“Un impegno continuativo e tre passi contro le macerie”, questo il nome del contributo presentato ieri al governo dall’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) per realizzare l’iniziativa “Casa Italia”. Il contenuto? Una raccolta di riflessioni e priorità tra le quali spunta la necessità di rispettare le identità locali nel processo di ricostruzione, integrando i processi con politiche sociali ed economiche adeguate.
“L’Inu raccomanda l'adeguamento, il coordinamento dei piani e dei programmi di rango nazionale e locale, l'allineamento delle basi informative – si legge sul comunicato stampa – e ancora altri interventi, fino alla demolizione di tessuti di scarsa qualità, azioni di compensazione ecologica e messa in sicurezza”.
Tra le proposte consegnate al governo c’è anche quella di prevedere nelle strutture urbane a rischio, dei luoghi identificati come spazi di riparo in caso di calamità. Non solo strutture pubbliche per il ricovero temporaneo degli evacuati, ma anche edifici da adeguare a condizioni antisismiche, che possano facilmente essere riconosciuti dalla cittadinanza come siti di accoglienza, utilizzabili per la vita sociale del centro urbano.
Sensibilizzazione e consapevolezza dei rischi sono i temi su cui punta l’Inu, che rimarca, dopo l’appello di molti professionisti, l’urgente necessità dell’obbligatorietà di un “fascicolo del fabbricato”, nella logica del conoscere per programmare, dell’informazione come strumento portante per innovare l’edilizia.
Conservazione attiva, sicurezza urbana diffusa, conoscenza per programmare. Questi i tre pilastri per far fronte alle macerie fisiche e invisibili. “E l'Inu – ha dichiarato la presidente Silvia Viviani - è pronto a fare la sua parte".
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