“Il BIM è l’unico sistema di informazioni che tiene sotto controllo il processo decisionale, che gestisce in modo integrato programmazione, progettazione, costruzione e gestione del costruito”. Patricia Viel ha sintetizzato al pubblico dei giovani e dei professionisti di In-chiostro creativo al fuorisalone 2016 cos’è il Building Information Modelling. “Non è un programma: non basta attrezzare le macchine in modo diverso e fare un upgrade della tecnica. È piuttosto un metodo che fa ragionare in modo diverso” Patricia Viel ha aggiunto quindi “quanto il tema dell’interdisciplinarietà e dell’integrazione sia centrale per chi sceglie la strada-BIM, quanto il management sia determinante nel tenere insieme i diversi mestieri che concorrono al progetto, dalla gestione della sicurezza alla verifica della normativa, da chi si occupa di ingegneria a chi di certificazione delle prestazioni”.
L’architetto Viel con il BIM manager del suo studio, Claudio Vittori Antisari, e con il BIM manager di Permasteelisa, Christian Florian, sono intervenuti a Milano in un talk dedicato al tema specifico, confrontandosi su come questo approccio possa migliorare la performance degli studi, ridurre errori in fase di cantiere, minimizzare i costi di gestione dell’opera costruita, con una ulteriore responsabilizzazione e un carico di lavoro da parte dei professionisti. “Il Bim ha bisogno di un architetto che sappia organizzare il processo. Inoltre, non bastano le intenzioni progettuali, bisogna andare fino in fondo in tutti i dettagli – aggiunge l’architetto milanese – con un’evidente ricaduta su chi finora ha utilizzato questa indeterminatezza in chiave di protezione, per certi costumi frequenti nell’attività tecnica”.
Il progetto diventa uno strumento computabile, controllabile. “Il Bim è una sorta di enciclopedia che contiene tutto quello che si deve sapere sul progetto, espresso con un linguaggio omogeno. Le discipline non possono più essere distinte ma tutti devono lavorare insieme” ha detto Viel. “Ci si consulta con i consulenti dal primo momento, Skype diventa fondamentale per questa interazione costante” ha aggiunto Antisari.
Per lo studio Citterio-Viel bisogna tornare a disegnare a mano, “il disegno torna ad essere uno strumento indispensabile, personale, caratterizzante, che racconta la vera intenzione progettuale”. Perché nei disegni fatti con Bim “non c’è più magia, sono brutti e imprecisi”.
Citterio-Viel è tra i primi studi in Italia ad aver intrapreso la strada del Bim. Sono passati ormai otto anni dall’inizio “e ora siamo completamente Bim” dice Antisari. Permasteelisa, leader internazionale nell’ingegnerizzazione e produzione di facciata, 8mila dipendenti di cui 2mila tecnici aveva affrontato il tema già prima della diffusione di questo modello, grazie ai software dedicati e, avendo anticipato i tempi, anche oggi si fa apripista con Permasteelisa Moving Forward, un sistema sviluppato per migliorare le capacità dell’azienda nel saper rispondere alle aspettative dei clienti, velocizzando il flusso di dati tra i team di progettazione collocati in 50 sedi in tutto il mondo. “Il Bim ci aiuta nel gestire design e project manager, guida nella definizione delle offerte, gestisce il flusso dei dati tra i diversi progettisti. Ci aiuta a controllare tempi e costi”.
Permasteelisa ha affrontato la questione-Bim a partire dalla considerazione che, grazie ad un efficace processo di gestione del progetto e della produzione degli elementi da assemblare in cantiere, si possa incidere fortemente sulla spesa di gestione nell’intero ciclo di vita dell’edificio. “Ce l’hanno chiesto i clienti: aiutateci a risparmiare l’80% della spesa che sappiamo si può abbattere” ha detto Christian Florian, Bim manager dell’azienda di Vittorio Veneto. “Ci siamo messi al lavoro traducendo questa domanda in standard (sempre mantenendo un alto livello di flessibilità), grazie ad un dialogo costante con tutta la filiera nell’intento di strutturare un metodo innovativo per gestire in modo efficiente l’informazione”. Permasteelisa ha iniziato il suo percorso negli anni ‘90 anche affiancando ingegnerizzando delle più note architetture di Frank Gehry, dal Pesce di Barcellona al Walt Disney Concert Hall di Los Angeles fino all’8 Spruce Street di New York. Più recentemente il Bim è stato centrale nello sviluppo e nella risoluzione del progetto denominato Walkie Talkie nella City di Londra.
I big dell’architettura e dell’ingegneria dimostrano con il loro lavoro quanto il Bim sia strategico per affrontare il mercato nei prossimi anni. Con evidenti conseguenze anche sulla riorganizzazione degli studi e del metodo di lavoro. “Il numero delle persone negli studi di progettazione deve crescere. Questo approccio non è gestibile per strutture con 3-4 persone, servono team con almeno 8-10 persone - ha commentato Viel – bisogna essere efficienti, organizzati, diventare vere e proprie aziende”. Senza tralasciare il ruolo del committente “che deve sapere cosa chiede e per migliorare il processo di efficienza deve collaborare nella costruzione di una squadra interdisciplinare dal primo momento” ha precisato Antisari.
Rapporto con i clienti, con i produttori e con i consulenti, ottimizzazione di tempi e costi, massa critica degli studi per affrontare la complessità dei processi di progettazione. Sono questi i temi che ritornano nella vita professionale dei big ma anche degli studi più tradizionali. Daniele Fiori e lo studio Del Boca + Partners sono intervenuti a In-chiostro creativo portando la loro esperienza, raccontando progetti di riqualificazione urbana di grande scala, da Milano a Parma, recuperando edifici abbandonati, realizzando spesso residenze di pregio integrate con altri servizi per la città. Come sopravvivere alla crisi? Come far fronte alla competizione internazionale? Come innovare il mestiere dell’architetto rispondendo alle nuove domande del mercato? I temi ritornano, non c’è distinzione tra grandi e piccoli. E il Bim sembra essere la strada da perseguire, come altri paesi hanno già fatto, con successo.
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