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Risorse, misure fiscali e una task force interministeriale per il sistema edilizia come anche un’agenda urbana

Assemblea Ance: 7 azioni per sviluppo, innovazione e sostenibilità

di Elena Pasquini | pubblicato: 30/10/2019
Abbiamo bisogno d’immediatezza e di invertire la rotta rapidamente. Dobbiamo accorciare la filiera e far sì che tutte le risorse messe in gioco dallo Stato siano utilizzate.
Gabriele Buia
Assemblea Ance: 7 azioni per sviluppo, innovazione e sostenibilità
Abbiamo bisogno d’immediatezza e di invertire la rotta rapidamente. Dobbiamo accorciare la filiera e far sì che tutte le risorse messe in gioco dallo Stato siano utilizzate.
Gabriele Buia

Piani, tavoli ministeriali, inviti al confronto in risposta alla richiesta d'immediatezza del presidente dell'Associazione nazionale costruttori edili, Gabriele Buia, da parte del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dei ministri alle Infrastrutture, Paola De Micheli, e dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli. Condivisa la direzione, non sempre le strategie, emerge una consapevolezza diffusa che la strada da percorrere per invertire la rotta non possa basarsi su buoni propositi, ma abbia necessità di tempo, fondi, scelte politiche e strutturali.

Chiaro su questo il ministro Patuanelli che si impegna all’azione rimandando alla prossima Assemblea Ance un bilancio di quante delle proposte accolte siano effettivamente state attuate, annunciando nel mentre un tavolo interministeriale sulla crisi dell’edilizia (entro fine anno) e l’impegno del Governo nel dare vita ad una banca pubblica degli investimenti per combattere il credit crunch.

Tre parole chiave - Lavoro, sicurezza, sostenibilità i temi su cui tutti gli interlocutori sul palco si sono confrontati. Pianificazione e semplificazione le priorità per utilizzo efficiente ed efficace delle risorse a disposizione. Sotto la lente del Presidente Buia un settore ancora in crisi che già deve fare i conti con la contrazione economica generale mentre le 749 opere bloccate per 62 miliardi di euro hanno impedito di occupare circa 900mila addetti. A cui si aggiunge il reverse charge che pesa per 8 milioni sui conti delle imprese. «Significa drenare ancora risorse dalle committenza pubbliche e private» che attendono i pagamenti da parte dello Stato, ha affermato Buia.

Il fattore tempo - Tutti provano a snellire ma, ad oggi, ci sono 200mila leggi dall’Unità d’Italia, 308 le norme in materia di appalti pubblici entrate in vigore negli ultimi 25 anni secondo la verifica Ance e, da ultimo, la creazione di sette strutture per sbloccare le infrastrutture. Si crea così un ingorgo di norme in fieri, adempimenti e scadenze: almeno 100 quelli a cui deve far fronte ogni anno l’impresa edile. «Dobbiamo togliere, non aggiungere», ha rimarcato Buia, per evitare di attendere 15 anni perché un’opera medio grande si trasformi in cantiere.

La svolta verso il futuro - «Siamo predisposti al cambiamento, consapevoli della necessità di investire in innovazione e sostenibilità», ha risposto il presidente Ance alla domanda di Enrico Mentana, moderatore della tavola rotonda con Carlo Cottarelli ed Enrico Giovannini dell’Asvis. Il richiamo è al piano per la sostenibilità proposto poco prima. Sette le azioni per «rispondere alle esigenze delle persone, al loro bisogno di sicurezza, socialità, benessere, fiducia, lavoro». In primo piano la manutenzione e la messa in sicurezza delle infrastrutture: per fare un esempio, solo il 27% degli istituti scolastici ha fatto lavori di manutenzione nell’ultimo anno secondo il rapporto di Cittadinanzattiva e la cronaca ricorda spesso i danni conseguente alla mancata gestione del rischio idrogeologico.

Città al centro - Serve un’agenda urbana per la sostenibilità, da portare in Europa, sancendo la valenza e l’interesse pubblico della rigenerazione urbana. Un’agenda che i piccoli comuni non possono gestire da soli, spiega Giovannini: «Come ASviS proponiamo un’agenda condivisa e un comitato interministeriale per le politiche urbane».
Concorde sulla necessità di adeguare la normativa alle nuove esigenze di riqualificazione senza nuovo consumo del suolo anche il ministro De Micheli che, nel suo intervento, ha chiaramente indicato come obsoleti i piani urbanistici e ha auspicato di riuscire a scrivere entro il 18 dicembre un regolamento efficiente, semplice e certo per il comparto delle costruzioni, senza per questo scrivere un nuovo Codice degli Appalti. Già in fase di stesura, afferma la De Micheli, il decreto attuativo del piano casa: un miliardo di euro di fondi pubblici da destinare a edilizia residenziale pubblica e privata attraverso la riqualificazione di interi quartieri.

«La rigenerazione urbana dovrà acquistare un valore prioritario per le amministrazioni deputate alla gestione del territorio - afferma il Presidente del Consiglio dei Ministri - quale elemento chiave in vista del raggiungimento del consumo di suolo a saldo zero e di recupero di aree degradate nel perimetro della città».

Norme ed economia - Terzo punto nel piano proposto da Ance è un patto per l’economia circolare nell’edilizia, accompagnato da un sostegno concreto da parte delle istituzioni al contratto che «come modello vincente dovrebbe essere tutelato e invece costa di più», ricorda Buia.

La sostenibilità passa anche dalla politica finanziaria europea. «Un primo passo è stato compiuto con il Fondo per la rinegoziazione dei debiti ma sono passati 5 mesi e il decreto attuativo ancora non c’è», dice Buia che chiede di rinviare l’entrata in vigore dei nuovi indici di crisi delle imprese per introdurre nel frattempo una valutazione dell’eventuale squilibrio patrimoniale su più anni, più aderente alle specificità delle aziende di costruzione.

Digitalizzazione - Da ultimo, il rimando all’innovazione e alla formazione. La strada proposta è quella di un bonus assunzione per giovani esperti di digitalizzazione - attraverso un meccanismo di decontribuzione totale per 10 anni finanziato con i fondi strutturali europei - che, permettendo il ricambio generazionale, porti competenze capaci di migliorare la qualità dei processi e dei prodotti. Un piano edilizia 4.0 che comprenda una piattaforma digitale nazionale per le costruzioni.

«Bisogna cercare assolutamente di intervenire: il settore è in crisi da troppo tempo», chiosa il premier Conte. Si apre al confronto mentre si punta a «semplificare tutti i procedimenti amministrativi: la deburocratizzazione sarà il tema su cui questo Governo dovrà essere valutato».

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Tag: industria
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