Capitale Europea Cultura 2019, 6 città candidate. Intervista a Raffaele Parlangeli, direttore Lecce2019

Lecce punta sui servizi nel centro storico e sulla riqualificazione nelle periferie

di Paola Pierotti | pubblicato: 26/09/2014
"Con l’Ordine degli architetti di Lecce abbiamo sviluppato un concorso di idee, Di.Ri.Go, con l’obiettivo di riqualificare la città e l’intera regione in un’ottica di smart city: ai professionisti si chiedono idee progettuali su singole porzioni del territorio, con particolare attenzione alle periferie, anche oltre la città di Lecce"
Raffaele Parlangeli
Lecce punta sui servizi nel centro storico e sulla riqualificazione nelle periferie
"Con l’Ordine degli architetti di Lecce abbiamo sviluppato un concorso di idee, Di.Ri.Go, con l’obiettivo di riqualificare la città e l’intera regione in un’ottica di smart city: ai professionisti si chiedono idee progettuali su singole porzioni del territorio, con particolare attenzione alle periferie, anche oltre la città di Lecce"
Raffaele Parlangeli

Da oltre 15 anni Lecce si aggancia ai programmi europei per trasformare la città, la candidatura per il 2019 rientra in questa linea strategica?
Fin dal 1999-2000 con il programma Urban, Lecce ha trasformato l’immagine della città intervenendo prima sulle strade e le botteghe del centro e poi nelle periferie. In seguito, con i programmi Interreg insieme alla Grecia e all’Albania e nel contesto adriatico, Lecce ha stretto forti relazioni dimostrando una capacità di saper fare programmazione e di saper gestire progetti complessi. Questa candidatura è una nuova sfida.

Qual è il concept del vostro progetto per il 2019?
La candidatura di Lecce si fonda sul tema della partecipazione: siamo partiti con l’organizzazione dei laboratori urbani creativi, il Comune sta lavorando con il contributo delle idee di 300 associazioni. Nel nostro programma, con lo slogan Reinventare Eutopia, Lecce lancia la sfida della costruzione di un futuro diverso e lo fa attraverso otto modelli sviluppati intorno a temi come la governance, l’istruzione, l’accessibilità, i giovani, lo sviluppo di posti di lavoro, l’ambiente, il turismo e la valorizzazione dell’arte. Otto modelli che hanno definito un programma di lavoro articolato per azioni e progetti mirati.

La candidatura e la rigenerazione urbana. Quali sono i temi, i nodi urbani, le infrastrutture essenziali per riuscire a Reinventare Eutopia?
Lecce ha fatto una scelta importante: il progetto di candidatura è supportato da progetti infrastrutturali già in essere o in via di completamento. Abbiamo condiviso il progetto su più tavoli di lavoro ed ecco allora che il progetto delle ex Cave di Marco Vito, un’area di 330mila mq destinata a diventare la Città dell’Arte e della Musica (con un progetto di Alvaro Siza vincitore di un concorso di idee nel 2010, ndr), è entrato nel piano per il 2019. Lecce prevede di ribaltare funzionalmente l’area della stazione ferroviaria, migliorando la viabilità e l’accessibilità. Sommando tutti i progetti in corso si stimano operazioni per un importo dell’ordine dei 20 milioni, metà dei quali già in fase avanzata di cantiere.
Lecce lavora anche ad altre operazioni come la creazione di un villaggio culturale nell’ex ospedale “A.Galateo” da anni dismesso senza un utilizzo, un polo multifunzionale per la logistica e per gli eventi, di stampo europeo.

Per la fase di progettazione, i professionisti possono aspettare qualche concorso?
Con l’Ordine degli architetti di Lecce abbiamo sviluppato un concorso di idee, Di.Ri.Go, con l’obiettivo di riqualificare la città e l’intera regione in un’ottica di smart city: ai professionisti si chiedono idee progettuali su singole porzioni del territorio, con particolare attenzione alle periferie, anche oltre la città di Lecce.

Qual è il ruolo dei privati?
Gli imprenditori sono in campo fin dal primo giorno e nel percorso di candidatura, all’interno del mondo del partenariato economico-sociale è nata Fucina Futuro (www.fucinafuturo.it) che ha il mandato di cercare soluzioni creative per attrarre risorse da un’ampia varietà di fonti. Fucina Futuro cercherà di motivare il settore imprenditoriale, dei professionisti, della società civile, alla scoperta dei numerosi modi in cui l’arte può contribuire allo sviluppo dell’impresa; non solo, promuoverà lo start-up di imprese e progetti socio-culturali innovativi ed esemplari, attraverso forme di sostegno finanziario diretto e indiretto.

Lecce e non solo, il progetto di candidatura riguarda l’area ionico-salentino. Le potenzialità?
La candidatura ha una visione euro-adriatica. Logistica e mobilità sono legate all’aeroporto del Salento e al porto, elementi strutturali per la promozione e la realizzazione di eventi culturali e di manifestazioni sportive come quelle promosse già da anni a Brindisi e Corfù. Il progetto Lecce 2019 include un piano di riammaglio territoriale. E al comitato promotore hanno aderito 150 comuni dell’area ionica-salentina e tra i sostenitori ci sono oltre 350 associazioni.

Direttore, per raggiungere gli obiettivi che vi siete prefissati, quali sono gli interventi urgenti?
Bisogna sistemare una volta per tutte i collegamenti. Il Salento è molto esteso, dall’aeroporto di Brindisi a Leuca ci sono quasi 100 km, serve un trasporto agile e sostenibile, una soluzione che salvaguardi l’ambiente ma che garantisca una facile accessibilità al territorio.

Se dovesse immaginare un futuro vicino e descrivere Lecce nei prossimi anni, che città sarebbe?
Una smart city, una città delle opportunità, una città partecipata. Bellezza, luce, accoglienza sono questi i temi che vogliamo condividere con i cittadini europei. Tra i cittadini deve maturare un forte senso civico: nel centro storico il cambiamento si dovrà vedere nei servizi. Con il programma Urban abbiamo fatto molto, ma l’impatto si dovrà vedere nella città diffusa, nella riqualificazione delle marine, della darsena, delle aree archeologiche da riqualificare e rendere fruibili e ancora nella sistemazione delle ex cave. Vogliamo immaginare contenitori culturali che possano funzionare in maniera organica.
 

 

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