Le Olimpiadi al contrario, ma anche le Olimpiadi del tempo. Quelle che hanno il pensiero rivolto al dopo-evento e quelle che non devono arrivare in ritardo. E un vincitore per la progettazione del Villaggio Olimpico che sarà ospitato nello scalo di Porta Romana rigenerato: lo studio di architettura Skidmore, Owings & Merrill (SOM). Progettisti visionari, quelli dei grattacieli e del primo insediamento umano permanente sulla superficie lunare (già arrivati secondi classificati al concorso internazionale di architettura per il masterplan di Porta Romana). Concorso bandito dal fondo di investimento immobiliare Porta Romana (promosso e gestito da Coima Sgr e sottoscritto da Covivio, Prada Holding e dal fondo Coima Esg City Impact) in accordo con il Gruppo Fs Italiane. Competizione vinta dal team guidato da Outcomist, con Diller Scofidio + Renfro, Plp Architecture e Carlo Ratti Associati, che era stato annunciato il 31 marzo scorso, ma che ha visto solo oggi, a valle della consultazione pubblica terminata il 14 aprile scorso, il masterplan definitivo.
Le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 sembrano più vicine e con un’idea chiara di quelle che sono le priorità: collaborazione tra parti (Fs Sistemi Urbani e amministrazioni pubbliche), ma soprattutto rispetto del cronoprogramma serratissimo, come dice Manfredi Catella (founder e ceo di Coima Sgr). Milestones in cinque anni, senza sbavature, che inizia ora con la parziale presa in consegna delle aree, la presentazione del permesso di costruire il 31 ottobre, i 36 mesi per la costruzione, i 12 mesi di attività legate all’evento sportivo e poi apertura dello studentato.
Il villaggio olimpico - Il villaggio per gli atleti, che sarà consegnato a luglio 2025, avrà un’architettura aperta che consentirà la permeabilità e l’integrazione con l’area circostante, ma soprattutto sarà un villaggio a impatto zero, rappresenterà un modello per criteri ESG, emissioni Co2 in fase operativa allineate con obiettivi 2050 della comunità europea, il 30% dell’energia sarà da impianti solari termici e fotovoltaici, una riduzione di Co2 del 40% per il riscaldamento e il raffreddamento e riduzione dell’uso di acqua potabile. «Dalle nostre esperienze precedenti, soprattutto con il Moon Village, abbiamo imparato che si può creare un posto sostenibile con consumi ridotti, autosufficiente, creativo, intergenerazionale, il tutto con la leva della tecnologia», racconta Colin Koop, partner di Skidmore, Owings & Merrill.
Per la progettazione del Villaggio è stato indetto un concorso di architettura al quale hanno partecipato 27 raggruppamenti formati da 71 studi di 9 nazionalità diverse. Spazi aperti, cortili, grandi vetrate e terrazze perché «quando questo luogo diventerà uno studentato, i giovani devono vedere ed essere visti dal mondo. Sono la vitalità del nostro sistema sociale», spiega ancora Koop. Tutto sarà collegato, ampio, con spazi tematici. Dopo l’agonismo, l’università sarà il cuore pulsante della città, l’anima del Villaggio Olimpico. Il progetto è stato valutato positivamente per il dialogo e l’apertura nei confronti del resto del masterplan, cambiato di pochissimo rispetto alla presentazione provvisoria di marzo, e delle porzioni limitrofe della città. Il Villaggio Olimpico, rispetto alla proposta iniziale del masterplan, sarà realizzato con edifici più bassi e diffusi armoniosamente, integrato con servizi per creare un quartiere cittadino aperto a una frequentazione da parte di tutta la cittadinanza, di qualsiasi età, dai bambini agli anziani, attraverso la composizione di spazi pedonali e piazze, ben connesse anche con i nuovi spazi in via di sviluppo e le aree adiacenti allo scalo.
L’area di 60mila metri quadrati, sarà posizionata nel quadrante sud ovest dello scalo, per una continuità con le funzioni esistenti nella zona e per un equilibrio generale del quartiere. Il villaggio ospiterà, durante le olimpiadi, gli atleti, ma al termine della competizione, sarà convertito da Coima Sgr in student housing dotato di tutti i servizi necessari, oltre ai servizi privati di interesse pubblico richiesti dalla Fondazione Milano Cortina.
«I grandi eventi sono una grande opportunità e i tempi sono un tassello fondamentale – spiega il sindaco di Milano, Giuseppe Sala - quello che vedo in questo territorio è che c’è un fermento positivo, Milano sarà quella di prima del Covid, anzi, meglio di prima. Il passaggio doloroso che abbiamo vissuto ci ha insegnato qualcosa. Ci sono tanti sviluppi immobiliari basati sulla rigenerazione e nell’area sud di Milano, porta d’accesso verso i parchi, ci sarà una nuova vitalità».
«Abbiamo disegnato queste olimpiadi, partendo dal dopo-evento. Una novità. Abbiamo pensato prima alla fase successiva, un’inversione del paradigma, una logica al servizio della città e dei suoi cittadini», racconta l’amministratore delegato di Fondazione Milano-Cortina 2026, Vincenzo Novari.
Questo il leit motiv: il dopo che diventa il prima, l’utile per la cittadinanza che passa in pool position.
Il masterplan definitivo – Il progetto presentato integra le principali osservazioni emerse dal dibattito con i cittadini, dalle istituzioni e dai proponenti. Ha visto un’ampia partecipazione: 2.700 persone collegate alla presentazione del progetto, 1.500 iscritti alla newsletter, 1.695 questionari compilati, 1.685 risposte aperte.
Nell’aggiornamento del masterplan che terrà in considerazione le osservazioni emerse in sede di collegio di vigilanza dell'Accordo di programma, si rafforzano gli elementi distintivi dello spazio pubblico già presenti. Stessa importanza al parco centrale, elemento in grado di garantire la continuità urbana e le connessioni pedonali e ciclabili con la città esistente. Ma anche all’eco-zone, corridoi verdi che potranno ospitare attrezzature anche di interesse pubblico (sportive, aree bambini, orti urbani), delle piazze pubbliche e della foresta sospesa, su cui è in corso la valutazione di fattibilità tecnica ed economica. Le volumetrie del masterplan sono distribuite in modo più omogeneo, migliorando il dialogo con le aree circostanti e favorendo l’attivazione del piano terra.
«Parlo a nome del team che ha fatto il masterplan, il piano non è cambiato molto, la destinazione dopo la rigenerazione, rimane che il pubblico ha un ruolo chiave», spiega Elizabeth Diller, founding partner di Diller Scofidio. La comunità sarà al centro, un vero hub di esperienze diverse per la Milano di domani.
Il Villaggio dopo le Olimpiadi - Con obiettivo di conversione da funzione olimpica a funzione studentato in soli 4 mesi, il Villaggio Olimpico sarà trasformato in un laboratorio di sperimentazione urbana sostenibile focalizzata sulle persone, sulla comunità, l’integrazione e la resilienza; sarà un vivace ecosistema di abitazioni studentesche, residenze, co-working, servizi privati di interesse pubblico e spazi pubblici. Sarà luogo di scambio e di dibattito della città: attrarrà giovani, imprenditori, micro-aziende che potranno socializzare, sperimentare e condividere. L’area sarà gestita attraverso una piattaforma digitale funzionale al monitoraggio delle performance degli edifici e al coinvolgimento della comunità, con previsione della realizzazione del digital twin.
Sono previste serre e orti per la produzione di cibo all’interno dell’area, consentendo la creazione del primo villaggio per studenti con prodotti a chilometro zero. Le abitazioni degli atleti saranno riutilizzate per la loro nuova destinazione di student housing (circa 1.000 posti letto) utilizzabili anche da altre categorie professionali al di fuori del periodo accademico. Gli edifici lato parco e ferrovia nell’area della piazza olimpica saranno destinati a residenza libera e agevolata. L’Olympic Village Plaza sarà la nuova piazza del quartiere, sulla quale si affacceranno i negozi e gli esercizi previsti al piano strada degli edifici, e nella quale si potranno prevedere mercati contadini ed eventi.
Il polo sarà sviluppato in continuità con il tessuto circostante per un quartiere vivo.
Immagine di copertina: render del progetto vincitore © Skidmore, Owings & Merrill (SOM)
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