Ad otto mesi dalla presentazione dei progetti da parte dei sette studi di architettura invitati a partecipare al concorso internazionale promosso dall’Università Campus Bio-Medico di Roma, è stato reso noto il nome del vincitore. Si tratta della proposta “Horti Academici” prodotta dal gruppo composto dallo studio romano Labics e da quello tedesco Topotek 1. Superati così i raggruppamenti guidati da Atelier(s) Alfonso Femia, Diller Scofidio + Renfro e Alvisi Kirimoto Partners, El Equipo Mazzanti, Mario Cucinella Architects, Sauerbruch Hutton e Xaveer De Geyter Architects. Obiettivo della competizione, lanciata nel gennaio del 2018 ed entrata nel vivo a marzo dello stesso anno, quello di produrre un impianto di massima e un approfondimento su una porzione del lotto già edificabile. Da un lato quindi il masterplan per 90 ettari, per il raddoppio del campus in un arco di tempo di 30 anni, dall’altro la pianificazione di un intervento immediatamente realizzabile su un’area di circa 17mila mq per aule e nuovi spazi flessibili dedicati alla formazione universitaria.
A pochi giorni dall’aggiudicazione del nuovo campus dell’Università di Padova assegnato alla cordata guidata da Steam con David Chipperfield, un nuovo progetto per servizi e spazi dedicati all’alta formazione.
«Oggi facciamo un passo verso il futuro del campus per dare ulteriore sviluppo ai nostri valori fondativi – ha sottolineato Davide Lottieri, Vice Presidente dell’Università –. Tutto ciò con un disegno ragionato e frutto di un intenso lavoro e confronto che abbiamo approfondito per rispondere ad esigenze e necessità dell’avvenire scientifico, ma non solo. Ad accompagnare questo processo anche la scelta di promuovere costantemente la qualità infrastrutturale dei servizi e della vita per chi abita, utilizza o visita il campus tutti i giorni”.
Il concept. La proposta di Masterplan di Labics e Topotek 1 parte da un’approfondita analisi del contesto urbano in cui si inseriscono le strutture dell’Università. Le forme cui si ispira sono quelle della Centuratio di epoca Romana e dall’equilbirio dei giardini rinascimentali. Da questo incontro, nasce una griglia flessibile di matrice quadrata che organizza la zona di futuro sviluppo del campus. L’ordine armonico che ne scaturisce pone al centro l’individuo e le sue relazioni non solo con il contesto territoriale circostante, ma anche con il resto della comunità universitaria. In questo modo, il verde della campagna romana entra all’interno dei futuri spazi costituendo un elemento di continuità e connessione con la Riserva Naturale “Decima Malafede” che circonda le strutture dell’Università. In questo modo, architettura e paesaggio si combinano senza che i volumi debbano rinunciare a funzionalità e flessibilità.
Il progetto. Le nuove strutture sono caratterizzate da un linguaggio formale omogeneo e si realizzano dentro un complesso sistema di spazi pubblici, logge, piazze e corti. L’area di 20mila mq, la prima ad essere oggetto dei lavori, si sviluppa intorno a due ampie piazze pubbliche. Mentre la prima ha la funzione di accogliere chi giunge al campus dalla città, la seconda rappresenta il cuore del nuovo distretto del campus e si inserisce fra l’edificio dedicato alla didattica, i servizi generali e il cosiddetto “Knowledge Hub”. Al confine nord est del lotto si trovano invece le infrastrutture di servizio, tra cui le residenze, gli impianti sportivi, il Centro Civico per le Arti e l’Osservatorio per la Terza Missione e l’Internazionalizzazione.
I numeri. Il piano di ampliamento, promosso a 25 anni dall’inaugurazione (1993) dell’Università Campus Bio-Medico, prevede un investimento di circa 200 milioni di euro totali e diluiti nel tempo. Una volta terminato l'intervento, dai 24 ettari attuali si passerà a 90, con 186mila mq di spazi e servizi (rispetto ai 77.500 mq odierni). Dai 13.500 ricoveri annui, le nove strutture permetteranno di arrivare a 20mila, da 2mila studenti a 5mila. Forte impatto anche sulla capacità dei posti letto che aumenteranno di 100 unità (da 300 a 400), e sul numero di visite ambulatoriali annuali che, secondo le stime, dovrebbe arrivare ad 1 milione, cifra considerevole rispetto le 780mila registrate nell’ultimo periodo analizzato.
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