Lo studio Alvisi Kirimoto, insieme alla Andrea Bocelli Foundation, ha completato la nuova Accademia della Musica di Camerino, portando a compimento il progetto iniziale del giovane studio locale Harcome, sotto la direzione lavori dell’ingegnere Paolo Bianchi. La ricostruzione è il terzo intervento che la Fondazione del noto tenore promuove nella regione colpita dal devastante terremoto del 2016. La nuova struttura, dall’innovativa veste contemporanea, è stata realizzata nella tempistica prevista di 150 giorni ed è pronta ad accogliere oltre 160 studenti. Una fucina didattica e innovativa dedicata alla musica, pronta ad ospitare tutto l’anno non solo il corpo scolastico e docente ma la comunità tutta, con convegni, manifestazioni, attività di studio e workshop.
Sviluppato su due livelli, per una superfice totale di 700 mq, l’edificio è contraddistinto da linee pulite ed eleganti e da una pelle eterea in pannelli bianchi di lamiera, puntellati da forature regolari di dimensione variabile. L’ispirazione arriva dalla rarefazione e dal dinamismo delle nuvole. Sul lato nord l’edificio si presenta come una scatola, invece, sul lato sud, la pelle che avvolge il volume si interrompe, rivelando il piano terra che cela l’auditorium, affacciato sul centro storico di Camerino. Il grigio scuro che caratterizza la struttura e gli infissi esternamente intervallati dal bianco del rivestimento, dona un dicromatismo che permette all’edificio di integrarsi perfettamente nel contesto e di inserirsi come nuovo spazio nel paesaggio cittadino. Il progetto dunque, non è solo una restituzione per Camerino, ma dota la località marchigiana di una nuova identità architettonica, nonché di una piazza all’aperto fruibile da tutta la cittadinanza.
Al suo interno un auditorium di 226mq, un ufficio e nove aule per l’insegnamento. Due di queste misurano oltre 30mq e sono dotate di particolari pannelli lignei microforati, per un’ottimizzazione delle prestazioni acustiche; inoltre, finestre circolari posizionate a diverse altezze in ogni stanza, consentono un filtraggio della luce regolato dalle molteplici forature.
Racconta l’architetto Massimo Alvisi, fondatore, insieme a Junko Kirimoto, dell’omonimo studio, «l'idea che ha guidato la progettazione è stata quella di creare un volume che meravigliasse, non solo da vicino, ma anche da lontano. La pelle, impalpabile, si ispira alla materia delle nuvole, e dona dall'interno uno sguardo ampio verso il cielo. L’auditorium, invece, è una scatola perfetta, che lavora energicamente come un laboratorio musicale».
E proprio per gli interni dell’auditorium sono stati usati dei materiali che ne valorizzassero le dimensioni contenute. Legno di rovere per le superfici e gli elementi della sala, cemento a definire le superfici principali della struttura. La platea da 180 posti si sviluppa in tre sezioni, mentre nella zona laterale il percorso degli artisti si inserisce tra i pannelli di legno a parete ed i listelli a tutta altezza, un richiamo alle canne di un organo. Infine, la percezione dello spazio, che risulta ampliata grazie alla parete di fondo trasparente e direttamente collegata con il foyer, dove listelli lignei rettangolari – dalla parete di fondo fino al controsoffitto – seguono l’inclinazione definita dal volume della pelle.
immagine di copertina © Moreno Maggi
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