni alle biciclette e alle automobili parcheggiate.
Vostre responsabilità?
Nessuna, visto che in questo caso siamo stati coinvolti quando il progetto era già in fase avanzata e il cliente con l’architetto aveva già deciso quale tipo di vetro voleva, con specifiche caratteristiche di colore, trasparenza, capacità di riflessione, anche in conseguenza dei bilanciamenti climatici e dell’impiantistica interna: anche le caratteristiche geometriche erano fissate, dettate da richieste estetiche.
Non restava che rimboccarsi le maniche e trovare una soluzione. Permasteelisa ha messo in moto anche la sua squadra progettuale. Come vi siete attrezzati?
Abbiamo lavorato in stretta sinergia con l’architetto e il cliente per cercare la migliore soluzione e tra settembre e ottobre 2013 abbiamo passato al vaglio tutte le possibili soluzioni: abbiamo ipotizzato delle balaustre, il cambiamento completo della facciata con una geometria diversa, l'applicazione di pellicole che potevano mitigare la riflessione, lo spostamento di cellule in modo tale da evitare la riflessione. Abbiamo ipotizzato anche di intervenire direttamente nel punto della strada dove ricadeva il riflesso. Alla fine si è scelta la soluzione più bella e più complessa: si è deciso di installare dei frangisole, una serie di lamelle di forma triangolare che sono stati applicati esternamente, agganciati alla struttura interna tramite profili di alluminio. E’ stato un grande lavoro di progettazione ed esecuzione.
Un incarico di ristrutturazione, prima che l’opera fosse inaugurata. Mai capitato prima alla vostra azienda?
No, anche per noi è stata una cosa assolutamente nuova. Non mi ricordo una variante per edifici di queste dimensioni.
Dalla riprogettazione all’installazione, ci racconta le tappe?
A marzo abbiamo iniziato i test per verificare le performance e una volta che il cliente ha dato l’ok al mock up di quattro cellule tipo siamo partiti con la fase produttiva in azienda che è durata nei mesi di aprile e maggio. A giugno sono arrivati i primi pezzi in cantiere. Abbiamo modificato completamente tutta la facciata del lato Sud: il problema riguardava la parte concava della facciata ma si è deciso di estendere la soluzione per tutta l’altezza del grattacielo. A fine ottobre l’installazione era ultimata.
In pochi mesi un importante lavoro. Qual è il metodo Permasteelisa?
Tutto l’edificio era stato progettato con un sistema parametrico che ci ha dato la possibilità di riprendere in mano il lavoro con una velocità incredibile. Sicuramente l’uso del software PMF (Permasteelisa Moving Forward), un sistema proprietario sviluppato internamente all'azienda utilizzando la piattaforma Autodesk, è la carta vincente di Permasteelisa: abbiamo rivoluzionato l’approccio progettuale con evidenti ricadute e vantaggi sulla gestione del processo, sulla fase di preparazione in officina, sui test in cantiere e per la spedizione degli elementi nel tempo richiesto.
Qualcosa che ha a che fare con il BIM?
Il nostro software collega direttamente il disegno con le macchine a controllo numerico, ma in questo programma c’è molto di più della sola progettazione in 3D. Il software serve alla nostra azienda per migliorare e gestire tutte le fasi del progetto, dalla gara agli acquisti, la gestione del magazzino, il monitoraggio del cantiere, passando attraverso la progettazione e la costruzione delle cellule e consentendo a colleghi dislocati in diverse aree del mondo di lavorare contemporaneamente sullo stesso progetto. Al cliente servono molte meno informazioni.
La sfida è stata nei tempi e anche per la complessità del progetto?
La facciata del grattacielo di Rafael Viñoly non ha nemmeno una linea dritta, pertanto ogni singolo livello ha una pianta diversa e quindi richiede diverse dimensioni per le cellule di rivestimento. A loro volta le cellule si devono agganciare internamente e su ciascuna di queste interconnessioni andavano ancorati i frangisole. Siamo riusciti a trovare una soluzione in tempi record realizzando 8mila frangilsole tutti di geometria leggermente diversa l’uno dall’altro proprio grazie al fatto di poter disporre di questo sistema (PMF): n risultato impensabile 3-4 anni fa.
E i costi?
E’ stato speso circa il 20% in più del costo della facciata iniziale: siamo intervenuti smontando e ri-installando elementi su un quarto dell’edificio. La parte importante della spesa non è stata tanto dovuta alla riprogettazione ma al lavoro in cantiere. Il software ci dà un grande vantaggio competitivo, ma il lavoro in cantiere rimane lo stesso, uguale a dieci anni fa. Per realizzare la nuova facciata hanno lavorato contemporaneamente 40 persone, appese per 4 mesi sull’involucro del grattacielo.
Il 12 gennaio 2015 il giardino pensile (con bar e ristoranti) sospeso a 150 metri di altezza è stato aperto al pubblico con una vista a 360 gradi sulla città. L’ingresso è gratuito prenotando sul sito dedicato.
Il sito web del nuovo edificio 20 Fenchurch Street
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