Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) lancia“L’Architettura è cultura e bene comune”, una maratona 24h non stop dalle ore 10 di sabato 23 maggio fino alle 10 di domenica 24 maggio; 400 interventi fra interventi, interviste, faccia a faccia e tavole rotonde. Un’occasione per avviare un dialogo e un confronto su come vada ripensato il Paese dopo il Covid-19. Il live sarà disponibile sul sito “architettiperilfuturo”, piattaforma digitale che fino all’autunno raccoglierà idee e contributi degli iscritti, che andranno poi a confluire in una proposta da sottoporre alle Istituzioni.
«Abbiamo pensato a una piattaforma perché crediamo nel senso di comunità, nella forza della voce collettiva che condensa, dà spazio e rilievo ai pensieri dei singoli nel mondo dell’architettura» spiega il presidente di CNAPPC Giuseppe Capocchin.
Cinque i macro-temi di cui si parlerà: progettare secondo le sfide globali 2030/50; l’Italia, una rete di Resilient Cities; la sostenibilità dell’Abitare; rigenerazione urbana; nuovi modelli virtuosi. Si punta così a promuovere un dialogo che prenda le mosse dalle domande che in molti si stanno facendo in queste ultime settimane.
«Il Covid-19, oltre ad averci fatto piombare in una profonda crisi sanitaria ed economica, può rappresentare una gigantesca opportunità verso il cambiamento, con interventi radicali, in una partita tutta da giocare senza aver paura di giocarla. Per farlo – ha aggiunto Cappochin - è necessario elaborare proposte di futuro ripensando le città e i territori, agendo sugli stili dell’abitare, sulla mobilità, sull’accesso ai servizi, e su uno sviluppo in forme più distribuite e reticolari».
Su “architettiperilfuturo” anche il Manifesto da cui la maratona prende il nome e che è stato elaborato dal CNAPPC in collaborazione con un Comitato scientifico. Il Manifesto – in continuo aggiornamento seguendo le fasi dell’emergenza – contiene un programma che ripensa le città e i territori del futuro ma anche uno sguardo più ampio sulla rigenerazione urbana e il rilancio delle periferie, visti come i veri punti d’incontro; luoghi di rigenerazione socioculturale-ambientale, come spiega il punto 4 dal titolo Un nuovo rapporto tra città e aree interne.
Ancora, il Manifesto richiama temi centrali e da tempo sotto i riflettori per i professionisti: sottolinea l’importanza di una semplificazione di quello che è l’attuale piano normativo a regola del territorio e dell’apparato amministrativo, auspica la realizzazione di concorsi di progettazione il più possibile interdisciplinari, l’integrazione del progetto di architettura con competenze multidisciplinari e una nuova azione del “pubblico”, che deve riprendersi il ruolo di promotore.
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