La tesi dedicata allo studio per un nuovo campus per la ricerca scientifica alla Columbia University ha vinto il premio Neolaureati indetto dall’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano. Alla cerimonia del 5 marzo è stato proclamato vincitore Davide Vernocchi, autore del lavoro Manhattanville Urban Campus, che ha ricevuto un premio di 1.000 euro. Oltre al vincitore la giuria ha assegnato tre le menzioni speciali e sette le segnalazioni.
Il Premio indetto dall’Ordine Milanese intende mettere in contatto gli autori delle più meritevoli tesi di laurea sostenute al Politecnico di Milano con la realtà culturale e professionale del design e dell’architettura, del design, della pianificazione, del paesaggio e della conservazione. "Con questo obiettivo - dicono dall'Ordine di Milano - il Premio diventerà in tempi brevi un programma di mentorship e accompagnamento alla professione dei più talentuosi giovani laureati tramite borse di studio in aziende, studi e istituzioni di fama internazionale".
“Con questa iniziativa l'Ordine degli Architetti di Milano vuole affermare il compito estetico, scientifico e civile che la cultura del progetto e la qualità della architettura possono e devono svolgere nella nostra società e riconoscere i nuovi talenti che si affacciano al mondo della professione”, ha affermato l’architetto Franco Raggi, vicepresidente dell’Ordine e membro della giuria.
Più nel dettaglio la tesi di Vernocchi ha come oggetto di studio la progettazione del nuovo campus per la ricerca scientifica e la didattica della Columbia University a New York, finalizzata al ridisegno di un’ampia area industriale a Manhattanville. L’ampliamento dell’istituto, che sorge in una Harlem da sempre sospesa tra conflitti e istanze sociali e culturali di rinnovamento – è “improntato a una ridefinizione del ruolo del campus all’interno del quartiere, quale motore per la rinascita delle relazioni sociali e come risposta alle aspettative d’integrazione dei cittadini”. Un’integrazione anche geografica, che, nella sapiente distribuzione degli spazi operata da Vernocchi – che definisce il progetto come un ‘dispositivo urbano’ – utilizza “le potenzialità del viadotto della River Side Drive per colmare una lacuna nel sistema della Greenway, trasformando l’infrastruttura in un vero e proprio portico di distribuzione e accesso ai diversi edifici del campus”.
Oltre al premio in denaro il vincitore sarà invitato al Salone del Mobile 2015 nell'ambito del progetto 500x100, promosso da aziende e progettisti impegnate sul tema degli spazi del lavoro, dell'intrattenimento e della cultura. Verrà coinvolto in un TALK, 500x100 TALK, per portare la sua riflessione sul tema della città insieme ad altre decine di protagonisti del mondo dell'architettura e della cultura, italiani e internazionali.
Le tre menzioni speciali sono state accordate:
a Post oil city di Jiulia Gocalek, un’interessante proposta di riqualificazione e rinaturalizzazione della città Neft Dashari, costruita dall’Unione Sovietica su un’isola del Mar Caspio. Intento è dare nuove funzioni alle rovine di una petro-città, tramutandola in un organismo coerente col paesaggio e ecologicamente d’avanguardia;
a Camilla Caironi e Marta Cantoni, che con Geografie di sguardi concentrano l’attenzione sulla valorizzazione di luoghi, elementi e paesaggi del Siracusano: dalla Fortezza alle Latomie, passando attraverso l’acqua e la campagna, compiono un percorso architettonico di attento perfezionamento e rivalutazione di simboli, valori e patrimoni del territorio;
al trio Dichen-Meng-Yalin, che ha compiuto degli ‘esperimenti’ sulla nuova modernità Milanese con Made in Milan, partendo dall’analisi degli sviluppi temporali e funzionali del disegno urbanistico complessivo meneghino. In tale successione di griglie urbane consolidate, i concorrenti hanno inserito nuove strutture con relative funzioni d’uso per rispondere alle nuove esigenze di una città moderna.
Progetti segnalati:
Andrea Terzi e Luca Trombin con Destressor focalizzano, con buona dose provocatoria, due elementi importanti della nostra epoca: il riciclo e lo stress. Il loro progetto, Destressor, è una simil-edicola che, bersaglio di sfogo da stress dei cittadini, diviene contenitore di ceramica da riciclo.
Andrea Corbetta e Stefano De Crescenzo con Struttura e forma propongono una ibridazione tra storia, ingegneria e architettura: un mix fertile e funzionale che, nell’analisi fatta dal secondo dopoguerra agli anni Sessanta, mostra lo sviluppo dei sistemi strutturali a guscio e le strutture forma-resistenti.
Michele Floris, con Avvicinamenti allo spazio, inquadra il proprio intervento progettuale sul quartiere della Mouraria a Lisbona, dalla scala del territorio sino a quella più intima del quartiere. Il progetto prevede l’inserimento di nuove dotazioni e contestuale riqualificazione e consolidamento delle aree, con uno sguardo attento ai fenomeni di socializzazione.
Alessio Comai, con Urbanising the region, compie un’analisi del rapporto tra infrastrutture, densificazione e strategie di crescita della regione urbana focalizzandosi sulle città di Londra e Tokio, dove intere parti di città possono apprezzare un più che sensibile sviluppo di investimenti del terziario e del residenziale (e di qualità della vita) a seguito di interventi infrastrutturali ragionati.
Tracce del suolo di Fassi-Figuccio-Pomodoro-Pornaro si focalizza sull’Alto Mantovano dove tra la l’Alta Pianura Lombarda e le colline si trovano le tracce degli antichi paleoalvei, con relativi sedimenti. Il focus del progetto si rivolge ai due paleoalvei di Castiglione delle Stiviere, con l’intento di connetterli con un circuito ciclopedonale che supera le barriere infrastrutturali sfruttando le variazioni di quota.
Giacopelli-La Marca hanno compiuto un lavoro di ricerca e proposta progettuale concentrandosi sull’architettura non lineare, l’Architettura Responsiva. In Responsive morphologies, gli autori hanno progettato un componente semplice che fosse in grado di reagire agli stimoli esterni attraverso l’uso del modello IPO: ne è nato un origami, un elemento tridimensionale per le facciate in grado di reagire all’intensità della luce, modulandone la portata attraverso un sistema di apertura e chiusura.
Francesco Degli Esposti e Michele Piolini, con Hybrid 128, affrontano il tema della riqualificazione del Brooklyn Navy Yard, area portuale sita in New York, oggi in disuso, isolamento, immobilismo e abbandono. Partendo dalla trasformazione dell’edificio 128, gli autori si sono posti l’obiettivo di una progettazione strategica inclusiva in cui il progetto potesse legare tutti gli elementi in un unico, complessivo discorso formale.
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