L’impresa illustra i lavori più recenti a Milano e Roma. Cesare Pedercini: "Per l’evento del 2015 sotto controllo i lavori generali, follemente indietro i progetti di alcuni Paesi"

Mangiavacchi Pedercini: dall’Expo (con le torri di Cascina Merlata e il padiglione dell’Angola) all’Ostiense

di Paola Pierotti | pubblicato: 05/11/2014
"L'impresa non è 'il cattivo', alcune scelte che consigliamo non vanno a vantaggio solo della proprietà. Affianchiamo i nostri clienti in fase di studio del progetto anche per tenere il più possibile sotto controllo il lavoro degli architetti: capita spesso che progettino cose che costano troppo o che potrebbero essere realizzate con soluzioni innovative"
Cesare Pedercini
Mangiavacchi Pedercini: dall’Expo (con le torri di Cascina Merlata e il padiglione dell’Angola) all’Ostiense
"L'impresa non è 'il cattivo', alcune scelte che consigliamo non vanno a vantaggio solo della proprietà. Affianchiamo i nostri clienti in fase di studio del progetto anche per tenere il più possibile sotto controllo il lavoro degli architetti: capita spesso che progettino cose che costano troppo o che potrebbero essere realizzate con soluzioni innovative"
Cesare Pedercini

Alcuni operai sono al lavoro per l’Expo per realizzare il padiglione dell’Angola, altri sono poco lontani impegnati nell’area di Cascina Merlata per la costruzione di tre edifici residenziali del villaggio di Euromilano (progettati da  MCA ArchitectsCZA (Cino Zucchi), B22, Pura, C+S Architetti Associati e Tecno Arch). A Roma è partito da poco un grande cantiere nell’area dell’Ostiense per realizzare un complesso con 184 unità immobiliari residenziali e 100 posti auto interrati. L’impresa Mangiavecchi Pedercini, 40 unità e un fatturato dell’ordine dei 30 milioni di euro scatta la sua fotografia del mercato delle costruzioni in Italia, al fianco di diversi studi tra i più attivi dell’architettura italiana, da Matteo Thun a Mario Cucinella a Beretta Associati con MAB Arquitectura.

Ingegner Cesare Pedercini, ci racconta come è nata la vostra società?
L'Impresa Generale di Costruzioni Mangiavacchi Pedercini è nata nel 2006 dall’unione di Mangiavacchi spa e Pedercini spa, imprese milanesi fondate rispettivamente nel 1951 e nel 1929 e affermatesi nel corso del tempo attraverso la realizzazione di importanti opere in ambito nazionale e internazionale.
La società, forte di queste “storiche” competenze, si presenta oggi sul mercato come una realtà solida, affidabile e competitiva. Io sono di terza generazione, il mio collega Mangiavacchi di seconda, abbiamo lavorato molto a Milano con tanti grandi architetti. Cerchiamo di lavorare in partnership con i progettisti, abbiamo partecipato anche all’operazione Housing Contest (promossa da Assimpredil, dagli Architetti di Milano, da Inarch e dal Comune) con quattro studi di architettura e in particolare sul tema del social housing abbiamo realizzato interessanti progetti con Beretta e con Maurice Kanah.

Siete costruttori o anche developer?
Un terzo delle attività le facciamo in proprio attraverso una nostra società collegata a Beni Stabili; gli altri due terzi riguardano appalti privati.

La vostra società si distingue per una stretta alleanza con gli architetti. E’ sempre un rapporto felice?
Per noi il progetto è centrale per il successo delle nostre operazioni, affianchiamo i nostri clienti in fase di studio del progetto anche per tenere il più possibile sotto controllo proprio il lavoro degli architetti dal momento che capita spesso progettino cose che costano troppo o che potrebbero essere realizzate con soluzioni innovative. Non è impossibile. Si può farcela, in via Tortona abbiamo lavorato con Matteo Thun per realizzare un complesso direzionale e siamo riusciti a far contenere il suo lavoro in un budget ragionevole e con ottimi risultati.

In questi anni di crisi, ha visto un cambiamento nell’approccio dei progettisti?
L’architetto sta cambiando ma ancora non a sufficienza. Sentiamo ancora una forte diffidenza nei confronti delle imprese che sono viste come ‘i cattivi’, ma se l’impresa è seria possiamo assicurare che il vantaggio andrà a favore di tutti e non solo della proprietà.

Il social housing è un vostro cavallo di battaglia. Lo è stato con un intervento a Crema per la Fondazione Social Housing ma state investendo anche ora, dove e con chi?
Abbiamo affidato due lavori ai giovani dello studio Mab Arquitectura che da qualche tempo lavorano al fianco dello studio Beretta (si legga l'intervista a Mab Arquitectura sul tema). Dopo l’esperienza di Crema dove siamo riusciti ad ottimizzare gli spazi, a contenere i costi e senza proporre un progetto scadente, abbiamo deciso di continuare a lavorare su questo tema anche sperimentando nuove soluzioni tecnologiche che ci piacerebbe esportare presto anche all’estero.

Ha un consiglio per gli architetti?
Mio padre ha portato a termine numerosi interventi con un professionista che lavorava molto sulle piante, oggi tanti architetti lavorano troppo sull’involucro pensano a costruire belle facciate e si interessano poco del resto.

L’ultima vostra novità e a Roma, nell’area dell’Ostiense dove realizzerete l’operazione PortoFluviale71, di cosa si tratta?
Si tratta di un intervento residenziale in appalto per un committente privato, stiamo cercando di revisionare la parte strutturale e a breve partiremo con i lavori. All’interno dell’area di intervento è presente un edificio storico che è stato mantenuto per essere restaurato e adibito al nuovo Museo dei reperti archeologici rinvenuti nella fase degli scavi ed in parte a residenza di prestigio. L’area di sviluppo riqualifica una superficie complessiva di circa 8.000 mq. La superficie residenziale è di oltre 11.000 mq+ 4.800 di terrazzi distribuiti in 4 corpi scala con 8 ascensori. Di 185 appartamenti 36 saranno riservati ad edilizia a canone calmierato. Tra i servizi pubblici, oltre al museo, sarà sistemata l’area lungo Tevere con parcheggi ed alberature presenti anche nell’area di pertinenza. L’edificio offre tipologie abitative dal monolocale al quadrilocale, ciascuna con ampie logge e terrazzi al piano attico e possibilità di posto auto privato.

I lavori sono appena partiti e vengono realizzati in associazione temporanea di impresa con Nessi & Majocchi, storica impresa di Como.

Chi è qui il progettista?
Il progettista architettonico e direttore lavori è l'architetto Bruno Moauro. Le strutture e gli impianti sono progettate dall'ingegner Gabriele Novembri. Il committente ha inoltre designato due advisor nelle persone degli ingegneri Carlo Bossi e Alberto Rizzo.

E all’Expo come va? Come vede proseguire il maxi-cantiere?
Tutto sommato sembra che i lavori per la parte pubblica siano sotto controllo e in linea con i tempi di esecuzione. Follemente indietro sembrano invece essere alcuni padiglioni dei singoli Paesi: per alcuni non sono ancora partire le gare, noi abbiamo rinunciato a fare qualche offerta consapevoli che se l’appalto viene assegnato a dicembre sarà durissima consegnare nei tempi.

Tutti i Paesi hanno fatto gare per l’assegnazione degli appalti?
No, qualche Paese ha pubblicato un bando, altri hanno scelto strade diverse. In alcuni casi non ci sono nemmeno delle imprese al lavoro, ma aziende con società di ingegneria. Stanno andando meglio i Paesi che hanno deciso di appoggiarsi a professionisti locali: l’Expo chiede documentazioni impegnative, superiori a quelle per il rilascio di un permesso di costruire.

Per il padiglione dell’Angola siete soddisfatti?
In questo caso è stato coinvolto uno studio locale, Masterplanstudio, che da più di un anno lavora su questo progetto e siamo riusciti a instaurare una buona collaborazione e a organizzare  al meglio il lavoro. Gli architetti Federico Acuto e Stefano Gaudimundo di Masterplanstudio si sono occupati dell’esecuzione completa delle fasi di Preliminary Design e Detailed Design del Padiglione dell’Angola per il General contractor Atlantic Alliance.

Il padiglione in pillole?
Duemila mq di superficie in costruzione all’ingresso ovest dell’area Expo. Per quanto riguarda i temi l’accento sarà posto sul progresso agricolo e sull’allevamento del bestiame e sulla pesca. Il padiglione ospiterà anche laboratori e workshop con una forte valenza educativa, tra cui un laboratorio-ristorante dove si svolgeranno varie attività promozionali. L’Angola Pavilion all’Expo di Milano ospiterà anche mostre temporanee di pittura, scultura e artigianato, ma anche spettacoli teatrali, sfilate di moda e settimane tematiche.

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