Dal design all’efficienza energetica, dall’antisismica alla sostenibilità ambientale. Si è tenuto il 3 novembre a Roma “Scuola Innova” il primo forum sull’edilizia scolastica organizzato da Legambiente, dalla Nuova Ecologia e da Kyoto Club. All’iniziativa, in cui è stato presentato il XVII Rapporto di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi, hanno partecipato anche aziende, rappresentanti della pubblica amministrazione e progettisti. Tutta la filiera si è riunita per discutere sullo stato delle strutture scolastiche esistenti e per presentare esperienze di successo di riqualificazione e ricostruzione. Secondo il rapporto, le scuole italiane risultano essere poco sicure, circa il 65% infatti è stato costruito prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica del 1974, mentre solo il 9,3% tra il 1991 e il 2014. Sono 7.4 i miliardi di euro stanziati negli ultimi anni dal governo per interventi di riqualificazione, ma solo una piccola parte di questi fondi è stata utilizzata a causa di complessità burocratiche che impedivano la partecipazione di molti enti ai bandi.
Nonostante ciò, esistono numerose esempi virtuosi sul territorio italiano, a partire dall’asilo nido del Campus Biomedico di Trigoria, inaugurato a maggio 2016 e destinato ad ospitare 190 bambini. “La struttura è distribuita su un unico piano di 1780 mq e comprende un nido e una scuola d’infanzia, con un ampio giardino esterno - spiega Davide Lottieri, presidente del Campus Biomedico – L’edificio progettato da Gianluca Anzini è stato realizzato in 150 giorni, certificato per la resistenza al fuoco e con una struttura portante interamente in legno che assicura una resistenza antisismica”.
Al legno l’azienda WolfHaus sposa l’acciaio, per realizzare edifici che consentono di sopportare scosse di intensità pari e superiore a quella del sisma dell’Aquila. “Le nuove strutture in legno richiedono tempi di realizzazione ridotti, assicurando un risparmio di costi – afferma Vanni Bottaro del Comitato Scientifico di Lignius e direttore commerciale di WolfHaus -. È necessario inoltre sfatare il mito che con la prefabbricazione – continua Bottaro – vengano limitate le potenzialità creative di un progettista. Con i nuovi strumenti a disposizione, questo non è più un rischio”. Il legno viene poi utilizzato anche per creare pareti a cappotto con spessori di circa 30 cm che garantiscono un alto isolamento termico, sostituendo gli involucri tradizionali che superavano il metro di spessore. Con queste tecnologie è stato realizzato ad esempio il centro di soccorso di Agostino di Ferrara, resistito al sisma emiliano del 2012 e utilizzato nelle settimane successive come centro di accoglienza e primo soccorso.
Legno, acciaio e gomma. Anche quest’ultimo materiale entra a sorpresa nella gamma dei nuovi materiali edilizi con Ecopneus, azienda che recupera i pneumatici fuori uso e li ricicla nel settore edile creando prodotti anticalpestio per l’isolamento dei solai, intercapedini per l’isolamento acustico delle pareti e supporti antisismici antivibranti, grazie alla capacità della gomma di smorzare le vibrazioni. “Il riuso di questi materiali consente di ridurre costi ambientali ed economici – dichiara Giovanni Corbetta di Ecopneus -, il costo della gomma riciclata infatti si aggira intorno ai 100-150 euro a tonnellata mentre il valore economico della materia vergine è di circa 1500-2000 euro a tonnellata”. Molti sono i progetti realizzati dall’azienda, tra i quali la palestra dell’Istituto Comprensivo Statale “Perotti-Ruffo” di Cassano delle Murge in Puglia.
Non solo materiali ma anche processi innovativi e sperimentali. Punta sull’approccio partecipativo durante la fase di progettazione lo studio di Mario Cucinella, che in occasione del forum di Legambiente ha presentato i casi dell’asilo emiliano di Guastalla e della scuola di Pacentro, in provincia dell’Aquila. “Il progetto di Pacentro è stato realizzato in collaborazione con alcuni giovani architetti neolaureati della zona – spiega Alberto Bruno dello studio Mario Cucinella -. Abbiamo realizzato una struttura che non è solo una scuola, ma anche un edificio in cui la comunità si può riunire fuori dall’orario delle lezioni. Anche per questo la classica struttura delle scuole con un corridoio centrale e le aule ai lati è stata sostituita disegnando un grande spazio al centro, fruibile per diverse attività e con le aule tutte intorno”.
Entrambi i progetti sono stati sviluppati studiando - anche grazie alla collaborazione con L’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (Indire)- come gli spazi intervengono nel processo pedagogico, come vengono progettati e cosa comunicano, sulla base dell’idea che a maggior comfort corrisponda una maggiore predisposizione all’apprendimento.
“L’asilo è tra i primi spazi dove i bambini iniziano a scoprire il mondo – conclude Bruno – ed è necessario quindi disegnare dei luoghi che possano stimolare la curiosità”.
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