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Parla il Presidente Green Building Council Italia e Coordinamento FREE, Direttore scientifico Kyoto Club e QualEnergia)

Lezione di sostenibilità ai giornalisti: "Meno temi scandalistici e più padronanza dei contenuti"

di Paola Pierotti | pubblicato: 04/09/2015
"Siccome viviamo in una fase di cambiamenti velocissimi, il riuscire a trasferire le informazioni su modalità innovative di finanziamento, sul successo di una particolare tecnologia, sulla definizione di un modello di business di successo, può accelerare notevolmente le trasformazioni"
Gianni Silvestrini
Lezione di sostenibilità ai giornalisti:
"Siccome viviamo in una fase di cambiamenti velocissimi, il riuscire a trasferire le informazioni su modalità innovative di finanziamento, sul successo di una particolare tecnologia, sulla definizione di un modello di business di successo, può accelerare notevolmente le trasformazioni"
Gianni Silvestrini

Edilizia sostenibile: politiche, trend, risultati e case study. Gbc Italia, Habitat Lab, Saint-Gobain e Veronafiere hanno organizzato un corso di formazione per giornalisti il prossimo giovedì 10 settembre. "L’iniziativa di Milano organizzata dal Green Building Council Italia in previsione della conferenza europea Greenbuild - ha raccontato Gianni Silvestrini, Presidente Green Building Council Italia e direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia -  si propone di fornire agli addetti che seguono le tematiche dell’edilizia e dell’urbanistica un approfondimento rispetto alle prospettive che si aprono in Europa e in Italia sulla riqualificazione energetica ambientale del patrimonio costruito, e sulle trasformazioni che il mondo dell’edilizia dovrà gestire per rispondere agli impegni climatici, ma anche per superare la crisi e rilanciarsi".

Gianni Silvestrini, un corso di formazione per giornalisti specializzati. Com’è nata questa idea?
Quella di organizzare momenti di approfondimento e informazione rivolti al mondo dei media è una pratica che si sta diffondendo. Si affrontano tematiche di notevole rilevanza che esigono una comprensione delle dinamiche in atto, delle nuove normative, degli attori in gioco. E’ successo così in giugno, quando la FIMA (Federazione Italiana Media Ambientali) ha organizzato presso l’Ambasciata di Francia un evento per i giornalisti in preparazione della Conferenza sul clima che si terrà a Parigi.

Quali sono le principali lacune che gli operatori del mondo della sostenibilità riscontrano nei media specializzati?
Alcuni settori si stanno evolvendo molto rapidamente. Pensiamo alle fonti rinnovabili, alle tecnologie dell’efficienza energetica, a quelle della mobilità sostenibile. Il loro sviluppo tumultuoso ha portato diverse tecnologie ad essere considerate “disruptive” per l’impatto nei loro contesti. Hanno aperto nuove prospettive e mettendo in difficoltà vecchi modelli. Contemporaneamente si assiste ad una rapida evoluzione delle normative comunitarie e nazionali e all’ individuazione di nuovi obbiettivi.

Occorre una buona padronanza di queste dinamiche, anche per gli addetti del settore, per intuire i possibili futuri, individuare i possibili ostacoli, valutare le implicazioni ambientali ed economiche. Prendiamo il tema dei cambiamenti climatici e il ruolo che il settore dell’edilizia potrà giocare in una strategia di riduzione delle emissioni. E’ un argomento affascinante, sempre più attuale, che sarà centrale nei prossimi anni e che verrà approfondito anche nel seminario di Milano.

E in quelli generalisti?
Nei media generalisti è più difficile trovare analisi informate, chiare, dettagliate. Spesso prevale l’esigenza di richiamare l’attenzione del pubblico, con messaggi di carattere catastrofico o scandalistico, e c’è meno spazio per un’analisi attenta che aiuti ad approfondire le singole tematiche. Su alcuni media stranieri si riscontra una maggiore attenzione ai temi della sostenibilità ambientale, si curano rubriche specifiche, si dedicano a volte anche le prime pagine. Va comunque detto che anche da noi si trovano pregevoli approfondimenti. Ma non è la regola.

Prima edizione europea del Greenbuild in Europa. Quando? A chi si rivolge? Cosa rappresenta?
Greenbuild storicamente è l’evento organizzato annualmente negli Usa più importante per il mondo dell’edilizia e della sostenibilità con la partecipazione di decine di migliaia di persone. Da qualche anno questa conferenza si svolge anche in Sud America e nel 2015 si è affacciata anche in Europa. Siamo orgogliosi che l’Italia sia stata scelta come sede di Greenbuild Europe & The Mediterranean che sta attirando l’attenzione anche da aree più lontane. Abbiamo delegazioni che si sono date appuntamento alla Fiera di Verona tra il 14 e il 16 ottobre partendo dalla Croazia, dalla Giordania, dalla Cina, da Singapore…. L’appuntamento è particolarmente importante perché Direttive europee e Decreti nazionali stanno spostando sempre più in alto l’asticella delle prestazioni energetiche dell’edilizia, anche in vista dei futuri impegni climatici. Contemporaneamente cresce l’attenzione internazionale sulla necessità di passare da un modello lineare di crescita dell’economia ad un modello circolare e questo si riflette nelle scelte dei materiali, dei processi costruttivi, nell’attenzione alle risorse idriche, ai temi della mobilità.

Quanto incide la comunicazione sulle trasformazioni del mercato?
Può giocare un ruolo fondamentale. Siccome viviamo in una fase di cambiamenti velocissimi, il riuscire a trasferire le informazioni su modalità innovative di finanziamento, sul successo di una particolare tecnologia, sulla definizione di un modello di business di successo, può accelerare notevolmente le trasformazioni. Proprio per far capire le enormi opportunità che si stanno aprendo, per esempio nella riqualificazione spinta di edifici e quartieri, ho scritto un libro “2 °C” che descrive le dinamiche in atto per far capire che ci sono delle enormi occasioni da cogliere. Occorre che il mondo delle imprese, dei professionisti e dei decisori politici sia informato delle straordinarie opportunità che si apriranno nei prossimi anni.

Sostenibilità, green, smart city, tanti i vocaboli usati con consapevolezza o meno. Quale il giudizio degli addetti ai lavori?
Alcune terminologie sono diventate di moda e a volte sono usate a sproposito. In realtà occorrerebbe riuscire ad essere sobri e al tempo stesso avere la capacità di presentare il fascino di nuove soluzioni in grado effettivamente di aprire prospettive assolutamente impensabili anche solo pochi anni fa. La crisi genera idee nuove e abbiamo dì fronte a noi un panorama di difficoltà sociali, economiche ed ambientali da aggredire. E contemporaneamente una sensibilità crescente tra gli operatori abbinata alla disponibilità di tecnologie fortemente innovative. Insomma, una bella sfida.

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