“La rigenerazione urbana è più che un solo investimento in calce e mattoni”. Sono i costruttori, a Sorrento, nell’ambito del convegno dell’Ance, “Edilizia avanti tutta”, a fare il punto sulle città, sulla loro trasformazione e sulle possibilità di sviluppo. “Perché ciò si realizzi la rigenerazione richiede un ampio approccio alla trasformazione di un’area non solo in senso fisico ma anche in termini di immagine – dicono dal Centro Studi dell’Ance –, qualità ambientale, reputazione, con un miglioramento dell’accesso ai servizi, più opportunità sociali ed economiche”.
Il primo passo? “Prendere coscienza come imprenditori, come realtà urbana, come sistema Paese per saper leggere le opportunità dei territori”.
“Servono nuove forme di leadership e cooperazione - dicono i costruttori – facendo un censimento degli interessi e delle relazioni, ovviamente garantendo la partecipazione attiva degli abitanti alla progettazione e gestione dei programmi di intervento”.
Tra le priorità del programma stilato dall’Ance per la rigenerazione urbana ci sono la riconversione ecologica di parti significative dell’organismo urbano e della città; il recupero statico ed energetico, funzionale ed architettonico del patrimonio esistente evitando il consumo di suolo; la mixitè funzionale e sociale dei quartieri; la realizzazione di nuove infrastrutture di trasporto collettivo; la salvaguardia dei terreni agricoli; la promozione dell’innovazione e della sperimentazione edilizia e tecnologica; la sicurezza sociale; la valorizzazione dei beni culturali, della storia e della memoria.
Obiettivi da raggiungere individuando le giuste forme di finanziamento (fondo di rotazione, fondo di solidarietà per la realizzazione di alloggi sociali, accompagnamento finanziario, forme di microcredito) atte a consentire la progettazione e la programmazione pluriennale degli interventi.
L’Ance solleva anche il tema della definizione delle regole che devono disciplinare le relazioni tra enti pubblici, banche e società private, e di nuovi e più efficaci strumenti giuridici. “Fondamentale attivare nuovi rapporti con il mondo della finanza – spiega l’Ance – e attrarre investitori esteri”.
“I quartieri cambiano nei decenni, ai giovani si devono offrire spazi per attività innovative. Diversamente, le città moriranno – dichiara Paolo Buzzetti, presidente Ance -. Dobbiamo fare riqualificazione intelligente che è manutenzione, risparmio energetico e miglioramento sismico. Le città sono la scommessa per l’industria delle costruzioni e per il Paese”.
Sergio Rizzo, editorialista del Corriere della Sera, presente al dibattito, fa un panorama della situazione italiana. Tra gli esempi di rigenerazione urbana "sbagliata" porta Bagnoli. "La Porta del Parco, il centro benessere non ha ancora l'acqua termale. Non solo, è stato costruito un ospedale per le tartarughe, costato 10 milioni di euro, e non ci sono nemmeno le strade per raggiungerlo. Per Bagnoli complessivamente sono stati spesi 360milioni ma forse si potevano usare in modo migliore". Un esempio virtuoso, in contrapposizione con Bagnoli, citato da Rizzo, è Bilbao.
Rizzo porta anche l'esempio di Carbonia, in Sardegna, dell'area del Sulcis che ogni anno costa 100milioni "ed è previsto anche un fondo di perdite future". "In Francia - racconta Rizzo - c'è una città, Lens, al confine con il Belgio, dove la città mineraria degradata è diventata la sede del nuovo Louvre-Lens: 200 milioni di euro investiti, 1,4 miliardi di ricavi previsti. Si è sviluppata una fiorente attività economica: dal buio delle miniere al museo bianco, da minatori a gestori di bed and breakfast".
L'Ance presenta a Sorrento un rapporto sulle idee, il metodo, gli strumenti e le esperienze e fa due proposte concrete sul tema della trasformazione urbana sostenibile: la conferma di un Comitato Interministeriale per le Politiche Urbane e la costituzione di un’Agenzia nazionale per la rigenerazione urbana sostenibile (sul modello dell’Anru francese). “Il comitato interministeriale – dicono dal Centro Studi dell’Ance – dovrebbe definire i criteri per individuare a scala nazionale quartieri e aree urbane su cui prioritariamente intervenire. Una volta approvato l’elenco, si dovrebbero sottoscrivere dei Contratti di durata non superiore ad un quinquennio con Comuni, Associazioni di Comuni, Regioni e altri enti coinvolti”. Per controllare l’operato lo schema Ance prevede l’istituzione di un Forum di quartiere, e la predisposizione di un rapporto annuale sullo stato di attuazione del programma nazionale e dei progetti locali, utile per segnalare eventuali criticità e proposte di modifica legislativa.
L’Agenzia, come dice l'Ance, dovrebbe invece operare nel quadro delle regole ed essere finalizzata alla semplificazione e all'accelerazione delle procedure. I compiti? “Definire gli impegni finanziari dei diversi partner pubblici e privati, garantendo disponibilità in tempi certi; fornire alle comunità locali il supporto operativo e tecnico per la progettazione e realizzazione degli interventi; monitorare e certificare la qualità”.
"La reputazione internazionale dell'Italia è scesa dal 33esimo posto nel 1995 al 69esimo posto - dice Rizzo -, la percezione della corruzione in alcune regioni del Sud Italia è più scura di realtà della Grecia o dell'Est europeo. L'Italia non attira che l'1% degli investimenti esteri mondiali, e vanno prevalentemente al Nord. Dobbiamo riprenderci la credibilità a livello internazionale". Sconfiggere i pregiudizi, i nemici - come dice Rizzo - che sintetizza in "corruzione, burocrazia e la reputazione".
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tag: