Dall’attenzione ai giovani, al controllo del ciclo di vita dell’opera, sicurezza e resilienza tra le parole chiave

Linee guida sulla qualità dell’architettura? Ok con riserva. Ecco le raccomandazioni del Csllpp

di Paola Pierotti | pubblicato: 04/01/2021
«In Italia continua a mancare una legge sulla qualità dell’architettura: bisogna farla presto e bene. Meno formalità, più cultura: una legge a tutela dei cittadini, della committenza, della scuola e, come conseguenza, della figura del professionista. Va considerata anche la multidisciplinarietà delle competenze»
Gianni Massa
Linee guida sulla qualità dell’architettura? Ok con riserva. Ecco le raccomandazioni del Csllpp
«In Italia continua a mancare una legge sulla qualità dell’architettura: bisogna farla presto e bene. Meno formalità, più cultura: una legge a tutela dei cittadini, della committenza, della scuola e, come conseguenza, della figura del professionista. Va considerata anche la multidisciplinarietà delle competenze»
Gianni Massa

È stato l’ultimo comunicato stampa dell’anno da parte del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori quello relativo all’approvazione delle Linee guida sulla qualità dell’architettura. «Un importante riconoscimento del valore di pubblico interesse dell’architettura e del paesaggio, che sono basilari nella definizione della qualità della vita urbana e per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese. Da molti anni – ha commentato Giuseppe Cappochin, Presidente del Cnappc - stiamo lavorando perché si arrivi ad una Legge sull’architettura che, come si evince dal parere del CSLLPP, dovrebbe essere accompagnata da una riforma urbanistica nazionale che possa completare e ridefinire le strategie, gli strumenti e l’attuazione delle politiche di tutela e di trasformazione dei territori e delle città per renderle più efficienti, competitive, attrattive, incubatrici di un’alta qualità della vita: per tornare, quindi, centrali nell’agenda politica ed approcciare – insieme agli interventi di rigenerazione urbana – nell’ambito di una visione strategica e non più in modo settoriale e parziale anche gli investimenti che le riguardano».

Un passo avanti per le Linee guida anticipate con il ministro Alberto Bonisoli in occasione del Congresso nazionale degli architetti nell’estate del 2018, e che vanno nella direzione dell’istituzione di una Legge sull’architettura che in Italia ancora non c’è. Ma al momento non c’è il via libera per le Linee guida: la discussione si è chiusa infatti con un verbale con puntuali raccomandazioni e con l’indicazione del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici di istituire una commissione nella quale coinvolgere, oltre ai rappresentanti istituzionali già interessati e quelli della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Architettura e di Ingegneria, anche il Ministero dell’università e della ricerca e il Mef.

Tra i nodi evidenziati dai relatori quello relativo all’uso della parola “architettura”, declinata automaticamente attraverso il mestiere dell’architetto, dimenticandosi dell’interdisciplinarietà del progetto e del fatto che, a titolo di esempio, anche nel nostro Paese si sono distinti grandi progettisti com’è stato Pier Luigi Nervi, pur senza essere architetto. «In Italia continua a mancare una legge sulla qualità dell’architettura: bisogna farla presto e bene. Meno formalità, più cultura: una legge a tutela dei cittadini, della committenza, della scuola e, come conseguenza, della figura del professionista. Senza però stravolgere l’identità del nostro Paese - ha commentato Gianni Massa, vicepresidente del CNI e uno dei relatori della commissione - da sempre in Italia ai concorsi partecipano sia architetti che ingegneri, nella realtà oggi il progettista è un team interdisciplinare, dove l’architetto può essere una delle figure con un ruolo di coordinamento». Un monito che è stato preso in considerazione e che di fatto ha evitato una battaglia tra professioni tecniche, pur difendendo tutti la centralità del progetto.

In generale la commissione relatrice del CSLLPP ha chiesto di fatto la rimodulazione degli indirizzi operativi contenuti in precise raccomandazioni, suggerendo che “Linee guida siano uno strumento di carattere molto più snello, sintetico ed efficace per orientare il legislatore nazionale e locale, indirizzare gli apparati amministrativi locali e supportare il mondo professionale tecnico, considerato nella sua multidisciplinarietà e intersettorialità, verso l’elaborazione del progetto di qualità, nel quale la “qualità” rappresenta la sostanza dell’attività tecnico-professionale, l’obiettivo del buon governo delle città e l’essenza delle trasformazioni del territorio”.

Le linee guida come “cornice di indirizzo” e “come atto propedeutico alla predisposizione di una legge nazionale, un provvedimento normativo di rango primario che dovrebbe essere accompagnato da una riforma urbanistica nazionale – si legge nella nota - che possa completare e ridefinire le strategie, gli strumenti e l’attuazione della politiche di tutela e di trasformazione dei territori e delle città”.

Primo punto. Si parte dal concetto che architettura e paesaggio sono un diritto per ogni persona: attenzione quindi “all’intero organismo urbano con le sue periferie, il paesaggio con il suo forte legame al contesto storico ambientale, geologico e geomorfologico che lo sottende, i luoghi anonimi e degradati, ma anche le infrastrutture urbane e territoriali”.

Secondo tema quello della sicurezza: “Occorre favorire azioni dirette verso la sicurezza delle persone – si legge nella nota del CSLLPP - attraverso politiche ed iniziative volte alla conoscenza strutturale delle costruzioni, del loro comportamento statico e dinamico e dei possibili interventi per la riduzione dei rischi”. Focus quindi sulla “prevenzione sismica e il riassetto idrogeologico del territorio italiano: temi che attengono alla specificità delle opere di architettura e di ingegneria e rappresentano emergenze improcrastinabili, per il continuo tributo di vite umane e di danni economici che i vari eventi provocano nel nostro Paese”.

Tutti i cittadini devono poter fruire di qualità. Ed entra in gioco il tema della ‘resilienza’ su cui si farà il punto anche con il Padiglione italiano della prossima Biennale di Architettura, lanciato con un sito web il 1° gennaio 2021. “Le linee guida devono contribuire a formulare criteri utili per rigenerare i tessuti della città, a differenziare le varie esigenze della mobilità, a garantire migliori condizioni di agibilità e di sicurezza, nonché garantire la salute e il benessere dell’ambiente urbano e degli edifici, ponendo l’attenzione a tutte le misure e gli interventi finalizzati non soltanto a mitigare ogni forma di inquinamento ambientale e di rischio naturale e antropico, tendendo quanto più possibile alla resilienza nei processi di trasformazione urbana”.

Qualità dell’architettura e sfide per il futuro.  “La qualità dell’architettura – scrive la commissione - si deve misurare con i cambiamenti epocali che la società dell’innovazione e dell’informatica presentano continuamente e non può prescindere dallo specifico contesto geologico e geomorfologico in cui il progetto si inserisce e delle relative pericolosità, di cui il progettista deve avere piena cognizione”.

La quinta raccomandazione riguarda la sostenibilità e si concentra sul tema della partecipazione dei cittadini alle scelte di campo e con la corretta definizione degli obiettivi economici, intesi come impiego responsabile delle risorse economiche ai fini della durabilità fisica e della flessibilità spaziale nell’uso e nel tempo, tenendo presente la questione dell’equità intergenerazionale nell’accesso alle risorse”. Ecco che quando si parla di Green City il discorso si allarga e “si avvale di tecnologie basate sulle Information and Communication Technologies (ICT), per il monitoraggio, la raccolta e la regolazione dei flussi informativi, le modalità di utilizzo e di gestione, in direzione dell’eco-innovazione di filiere urbane strategiche come l’illuminazione pubblica, gli edifici intelligenti, la mobilità, la generazione diffusa, la distribuzione e il consumo di energia, la gestione dei flussi di materia e del riciclo dei rifiuti, la gestione e la manutenzione del patrimonio edilizio e delle infrastrutture urbane”.

Competenze e interdisciplinarità per un progetto complesso. “Il progetto è lo strumento di rilevanza centrale per realizzare opere di qualità nelle sue diverse componenti architettoniche, ingegneristiche, impiantistiche, storico- architettoniche, paesaggistiche, agronomiche e geologiche – si legge - deve essere definito in ogni sua parte ed è lo strumento centrale per l’attuazione di una strategia delle trasformazioni dell’ambiente a garanzia del conseguimento dell’interesse collettivo. Il progetto è frutto della multidisciplinarità delle competenze”. In questo punto si solleva il tema dei concorsi “di progettazione in due livelli, per premiare la creatività e le competenze” puntando sulla “competizione sul piano del merito”.

I giovani sono il futuro dell’architettura. “È necessario consentire l’ingresso dei giovani professionisti nel ciclo delle attività riguardanti le opere pubbliche, affidando loro responsabilità e l’onere di contribuire con protagonismo all’innalzamento della qualità dell’architettura”.

E ancora, non si trascuri il ciclo di vita dell’opera.  “Progettare un’opera significa anche progettare la sua manutenzione, il suo mantenimento in efficienza ed in qualità nel passare del tempo. Il progetto di manutenzione è “un progetto nel progetto”, che riferisce dei lavori di cui l’opera ha bisogno per mantenersi in esercizio e per funzionare efficacemente, in ogni momento della sua vita. Il costo vero di un’opera è dato dalla somma del suo costo di costruzione più quello di gestione”.

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