Qual è il ruolo e quali sono le opportunità economiche per l’Italia lungo le “nuove vie della seta” terrestri e marittime? E quali sono i rapporti economici Italia-Cina, anche alla luce del progetto infrastrutturale e commerciale Belt and Road Initiative approvato nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping? Ferrovie dello Stato è stata protagonista di una iniziativa organizzata dalla rivista di geopolitica Limes a Palazzo Giustiniani a Roma, volta ad analizzare le opportunità economiche per l’Italia nel processo di costruzione delle rotte commerciali tra Asia ed Europa.
Due sono i nuovi collegamenti via terra in programma, che si accosteranno a quelli tradizionali via mare: uno che passa da nord, tocca la Russia e arriva a Parigi, e un altro che passa da sud, attraverso l’Iraq, fino ad arrivare a Istanbul.
“Ferrovie è già presente in molti dei paesi che saranno sulla linea di queste due rotte. Abbiamo già iniziato a lavorare in Russia, Turchia, Serbia, Grecia, Iran, Cina, India, Germania e Inghilterra. Molte delle infrastrutture per la nuova linea di scambi merci sono già state realizzate, altre ancora in costruzione” ha dichiarato Maurizio Gentile, amministratore delegato e Direttore Generale di Rete Ferrovia Italiana.
Sono 72 i miliardi di euro che l’Italia ha già assegnato per lo sviluppo dei 5500 km di Corridors TEN-T, la rete ferroviaria europea per il trasporto di merci che interessa il nostro Paese per quattro tratte (Reno-Alpi, Mediterraneo, Baltico-Adriatico e Scandinavo-Mediterraneo). “L’internazionalizzazione è uno dei pilastri del piano d’impresa del gruppo Ferrovie dello Stato - continua Gentile - vogliamo crescere all’estero non solo con la costruzione di nuove infrastrutture ma anche come general contractors quindi esportando know how italiano e standard, soprattutto nella realizzazione delle linee ad alta velocità”.
In Iran in particolare il gruppo sta costruendo la seconda linea AV del Paese, dopo quella già realizzata dalla Cina. “Le nostre conoscenze tecniche vengono richieste non solo per la costruzione ex novo delle ferrovie ma anche per risolvere alcune problematiche sulle linee costruite dai cinesi" spiega Carlo Carganico, Ad e Direttore Generale di Italferr.
La via che parte da Pechino, passa per la Mongolia e attraversa la Russia toccando Kazan fino a Mosca, è già sostanzialmente attiva. Nel 2016 la società ferroviaria tedesca DB è infatti riuscita a trasportare 40mila container e nel 2017 mira a raddoppiare la cifra, arrivando a circa 100mila containers all’anno. Notevole il confronto tra i tempi di trasporto. Secondo i dati presentati da Gentile infatti, un viaggio in treno andata e ritorno Pechino-Parigi impiega circa 30 giorni, a differenza dei 50 giorni via nave.
Non solo treni. I collegamenti si potenzieranno infatti anche via mare. Paolo Costa, Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, ha presentato durante il convegno il progetto Venezia Offshore, un nuovo polo infrastrutturale che vede Venezia come snodo strategico dei rapporti commerciali tra Cina ed Europa. “ll capoluogo veneto è per la sua posizione geografica un punto centrale per arrivare alle nuove industrie stanziate nell’est Europa – ha spiegato Costa -, il Nord Europa ancora resiste grazie ai grandi porti come Rotterdam o Amburgo, ma Venezia si trova oggi in una posizione di crocevia. È infatti per la Cina una porta verso l’Europa balcanica, verso il Nord Italia e il mercato svizzero”.
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